Ci sono giorni in cui il meteo si adatta alle cose che ti capitano.
Dopo qualche giorno di strano sole e calore qui a Milano, ieri è tornato il freddo.
Non era un freddo casuale perché proprio ieri sono andata, su invito di SMC Italia, al preascolto del nuovo album di Mecna: Laska.
Premetto che non sono mai stata una fan di Mecna ma quest’album ha spostato di molto la mia prospettiva e mi ha permesso di apprezzarlo davvero.
Di Mecna mi è sempre piaciuto il forte senso estetico e grafico che percepivo dietro ogni suo lavoro. Potrebbe sembrare una sciocchezza, ma l’attenzione minuziosa all’artwork non è una cosa così scontata, soprattutto in Italia. Ho subito compreso dalla cover dell’album che voleva posizionarsi in un altro panorama. Avete presente le copertine degli ultimi album di Kanye West, Jay-z, Drake? Sono tutte bellissime. E una cosa che non sopporto è avere su Itunes un album con una copertina che non mi piace. Se la copertina originale non mi piace, di solito, la cambio.
Ma questo non è certo un problema per Mecna dato che la copertina di Laska è davvero perfetta per il suo contenuto.
Arrivo a Sant’Ambrogio e nell’aria c’è qualcosa di strano. Non mi sembra di essere a Milano. Mi sembra di essere finita in un altra città, sembra quasi Parigi. Non ero mai stata lì e non sapevo cosa aspettarmi, ma le strade erano così pulite, bianche e le monumentali architetture della Cattolica e della Basilica rompevano con il loro rosso mattone quest’ordine candido.
C’era un silenzio impressionante, ma mi sentivo completamente a mio agio.
Mi dirigo all’ufficio di SMC Italia che si trova in un palazzone con delle bellissime finestre che mi ricordano molto le finestre di Parigi. Mi siedo e dopo qualche piccola spiegazione sull’album mi metto ad ascoltare.
Passano i minuti e mi sento sempre più inglobata dentro ad un freddo particolare. Non è un freddo artico né pungente, ma è lo stesso tipo di freddo che mi ricorda quello della biancheria stesa fuori ad asciugare d’inverno.
Quando in casa è molto caldo e i termosifoni sono accesi e metti un piede fuori per prendere le lenzuola stese e senti il freddo che c’è fuori sempre però con un piede sul pavimento caldo della stanza da cui provieni.
E quando torni dentro è tutto tiepido tranne quelle lenzuola che sono quasi congelate. Fino a che poi le mani non le scaldano mentre le pieghi.
Questo è il senso generale che mi ha dato Laska: cose fredde che si sciolgono e si crepano.
Le produzioni poi sono, a mio parere, il vero punto di forza dell’album: mi ricordavano la sensazione che si prova quando mettendosi a letto d’inverno le coperte sono freddissime, ma sai che ti ci devi avvolgere completamente perché si scaldino. Algide e avvolgenti.
Ho percepito un forte sentimento di isolamento e solitudine come la voce di Mecna che si alza da sola su delle basi di deserto bianco.
Una solitudine e una malinconia scelta ma scomoda. Un’insoddisfazione mista ad orgoglio.
Come a dire: “mi piace quello che faccio, sono orgoglioso di me ma non mi basta”.
L’ho trovato un album molto sincero a tratti davvero molto intimo e personale.
Un lavoro che Mecna ha fatto non solo con la musica ma anche con e su se stesso.
Ora sto solo aspettando che esca per riascoltarlo di nuovo.
Tracce preferite (per il momento):
4) Faresti con me
5) 31/08
6) Male Di Me
7) Pace
8) Non Dovrei Essere Qui