Elena è brava, Elena è brava davvero. Non lasciare che l’assonanza con scrausa ti influenzi. Ha disegnato dalla copertina delle Moleskine in vendita ai Musei Civici di Venezia al poster per Rolling Stone dedicato a Bon Iver alla brochure del Teatro alla Scala per gli spettacoli da bambini. Adora chiaramente i fogli gremiti di storie, con vuoti e pieni che si alternano, personaggi impossibili dalle fattezze picassiane e colori un po’ naif. Sono spesso facce indistinte, ritratte nel pieno dell’immersione in un libro oppure mentre imbracciano una chitarra. Alla fine, gli uni sugli altri, accavallati, intrecciati, avviluppati, sembra che tutti stiano condividendo un abbraccio.
Lei vive a Berlino, illustra per il mondo e si racconta su DLSO.
La prima volta che hai preso una matita in mano è stato per (cavare un occhio a qualcuno)?
Credo che fosse per fare casino sbattendola sul tavolo, ho sempre sperato di avere una vocazione da batterista ma poi ho scoperto che non ho affatto il senso del ritmo. Poi devo avere capito che la punta esisteva per qualcosa e ho imparato a tenerla diritta. Disegnavo tantissimo soprattutto sulle tovagliette del ristorante e sui muri in casa. Mia mamma ovviamente ha cancellato tutto.
Lavori meglio sotto pressione o con la mente sgombra?
Sotto pressione. Ho l’orologio del computer avanti di mezz’ora, il cellulare avanti di dieci, l’orologio da polso avanti di 15, la sveglia sempre avanti di 15. Un gran casino fissare un appuntamento con me. Riesco comunque ad arrivare sempre in ritardo.
Il progetto a cui sei più affezionata.
Direi Minervo, un libro per bambini fatto grazie ai miei amici Matteo Cibic e Cosimo Bizzarri che han scritto la storia. L’ho realizzato in un momento un po’ difficile per me e credo che mi abbia aiutato molto ad uscirne.
Hai la possibilità di inventare tre oggetti. Quali sono?
Un microchip con un gps da incollare a tutte le cose importanti ma noiose (tipo scartoffie varie e analgesici per l’emicrania), poi un telecomando per attivare il microchip per individuare e ritrovare le cose importanti ma noiose . E un altro telecomando per localizzare il primo telecomando nel caso lo perdessi.
Ci mandi una foto della tua scrivania in questo momento?
In cosa vorresti reincarnarti?
In un tucano o in un pappagallo brasiliano (meno figo ma vive di più).
Il cartone animato che ti sarebbe piaciuto disegnare.
Barbapapà ovviamente.
Che legame passa tra lettura e illustrazione secondo te?
In realtà fin da bambina gran parte dei libri illustrati non mi piacevano, spesso sono troppo vincolanti perché troppo figurativi o con uno stile troppo marcato. C’era un libro di Calvino che mia mamma mi leggeva sempre. Mi ricordo che nonostante tutto odiavo quelle illustrazioni “stile incisione medievale” con quella palette sciatta e quegli occhi “un po’ così”. Lei leggeva e io mi giravo dall’altra parte. Anche il libro “Fiabe Russe” mi è andato in disgrazia per lo stesso motivo, infatti devo averlo regalato. Avevo dei gusti molto tradizionali, apprezzavo solamente Richard Scarry, Beatrix Potter e David Gnomo (specialmente le sezioni delle case degli gnomi dentro ai tronchi degli alberi).
Ordine o caos?
Diventando grande ho imparato ad apprezzare l’ordine anche se nella mia vita persistono delle zone di caos peso (tipo il cassetto dei calzetti, svariati armadi in casa dei miei, la mia macchina e tutti i cd delle superiori che contiene).
Se ti dico Dance Like Shaquille O’Neal, cosa mi disegni?