Le domande secche di oggi trovano risposte davvero succose da parte di Ester Grossi.
1) Ciao Ester, presentati ai nostri lettori
Abruzzese trapiantata da tanti anni a Bologna, dove ho studiato cinema presso il DAMS (corso di laurea, che ricordo, era conosciuto in Abruzzo per il caso Alinovi, che mi ha sempre affascinata…). In realtà nel mio background c’è di tutto, avendo studiando precedentemente moda, design e arredamento (anche taglio e cucito!). Ho sempre avuto una grande passione per la pittura (soprattutto su tessuto) e soltanto negli ultimi anni ho deciso di dedicarmi quotidianamente anche alla pittura su tela e all’illustrazione.
È una domanda complicata perché effettivamente non so come nascono. Diciamo che sono una summa di tutto ciò che ho studiato, letto, visto e vissuto negli anni. Di alcune idee che mi vengono in mente riesco a rintracciarne la fonte, di altre no. Ad esempio, il mio amore nei confronti delle texture deriva sicuramente dagli studi di moda. Senza alcun dubbio c’è un legame imprescindibile con il cinema, dal quale attingo per tematiche, per le immagini stesse (a volte lavoro partendo da fotogrammi catturati da film), per i colori (in particolar modo dai film in Technicolor che hanno dei colori fortemente acrilici). Poi, il cinema è una grande scatola, è una forma d’arte che contiene di tutto, dal classico al contemporaneo, dalla politica alla storia; senza alcun dubbio è il migliore specchio della società. Forse ciò che mi ha maggiormente influenzata negli anni di studio di cinema è l’attitudine pop di chi lo insegna; ho avuto sempre docenti giovani, che mi hanno “aperto gli occhi” sia su film tradizionalmente etichettati come d’essai (ad esempio il cinema muto) che di genere. Si tratta di uno sguardo sulle cose che non vorrei perdere.
In questo momento sto letteralmente impazzendo per “Forget” di Twin Shadow. Inoltre sto ascoltando “Kilimanjaro” di Superpitcher, George Gershwin e non penso che riuscirò mai ad eliminare il mio album del 2010 “Teen Dream” dei Beach House.
La collaborazione con gli A Classic Education è una delle cose alle quali tengo di più perché, nel tempo, è nato un rapporto di amicizia con tutti i componenti del gruppo. Conoscevo di vista Jonathan Clancy e Giulia Mazza, i quali han visto i miei lavori on-line e mi hanno contattata per la realizzazione della copertina di First Ep (2008). Per l’ultimo album (Hey There Stranger, uscito a settembre 2010 per la Lefse Records) ho curato tutto l’artwork dell’album insieme a Aleksandra Niepsuj che ha curato il lettering. La copertina, come il retro e l’interno del CD sono ispirati al film Marnie. L’idea mi è venuta ascoltando l’album e pensando alla storia della band; il retro, infatti, che a livello di colori contrasta completamente con la copertina, è dedicato a loro.
Al momento sono alle prese con la realizzazione di nuove opere che presenterò ad una mostra quest’anno e con l’ideazione di una texture per un accessorio di moda (sarà una sorpresa).
Sarò banale ma è l’unico augurio nel quale credo veramente: buon anno a tutti! Per cominciare il 2011 consiglierei: la bowieiana “When where dancing” di Twin Shadow.