Tempo fa, presentammo l’EP di un nuovo gruppo, i Diverde. Ilaria, ora, è Iole e si presenta con un nuovo vestito musicale. Qui a DLSO —onestamente— la preferivamo di più avvolta in melodie indie-folk, ma abbiamo deciso di presentarvi lo stesso questo lavoro, lasciando alla nostra Cecilia il compito di spiegare il perché.
Non lo so, probabilmente è colpa mia, ma io Iole non l’ho capita fino in fondo:
non ci vedo l’urgenza espositiva né le licenze poetiche che un disco fatto di chitarra e poco altro dovrebbe avere; non vedo alcuna elaborazione di un passato che invece viene rivendicato senza troppo costrutto.
E la produzione scarna ed intimista si rivela purtroppo un’arma a doppio taglio.
C’è senz’altro tanto coraggio e voglia di mettersi a nudo ed una voce, intonata, che è la base di partenza imprescindibile… anche se le modalità sono senz’altro acerbe. Forza Iole, scava più a fondo!