Uno dei fumetti a cui sono più affezionata in assoluto è anche uno dei ricordi più vividi della mia preadolescenza. Il titolo è Olimpo S.P.A. e l’autore è quel genio creativo di Vincenzo Cerami. Non so perché, ma quando ho deciso di fare qualche domanda alla bravissima Giulia Sagramola è stato una delle prime associazioni fatte dal mio cervello. Forse perché Giulia, fumettista oltre che illustratrice, è posata come una sognatrice con i piedi per terra. O forse perché il suo entusiasmo di fronte all’intervista mi ha fatto venire in mente quando sei bambino e sei felice per ogni cosa nuova. Sta di fatto che i disegnatori intervistati fin’ora hanno tutti del talento innato, ma Giulia mi ha riempito il cuore.
Dove conservavi i tuoi disegni quand’eri bambina?
Solitamente non li conservavo, a meno che non fossero su uno dei quaderni che tenevo sempre con me o nel mio diario. I disegni sfusi che facevo su A4 o anche sulla carta rigata della fotocopiatrice di allora (quella con il lato traforato da strappare via) li conservava mio babbo, che li tiene ancora in un cassetto di un mobile dello studio.
Cosa ti ha spinto a realizzare un albo autobiografico sui tuoi primi dieci anni di vita? L’urgenza di ricordare o un’infanzia troppo fuori dal comune per non essere condivisa?
In realtà la spinta è nata da fuori: i Topipittori mi hanno proposto questo libro, per inaugurare la loro collana di fumetto legata all’autobiografia dell’infanzia dei disegnatori Gli Anni in Tasca Graphic. Loro avevano visto il mio vecchio blog Milk and Mint, dove raccontavo dei fatti autobiografici del mio quotidiano di aspirante illustratrice/universitaria a Urbino. Hanno pensato che potevo essere adatta a raccontare i miei ricordi di infanzia, da lì per me è partito un percorso di autoanalisi molto intenso e molto interessante che ha dato alla luce Bacio a Cinque.
Tu che sei anche fumettista, cosa pensi delle strisce di satira come quelle di Makkox o di Zerocalcare?
Penso che sia una delle modalità di sfruttare il linguaggio del fumetto, diverse tra loro ed entrambe forti. Personalmente non sento di essere capace di lavorare come Makkox perché è una narrazione diretta e molto asciutta, che non sento naturalmente mia. Mi sento più vicina a Zerocalcare per l’ampiezza narrativa delle sue storie e anche per come gioca con fatti della sua vita stravolgendoli e aggiungendo un immaginario tendente all’ironico/comico, che satirico vero e proprio. Sono contenta che ci siano autori che indagano il fumetto nella loro personale direzione, perché si vede che hanno qualcosa da dire e hanno trovato il loro modo giusto per farlo, fondamentalmente è tutto lì (facile a dirsi).
Come si disegna un sogno?
Non lo so, per me non ci sono istruzioni specifiche :) a me verrebbe da disegnare e scrivere come un flusso di coscienza, con vignette senza tratti a dividerle, molto liquide e poca linearità, come a volte sono i sogni. David B. lo ha fatto in tutt’altro modo e magnificamente nel suo fumetto Complotti Notturni. Altri sogni molto belli li ho visti disegnati da Giulia Guerra nel suo blog.
Ci mandi una fotografia della scrivania su cui stai lavorando in questo momento?
Ecco qui, è un po’ incasinata ma è come è di solito.
Di che cosa hai una scorta?
Ho una scorta di Schizza e Strappa, di pennarelli giapponesi con cui mi trovo molto bene che mi ha comprato Philip Giordano a Tokyo, di caramelle al rabarbaro, di calze nere 40 denari che si rompono e di fazzoletti da naso.
I vantaggi di lavorare come freelance. Io credo, che oltre alla possibilità di autogestirsi il tempo, sia una grandissima opportunità di scoprire lati della propria natura che non si conoscevano.
Ci sono diversi vantaggi, ma allo stesso tempo svantaggi. Per esempio proprio la possibilità di autogestirsi il tempo: è bello perché pensi di poter decidere tu come organizzarti la giornata e quindi di gestirti gli orari più comodamente e con più calma. Spesso però i clienti vogliono le cose con molta fretta e questa elasticità dà l’idea che sia scontato per noi lavorare con scadenze strettissime. Questo comporta lavorare fino alle 2/3/4 di notte, fare l’alba, lavorare il sabato e la domenica, non andare in vacanza o rimandarne una . Lavori molto e per settimane senza tregua, poi arrivano i momenti di calma e ti ritrovi con vari giorni più o meno vuoti, ma non è una cosa che puoi prevedere facilmente, per cui magari non sfrutti il tuo tempo come vorresti. Sicuramente scopri dei lati del tuo carattere, anche negativi, che non avresti scoperto lavorando in modo “classico”. Io mi sono scoperta ostinata e dediziosa, ma ho capito anche che ho bisogno di staccare il cervello, magari rotolandomi nel piumone come una larva oppure guardando 4 puntate di seguito di Parks & Recreation, Dexter o Bunheads. Per il momento è l’unica modalità di lavoro che sento faccia per me e nonostante i suoi lati negativi non la cambierei con nessun’altra.
Hai già deciso dove trascorrerai la vecchiaia? Io credo che comprerò una casetta a Trani e vivrò tutto l’anno circondata dal bianco e dal mare.
Non ancora, non ho ancora deciso dove trascorrerò i prossimi anni, sicuramente una casetta nella zona intorno alle colline di Sirolo (vicino ad Ancona) sarebbe qualcosa che mi piacerebbe sempre. Oppure in un isola, ma le Marche mi piacciono tanto, forse vorrei restare là da vecchina, con mille cani/gatti, un orto e una connessione internet con la fibra ottica.
Hai la possibilità di stringere la mano ad una personaggio che ammiri come pochi. Come sarai vestita per l’occasione?
Ahahah non ci avevo mai pensato a una cosa del genere! Se capita casualmente sarei vestita come sempre, se invece è un evento programmato mi metterei sicuramente un vestito con dei glitter o strass, delle calze nere e per l’occasione mi comprerei delle scarpe mattissime.
Se ti dico Dance Like Shaquille O’Neal, cosa mi disegni?