Quest’oggi vi proponiamo una interessante chiacchierata con i Bad Love Experience che ci parlano, tra l’altro, della loro ultima fatica, Pacifico, e di come abbiano, per la prima volta, abbandonato il loro “inglese senza accento” per incidere “il vento” di Lucio Battisti.
DIVISI TRA L’ITALIA E L’ESTERO. COME CI SI SENTE?
Conoscere e relazionarsi sia con l’estero, sia con i nostri vuol dire semplicemente voler essere cittadini del mondo. E di conseguenza cerchiamo di rendere tale anche la nostra musica. È un’evoluzione maturata negli anni, sarà retorica, ma ti fa sentire positivo.
COME SI VIVE QUI E COME SI VIVE ALTROVE (SOPRATTUTTO PER CHI, COME VOI, HA SCELTO LA MUSICA O L’ARTE COME VITA)
Hai scelto un momento delicato per porre questa domanda visti i tempi che corrono. Vivere della propria arte, ovunque, non solo qui, da sempre non è facile. Si deve scendere spesso a compromessi e scelte dure. Ed è così anche personalmente per ognuno di noi. Ti garantiamo che avendo conosciuto vari musicisti di varie nazioni, là fuori non è tutto rose e fiori come si crede. Da quel che abbiamo percepito, all’estero è molto più facile suonare dal vivo ma un po’ paradossalmente non c’è mai un soddisfacente riscontro economico anche se il livello medio qualitativo e quantitativo delle band è molto alto… Ma se vogliamo parlare più nel dettaglio di musica rock in tutte le sue sfumature, possiamo dirti che fuori è sicuramente percepita in maniera diversa da qua. Ci riferiamo in particolare a stati come Inghilterra, USA, i paesi scandinavi ecc… Sono nazioni che hanno dato i natali a certi sound che perciò sono nelle orecchie e nel dna dei loro abitanti da sempre. Chi fruisce e ascolta il genere ha una diversa attenzione per la musica, da qualunque angolo del globo provenga. Diciamo che è più un approccio “culturale”… In Italia secondo noi spesso e volentieri si dà poco valore ai gruppi nazionali che come noi cantano in inglese. Un motivo è sicuramente lo scoglio della lingua… l’inglese fuori è conosciuto e parlato molto più che qui ed è quindi naturale e “svincolato” l’approccio alla musica anglofona.
NON HO FATTO LA DOMANDA DI RITO CHIEDENDOVI DI PRESENTARVI PERCHE’ NON SERVE. VI CHIEDO PERO’ DI PRESENTARCI PACIFICO.
Pacifico è ufficiosamente un viaggio, un luogo, un villaggio immaginario se volete. È un po’ una metafora della realtà e della vita stessa con tutte le sue contraddizioni, certezze e incertezze. Non a caso lo descriviamo spesso come mite e delirante allo stesso tempo. L’ascoltatore che entrerà in esso e si rispecchierà nelle sue storie diverrà automaticamente un personaggio, se non un protagonista… Noi abbiamo solo fornito la chiave di entrata, lo stato d’animo adatto per addentrarvisi, pacifico appunto. Ufficialmente invece Pacifico è il terzo disco del progetto Bad Love Experience dopo “Rainy Days” del 2009 e “Bad(Love)Experience” del 2006.
PACIFICO IN GENERALE ESCE UN PO’ FUORI DAGLI SCHEMI. A TRATTI E’ FUORI MODA, QUASI. MA SI TRATTA DI UN DISCO DI IMPATTO INTERNAZIONALE (CHI L’HA ASCOLTATO, PIU’ O MENO, HA AVUTO QUESTA SENSAZIONE). È STATO PENSATO TUTTO PRIMA O E’ VENUTO FUORI COSI’?
