Sono sempre stato convinto che l’hip hop c’entrasse più di qualcosa con la letteratura. Non stavo scoprendo il mondo, certo, ma non è neanche una cosa così ovvia e scontata. Nach, in questo senso, ha fatto da ideale (e personale) apri-pista, anche se per qualcosa di molto più vicino alla slam poetry che ad altro.
Quella di Fabrizio Gabrielli è un’altra storia. L’ho conosciuto, virtualmente, sui vari siti di sport (di quello sport trattato con dignità letteraria) con cui Fabrizio collabora. Un genio. Oltretutto appassionato ed esperto di cultura sudamericana. Scrittore. Non sapevo però, che Fabrizio, tanto tempo fa, faceva il rapper con lo streetname Tsunami Kobayashi e aveva anche un gruppo, i Kamizake Sur Tirreno. Comincia allora a coniugare la doppia h con la letteratura, attraverso un libro, “Katacrash“, considerato una bella pietra miliare nella concezione di quella che, al tempo, era ancora una sottocultura.
Questa lunga intro è direttamente collegata ai 100 anni di Julio Cortázar, celebrati il 26 agosto in una maniera a dir poco originale da Gabrielli e da Pruno, al secolo Alessandro Prunelli, producer e DJ hip hop.
Il duo ha preso spunto dal capitolo 7 di “Rayuela“, il capolavoro del “mejor” e rivisitandola in chiave rap ha dato vita a “Rapyuela”, traccia tributo a Cortázar (e che campiona anche la sua voce) uscita ieri in premiere su SUR, blog di letteratura latinoamericana. Il tutto è poi rifinito dal basso di Leonardo Marchi e dalla cover (meravigliosa) di Mayu.
Cortázar era un appassionato di musica, in particolare di jazz, e, come ricorda Gabrielli, ha scritto tanto di jazz. Quindi: quale modo migliore per onorarlo che utilizzando l’hip hop, che del jazz, e di tutta la musica che l’ha preceduto è la “summa strutturale” (da un’intervista di F. Pacifico a Mansbach citata su SUR)?
Un lavoro del genere, tuttavia, è talmente particolare e, sotto alcuni aspetti, difficile da comprendere per non farselo spiegare dall’ (in questo caso due) autore. Ho raggiunto quindi Alessandro Prunelli per farmi spiegare due cose e lui, prontamente, mi ha risposto.
Ciao Alessandro, com’è nata l’idea di un “rap tributo” a Cortazar. Intendo, come mai avete voluto trasportarlo in barre?
L’idea è nata per caso. Tecnicamente stavo lavorando ad un qualcosa – tipo album – mia solista (pruno) e nel coinvolgere i vari rapper ho contattato anche Fabrizio che, colpito dal tono allegro e leggero del beat ha proposto l’idea che poi è diventata “Rapyuela”, essendo lui accanito lettore e traduttore di Cortazar.
Ho letto, correggimi se sbaglio, che nel produrre prediligi l’utilizzo di samples. E’ stato cosi anche questa volta?
Sì, confermo. Vengo dalla golden age dell’hip hop ed il mio modo di produrre è abbastanza classico, rigorosamente da vinile
Le parole sono invece una rielaborazione del capitolo 7, giusto?
Esatto, per rendere dinamico il ritornello ho pensato di alternare un approccio puramente hip hop ed una parte più poetica mentre la parte vocale è un estratto della voce di Cortázar incastrata nello scratch.