Il Calibro35 non è un bel calibro figliolo, non è una passeggiata né da tirare né da ricevere. Se ti becca, ti becca male. Non son sollucheri figliolo, dovresti saperlo… d’altronde la sai tutte le storie di questa città, di questa zona.
Ti manca solo il ritmo, il titolo te lo do io, diciamo Traditori di tutti, che li mette insieme tutti ché tanto, chi più e chi meno, prima o poi tradiscono tutti. Per il ritmo qui c’è tutto quel che cerchi figliolo, apri piano senza farti vedere, senza farlo sapere ancora troppo. Qui ne hai una per quando si sono fatti il “Pelato”, e per quando han centrato “Naso lungo” sulla stradina vicino al fiume; qui hai un suono per quando hanno ricamato il ”Lento” la vigilia di Natale o per quando il “Lento” ha provato a fottere Giulia al “Grosso”. Hai la musica per la tua charas figliolo, hai musica persa per le storie che racconterai con lacrime e per quanto racconterai di fughe o di quel biliardo su per Via Torino. O di quell’appuntamento con quella, come si chiama, quella che abita verso nord e di quanto correva il “Barbetta” ogni volta (One hundred guest su tutti). E racconterai di 101 donne, donne di allora figliolo, passere non depilate e profumatissime, dell’ odore del sesso, triangoli di perfezione figliolo. È tutto. Se ne sai di mala o malandrini, se ne sai di storie brutte o se semplicemente le ascolti, questo è il tuo rumore.
Tra i dischi dell’anno, inutile star a menare il can per l’aia.