Dopo l’ottimo esordio e la chiacchierata prima della sua partenza per il Giappone, torniamo a parlare di Stèv lasciandogli campo per poterci raccontare traccia dopo traccia il suo nuovo lavoro, Beyond Stolen Notes, fuori per Loci Records e Megaphone Music.
01 – Hiraku (開く)
Hiraku è un brano nato direttamente dal concept del disco: il titolo, infatti, è semplicemente un verbo giapponese che in Italiano è tradotto con “aprire”. In questo caso particolare, ho immaginato che questo pezzo simboleggiasse il momento in cui l’ascoltatore apre il diario di viaggio che io ho voluto trasporre in musica. C’è da dire però che non è stato concepito come intro sin dall’inizio, bensì è andato piano piano ad evolversi in una direzione tale che mi ha permesso poi di metterlo in cima alla tracklist. Questo è stato uno dei brani che ho concluso più lentamente di tutti: non riuscivo a proseguirlo, ma il giro di chitarra che avevo inciso mi piaceva molto e non volevo sprecarlo. Tuttavia, mentre ero a Tokyo, mi sono ritrovato con il mio registratore nel giardino di un tempio. C’era molto vento e le targhe di legno su cui vengono scritte le preghiere sbattevano tra loro emettendo un suono che mi ha subito affascinato: una miscela di legno percosso dolcemente e foglie mosse dall’aria. Ho fatto un po’ di registrazioni e, tornato nella mia camera a Nerima, le ho editate ed inserite sullo sfondo del brano, che è poi fluito in maniera autonoma fino alla sua conclusione.
02 – Hills Are Floating
Questo pezzo è dedicato alle fantasie del viaggiatore, sia esso in treno, con lo sguardo fisso fuori dal finestrino, o a piedi, scalando una montagna con la testa rivolta verso l’alto… Durante la fase compositiva dell’album ho realizzato che quello che stavo intraprendendo era un percorso in salita e mi è venuto naturale immaginarmi con zaino, chitarra e lanterna su un sentiero collinare, verso l’imbrunire, diretto in cima. Le colline fluttuano perchè io sono un sognatore e l’idea di vederle volare al tramonto è una delle cose per me più assurde quanto pacifiche che la mia mente abbia concepito… e ne sono molto felice! Nella fase embrionale, avevo anche scritto e registrato una parte cantata, sussurrata, che (per fortuna) mi lasciò troppo poco convinto e decisi di eliminare da subito. Però il testo mi piaceva: magari un giorno troverò il modo di usarlo al meglio.
03 – New Lands Discovery
Quant’è grande l’emozione che si prova quando ci si trova nel posto in cui si desidera essere più di tutti gli altri? Ne esistono più di uno, in molti casi, e ogni volta ci si dedica ad esplorarli, a carpire tutte le sensazioni che se ne possono trarre. In alcuni casi un po’ più particolari, la stessa emozione viene a galla quando ci si ritrova per caso in luoghi sconosciuti, che ci colpiscono in modo inaspettato. New Lands Discovery parla di questo ed è uno dei miei brani il cui ascolto mi emoziona di più. Ho voluto scrivere il tema partendo dal clarinetto, che poi ho suonato, registrato ed usato come fulcro di tutto il sistema armonico del pezzo e credo non ci fosse timbrica più adatta per descrivere quello di cui parlavo sopra.
04 – Lain Is Dreaming (feat. Earthquake Island)
Grazie ad Emiliano “Earthquake Island”, con il quale condivido una forte amicizia, mi sono appassionato di netto a Serial Experiments Lain, un anime di fine anni ’90 che tratta delle tematiche molto attuali per il nostro periodo storico, ruotando attorno alla confusione che si può creare tra mondo reale e mondo cibernetico, generata sulla base delle connessioni rese possibile dall’invenzione di Internet. Quando decidemmo di collaborare, io mandai ad Emiliano una forma embrionale di questo brano e lui ci rivide in qualche modo l’atmosfera cyberpunk che caratterizza SEL, così decidemmo di svilupparlo seguendo questa pista ed, infine, ci accorgemmo di aver creato qualcosa di parallelo, quasi come se Lain (la protagonista) stesse sognando tutto questo. Gli appassionati della serie come noi noteranno un curioso particolare alla fine del pezzo.
05 – Urbinian
Come è facilmente (o forse no) deducibile dal titolo, questo brano è dedicato a tutto quello che ho vissuto e provato ad Urbino. Ho passato un anno lì, a studiare grafica d’arte presso l’Accademia di Belle Arti. Ho deciso di lasciare il corso per dedicarmi più attivamente alla musica: nonostante io abbia da sempre avuto una passione per le arti grafiche, questa non ha mai eguagliato il mio amore per essa. Nonostante ciò, in quell’anno di vita urbinate ho conosciuto alcune tra le persone più importanti di sempre per me ed ho continuato ad andare là regolarmente, per incontrarle e passare del tempo tutti assieme! Urbino per me ha sempre simboleggiato felicità e spensieratezza, non solo per il posto in sè, ma soprattutto per le persone che hanno definito la mia esperienza lì così bella e memorabile. Il quinto brano del mio album è dedicato a tutti loro, ad Urbino, alle persone che mi hanno portato là. L’idea di Urbinian era stata concepita proprio nella mia camera urbinate: ai tempi avevo fatto uscire solo il primo EP da pochi mesi e mi ero messo a registrare un sacco di giri di chitarra ai quali non ero riuscito a rendere giustizia. Dopo quasi quattro anni, il pezzo che volevo fare si è completato da solo.
