Nella vita non bisogna mai farsi troppe aspettative. Sono quelle che ti fottono.
Dopo Homework e Discovery ho sempre immaginato che i transalpini possedessero un golden touch che nemmeno Re Mida. Dopo la delusione dell’inutile HAA ho posto molte speranze in questo Random Access Memories ed ora che il disco è uscito provo a dire la mia.
Facendo un paragone scomodo, ma che loro fanno nemmeno tanto velatamente (vedi il font usato nei titoli), RAM vuole essere il nuovo Thriller di Micheal Jackson.
Riproporre l’unione del bianco e del nero sotto la benedizione del pop USA FM. Quincy Jones ci riuscì in pieno, i Daft Punk no. Il primo ascolto poi personalmente è stato uno shock.
Le aspettative, con una campagna di marketing e accrescimento dell’hype spropositata, erano altissime. C’era qualcosa che puzzava però, il tutto era confezionato troppo sull’estetica e sugli sponsor, vedi “the collaborators”. Troppi messaggi ammiccanti all’unico vero music biz, quello americano, quello che fa i soldi veri per intenderci. All’uscita di Get Lucky, pezzo non eccitante ma con un ritornello voci+talk box killer, ha iniziato a delinearsi quello che questo disco è: una mezza delusione che però vola alta rispetto alla mediocrità del pop generale, EDM in poppa. O in coppa, come volete.
Durante tutto l’ascolto del disco sono sempre indeciso tra eccitarmi o piangere, credere di sentire una cosa come “The Girl is Mine” di MJ+PMcCartney e poi realizzare che invece è una demo senza cantato dei Chromeo, vedi Give life back to music.
Emozionarmi per sentire Giorgio Moroder parlare (con sottofondo di un bar?) e sentirmi orgogliosamente italiano e poi ricordarmi che, cazzo, I Daft Punk han fatto Teachers, quella cosa sporca e funk dove il giro di basso entra stranamente(?) proprio nel momento in cui viene pronunciato il nome di George Clinton. In confronto questa Giorgio vale solo uno status su facebook . E forse questo aspetto non è da sottovalutare.
Pharrell fa il suo sporco lavoro e, parlando con molti, solo il fatto che sia stato messo li rende il prodotto una figata. Leggi anche mi piace P.Williams perché è un figo quindi mi piace tutto quello che fa. Io penso a Frontin’ o Maybe e so che probabilmente il più bel quarantenne in circolazione sa(peva) fare di meglio.
Mi piace la traccia con Todd Edwards (Fragments of Time), se volevan fare una cosa rock FM qui ci han preso in pieno, mi piace sia Istant Crush che Doin’ it right peccato per il vocoder. Sono dell’idea che Casablancas al naturale e Panda Bear senza un robot in loop sotto avrebbero reso meglio.
The game of love dovrebbe specchiarsi con sua sorella maggiore Something about us e vedere la distanza che le separa.
L’unica cosa che non riesco ad ascoltare è Contact ft Dj Falcon. Utilità?
Il problema è che non sto giudicando male un disco solo perché non fa ballare, non diciamoci cazzate, questo RAM l’avesse fatto chiunque altro sarebbe già finito nel dimenticatoio.
Sto valutando la capacità loro di scrivere canzoni pop, ho come l’impressione che i Daft Punk si siano purtroppo sopravvalutati. C’è un sentiero nemmeno troppo piccolo tra minimale e povero, a me RAM sembra povero e non minimale e loro con 909, 303 e campionatori han mandato a casa in molti, con chitarre e keys deludono.
La prossima volta consiglio turnisti che spaccano invece che punte di diamante. Sono lodevoli il coraggio e gli intenti rispettabilissimi, le belle critiche al sistema e al moderno produrre musica ma non mi basta.
I Daft Punk sono maledetti gatti : con Discovery ad esempio hanno dimostrato che con dei “semplici” campioni, giustamente scovati in generi diversi e quasi mai disco, denotando cosi’ una conoscenza del “diggin” e della “sampledelia” notevole, hanno costruito l’ALBUM più bello mai realizzato con questa tecnica. Ascoltate Digital Love per capire dove sono arrivati con un pezzo fusion di George Duke. Han semplicemente buttato il cuore oltre l’ostacolo e fatto un disco coraggioso che in molti non capirono al tempo, basti pensare che il grammy lo vinsero 4 anni dopo solo perché quella volpe di Kanye fece “ricerca” , probabilmente aiutato anche dal giusto revival DP da parte di EdBanger e compagnia, e trovò Harder, Better, Faster, Stronger.
Poi ci ricantò sopra, malissimo, le sue cose e la sdoganò in USA.
Quello che è uscito, è un disco bello, che guadagna con gli ascolti, ma nulla di innovativo e nuovo. Ci sono tanti brani, nuovi e vecchi, che possono arrivare e superare gli intenti del duo: Chromeo, Rah Band, Herbie Hancock, Fleetwood Mac per dirne alcuni (e per citare le loro fonti). Ma ridefinizione di genere come ha fatto Discovery no, quello no purtroppo. Ecco perché sono rimasto deluso. Forse veramente la musica non ha nulla più da dare se non riproposizioni (di riproposizioni) di se stessa.
Lo so, è una bella scoperta, ma un vero fan ci crede sempre.