foto Barnaba Ponchielli
Quando ho letto il suo nome nel cartellone del prossimo MI AMI ANCORA─qui il contest per vincere 2 ingressi─insieme a quelli di AntiteQ, ho contattato Alessandro Raina per chiedergli se gli andasse di fare quattro chiacchiere e raccontarci un po’ di cose sul suo presente / futuro. Ecco il risultato.
Ciao Alessandro, cosa stai facendo in questo periodo?
Ciao! Non in ordine: sto scrivendo canzoni per il mio repertorio di autore, sto cercando dei pantaloni, sto preparando un viaggio in Nord Africa, sto impacchettando i regali che ho comprato a Londra per Colapesce, mi sto meravigliando per la scoperta che a Voghera fanno la miglior pizza napoletana fuori da Napoli, sto facendo tante foto.
Quando ho letto il tuo nome nel cartellone del prossimo MI AMI ANCORA mi sono subito incuriosito…sarai accompagnato da AntiteQ.
A dire il vero mi sono incuriosito anch’io, non mi aspettavo la ‘convocazione’ visto che non ho un disco in promozione e ci sono artisti più in auge di me ma visti i tanti concerti messi insieme anche l’anno scorso mi fa molto piacere concludere idealmente il mio never ending solo tour a Milano. Antiteq mi manifestava da tempo il desiderio di collaborare dopo la breve e non proprio riuscita parentesi legata al disco degli Amor Fou, su cui collaborò per la produzione di Forse Italia. Inizialmente avrebbe dovuto ricoprire il ruolo poi ottimamente svolto da Stra, ma non si creò la giusta affinità dunque mi fa piacere averlo ritrovato.
Cosa dobbiamo aspettarci?
All’inizio eravamo un po’ dubbiosi di fronte alle tante possibilità poi abbiamo dato vita a un set che trovo molto interessante, mixando la sua vena elettronica, in particolare IDM, e il suo passato post rock con le mie varie anime.
Suonerai anche qualche nuovo brano o saranno i brani vecchi (immagino soprattutto quelli dell’ultimo disco) ad essere riarrangiati?
Ho scelto di lasciar decidere a lui la scaletta e mi ha stupito, recuperando fra le altre cose una b side del mio periodo con i Giardini di Mirò e brani del mio secondo disco, Nema Fictzione.
Anch’io avrei preferito non eseguire nulla di Amor Fou per cui sarà un set assolutamente inedito, con brani tutti riarrangiati e derive inattese, dal dub all’elettronica tout court. Tornare a cantare in inglese senza una band dietro le spalle, come feci sul secondo disco dei Noorda, è stato molto stimolante.
È una collaborazione che vedremo anche in un futuro disco?
Non ci abbiamo mai pensato, un disco è un progetto veramente impegnativo e ho deciso che da ora in poi cercherò di pubblicare solo progetti in cui senta un’identificazione totale e una forte complicità di base coi miei collaboratori. Allo stesso tempo il live anche se acerbo ha già mostrato bellissime potenzialità e ci piacerebbe riproporlo nei giusti contesti.
Oltre ad AntiteQ, ci sono altri produttori/musicisti con cui stai collaborando o ti piacerebbe collaborare?
Innanzitutto mi sono fatto un’idea un po’ più realistica di cosa significhi produrre. Lavorare con autori e arrangiatori formatisi negli ultimi 10/15 anni ti fa capire che lo scrivere canzoni in ambito indie spesso avviene su basi molto istintive e generalmente slegate dalle competenze di scrittura e arrangiamento ‘poliedrico’ che sono peculiari all’estero, dove gli steccati di genere esistono fino a un certo punto e il livello della preparazione di base è enorme, dai tecnici agli artisti.
Nel vituperato mainstream italiano orbitano molti musicisti polistrumentisti e/o arrangiatori con grandissime capacità di produzione, gente che in mezza giornata ti arrangia e registra con qualità disco interi brani, mentre io per primo, fino a due anni fa, non ero in grado di produrmi i provini nemmeno su garage band. Si finisce col dipendere dalla disponibilità altrui, da strutture esterne e post produzioni varie per correggere gli errori iniziali, con relativo aumento di costi e passaggi intermedi che rendono il tutto sempre più rimaneggiato e meno genuino.
Dario Faini e Matteo Buzzanca sono due figure che mi fa piacere citare, entrambi giovani autori affermati ma soprattutto persone di grandissima competenza trasversale, che sanno passare da un mondo all’altro senza patemi d’animo ed hanno una notevole preparazione di base, sugli strumenti e sui software. All’indie italiano mancano tantissimo figure di questo tipo, che possano affrontare una produzione in senso lato e capiscano di musica magari anche più degli artisti stessi. A dispetto della mia parziale idiosincrasia/ignoranza per l’hip hop italiano ho anche collaborato con Don Joe dei Club Dogo, scoprendo un musicista completo, molto talentuoso e originale, e soprattutto una persona per bene, modesta e umile, come raramente mi è accaduto nel mondo musicale da cui provengo.
Stai ascoltando musica italiana in questo periodo?
Poca. Massimo Volume come sempre fondamentali e His Clancyness (che di italiano non hanno nulla). Questi ultimi mi hanno fatto rivedere i lampi di scrittura dei primi ACE, che per me restano l’apice di Jonathan Clancy. Sull’ultimo disco di Nicolò Fabi ci sono delle bellissime canzoni.
Il 2014 è l’anno in cui escono molti artisti ma quello che ho ascoltato fino ad ora, sono sincero, non mi ha entusiasmato, anzi ha ulteriormente fortificato le mie opinioni in merito.
Ma anche gli Arcade Fire fanno dischi brutti, vedi l’ultimo…
Ho trovato al contempo un po’ patetica la polemica virtuale ai danni di Brunori, che umanamente e artisticamente considero il migliore del suo versante. Un versante che non mi stimola e non mi rappresenta ma in cui è giusto riconoscere chi ha talento e Dario ne ha, anche se fa canzoni che generalmente non mi piacciono.
Sono curioso di vedere cosa uscirà dalla crescita di Cosmo e Yakamoto Kotzuga. A patto che però cresca anche la cultura musicale di chi li ascolta.
Tra quelle del MI AMI ANCORA, qual è l’esibizione che non ti perderesti?
I Cani, che ho già visto due volte ma mi fa sempre piacere ritrovare Niccolò che considero una bellissima persona, e fra le migliori con cui chiacchierare dai 2 ai 2000 minuti.
Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi da te?
Credo sia giunto il momento di cercar con convinzione uno sbocco della mia personalità musicale e di trovare i giusti elementi per esaltarla, collaboratori in primis. Non è ovvio che accada e non sento pressioni, non mi sento costretto a fare dischi e la trafila classica disco, presentazioni, tour elettrico, tour acustico mi ha un po’ stancato. In futuro suonerò meno e solo nei contesti realmente strutturati per il tipo di musica che ho in mente. Finalmente posso permettermelo e voglio approfittarne. Ma come detto non ho l’ansia di uscire, sto scrivendo tante canzoni e qualsiasi cosa farò chiederò il supporto di autori e arrangiatori più bravi di me, cosa che col senno di poi avrei voluto poter fare prima. C’è anche la collaborazione con Colapesce che credo si amplierà. Ho ripreso a fare foto e mi stimola almeno quanto scrivere, sto riprendendo a viaggiare molto, e cerco di mettere tutto anche nelle canzoni che scrivo per altri, ma di non farmi più assorbire dalla musica 365/365 come accadeva in passato. In parte è una necessità, in parte un lusso che mi sono guadagnato e che non voglio sprecare.