06 – Kodama No Matsuri (木魂の祭)
I Kodama sono gli spiriti degli alberi nella tradizione giapponese. “Matsuri” vuol dire letteralmente “festival”. L’immagine più esemplare che rappresenta i Kodama, secondo me, è quella di Miyazaki su Mononoke Hime (Principessa Mononoke) e, in quel lungometraggio, essi emettono un rumore simile al legno percosso: questo brano mi ricordava molto quell’immagine e mi è piaciuto provare ad immaginare una moltitudine di spiritelli che si riuniscono per far festa. Il risultato sarebbe stato ovviamente una danza ordinata ma molto rumorosa e credo che questo pezzo possa dipingere molto bene quell’immagine.
07 – While You’re Fading (Cello by Springintgut)
Ho iniziato a concepire l’album mentre mi trovavo a Berlino, ospitato dal mio amico Riccardo “Kowbe Mu”. Questo brano fu il primo che realizzai con l’intenzione di inserirlo in un progetto più ampio di un EP e lo strato basilare di esso venne lavorato e levigato proprio mentre ero in Germania. Il mio amico di Amburgo Andi Otto ha un progetto solista chiamato Springintgut, che si muove tra violoncello, sensori arduino, synth analogici e produzione, e mi mandò un unico lungo take di un po’ di linee melodiche che questo brano gli aveva ispirato. Io ne scelsi alcune e le distribuii su quello che avevo già creato e, non solo: quel violoncello mi ispirò talmente tanto che il brano si arricchì di un secondo movimento e di una ripresa, diventando il mio primo brano a superare i 6 minuti di lunghezza! Mi piace pensare che i titoli dei brani musicali siano come la punta di un iceberg ed esprimano il concetto di fondo attorno al quale poi ruotano trame, variazioni, che si evolvono nel tempo durante il quale il brano esiste nell’aria: mentre tu stai sparendo, sto sparendo anch’io, ma in questo momento non esistono solo la desolazione e la solitudine, esse sono affiancate da tutto quello che non posso far a meno di ricordare mentre ci guardo dissolverci e la cosa mi fa sorridere, alleviando tutto quello che ci sembra così terribile.
08 – Bamboo Delays (feat. Godblesscomputers)
Io a Lorenzo “Godblesscomputers” gli voglio un sacco di bene, come amico, e lo stimo anche moltissimo, come artista! Avere una collaborazione con lui sul mio primo album mi fa molto felice e mi sento onorato. L’idea di questo brano nasce per caso, un po’ come se avessimo voluto far risuonare e dialogare le nostre idee sonore. Bamboo Delays è sostanzialmente una conversazione, un confronto, uno scambio di racconti trasposto in musica.
09 – Haneda (羽田)
Haneda è l’aeroporto che mi ha accolto l’anno scorso, quando mi sono recato a Tokyo per la seconda volta. E’ stato molto bello: in uno solo istante ho ritrovato l’odore, i colori, i dettagli che mi erano mancati così tanto dall’ultima volta. Sono stato travolto da una sorta di frenesia e, subito dopo il check out, mi sono fiondato sul piano superiore, per prendere la monorotaia e respirare. Ho voluto dedicare un brano a quel momento, all’arrivo, al jet lag, ai minuti spesi per l’attesa di entrare nella mia camera e, sostanzialmente, al primo giorno a Tokyo del Maggio 2014. Parte di quelle note è però anche ispirata all’aeoroporto di Haneda che devi salutare quando ritorni a casa, che questa volta mi ha strappato anche una lacrima. Sono quelle note le prime che devi tenere in considerazione quando arrivi, per ricordarti di goderti al meglio la permanenza nei luoghi che ti affascinano di più.
10 – Origami Flower
Un pezzo scritto, registrato ed accantonato durante il mio soggiorno a Torino. Non ero riuscito a valorizzarne il potenziale, che però continuavo a percepire molto forte, e l’album mi offrì il pretesto giusto per poterci rimettere le mani nel modo migliore. Praticamente lo riarrangiai e lo arricchii di dettagli, armonie ecc… Se ci penso, questo è un brano molto notturno, un po’ noir, che accompagna bene il disco verso la chiusura: dopo essere rimasto così soddisfatto del risultato non ho potuto fare a meno di includerlo.
11 – Flying Tissue (Stolen Edit)
Ho voluto includere questa variazione di Flying Tissue (che è un brano incluso nel mio Elsewhere EP, uscito su Loci Records) non solo per fare una piccola self-cit. ma anche per rimarcare l’importanza di quel lavoro per me. Arrivato alla fine di questo viaggio che è Beyond Stolen Notes, non ho potuto fare a meno di pensare a quanto tempo fosse passato e quanto cose avessero accompagnato la scrittura dei brani. Così, con la mente, mi sono ritrovato a guardare molto indietro e, complice anche Origami Flower, a ripensare a quando scrissi Elsewhere, mentre vivevo a Torino. Per questo, Flying Tissue è un emblema che ho voluto esporre alla fine di questo disco.