Ci viene naturale ormai, dopo anni, dare un taglio internazionale ai nostri lavori. Lo abbiamo sempre fatto, è nel midollo del gruppo. Ad oggi è un’altro di quei motori che tengono in movimento il progetto. Lo facciamo perché ci piace metterci alla prova e per far arrivare la nostra musica anche fuori dai confini nazionali a realtà che ci piacciono e da cui ci piace (e ci piacerebbe) essere ascoltati e valutati. Naturalmente è anche uno dei motivi per cui cantiamo in lingua inglese e per cui ci siamo affidati anche a un produttore americano, Justin Perkins. Se l’internazionalità di Pacifico è stata in parte “inconsciamente” ponderata, i suoi contenuti e le sue idee sono sicuramente “venute fuori così”, dall’esperienza accumulata.
COME NASCONO I TESTI E LE MUSICHE DEL DISCO? ESISTONO DEI MODELLI DI BASE? ESISTONO DELLE STORIE PARTICOLARI?
Le ispirazioni a scrivere per Pacifico si sono macchiate di Bob Dylan, Jeff Magnum, vecchi cartoni animati della Walt Disney, libri di autori americani, storie d’amore e un po’ di follia psichica.
E L’IMMAGINE DI COPERTINA?
L’immagine di copertina volevamo rispecchiasse le atmosfere del disco. Doveva essere giocosa ma inquietante, ferma ma in movimento. Qualcosa a metà fra un delirio di Daniel Johnston e la scatola di un gioco da tavolo per bambini. Abbiamo valutato moltissimi stili di molti artisti pescati qua e là sul web. Alla fine ci siamo imbattuti in Sanya Glisic, un’artista croata trapiantata a Boston… pensiamo tuttora che per noi abbia fatto un ottimo lavoro.
PERCHE’ The kids have lost the war E’ STATA STRUTTURATA IN QUESTO MODO?
Per dare un’ulteriore chiave di ascolto al disco. La prima parte ti invita a entrare, la seconda asseconda e carica il tuo stupore… man mano che ti addentri comincia la messa alla prova con te stesso, le tue riflessioni… che si raccolgono tutte nella terza parte. La quarta e ultima è infine il trionfo, il premio per il viaggio fatto e se ci sei riuscito, a una tua elevazione a un livello più alto.
ORA PASSIAMO ALL’ITALIA (E ALL’ITALIANO), A LUCIO BATTISTI E A Il vento. RACCONTATECI.
È tutto nato da un’idea di Ivan Antonio Rossi, già produttore in studio di Pacifico. In concomitanza con le riprese video di un live in studio di tre pezzi di Pacifico (che vedranno la luce nel prossimo autunno), ci ha proposto di registrare anche questo pezzo di Lucio Battisti del 1972, Il vento, nella versione della sua storica band Formula 3. La cosa ci è piaciuta molto e abbiamo contattato il tastierista della Formula 3 Gabriele Lorenzi, nostro concittadino, che fra mille aneddoti ci ha dato un po’ di dritte sulla produzione del pezzo che è diventato ufficialmente il primo pezzo in italiano cantato dai Bad Love Experience (il video in studio è uscito proprio in questi giorni). Non avevamo mai cantato nella nostra lingua e non si esclude la possibilità di scrivere pezzi in italiano. Non lo snobbiamo e siamo sempre aperti a rinnovamenti e sperimentazioni.
NEL FUTURO IMMEDIATO? I PROGETTI?
Nel futuro immediato saremo in giro con un po’ di live su e giù per l’Italia, sia con concerti elettrici che versioni acustiche, e credo che andremo avanti con la promozione live ancora per un bel po’ e non fra molto inizieremo di nuovo con la stesura di brani inediti per un futuro nuovo disco. Come detto prima, in autunno abbiamo intenzione di uscire con il video di questi tre brani live (registrati nello studio Sam di Lari, in provincia di Pisa) e ci stiamo organizzando per un giro in Europa sempre in quel periodo. Le idee vanno e vengono, chissà fra un mese che avremo in mente di nuovo!
SALUTATE DLSO E I LETTORI CON UN PEZZO A VOSTRA SCELTA.
Grazie a DSLO per la disponibilità e lo spazio. Vi salutiamo con questo nuovo bellissimo pezzo dei Grizzly Bear: