Un paio di settimane fa ho avuto il piacere e la fortuna di assistere alle registrazioni del primo album di Wrongonyou nello studio Impronte Records dei fratelli Zampa. Un luogo di pace assoluta immerso nel verde della campagna laziale che si presta perfettamente a vestire gli scenari del primo lavoro in studio di Marco Zitelli, con il quale ho scambiato qualche parola tra una sovra-incisione e l’altra. In attesa dell’uscita dell’album prevista per Gennaio 2016, sfamiamoci con qualche curiosità.
Quale è stato il tuo primo approccio alla musica?
Ho voluto iniziare a suonare la chitarra per fare le cover dei Red Hot Chili Peppers! Dopo ho continuato con il metal facendo un gruppo cover Metallica e uno dei Sepultura. Grazie ai RHCP ho scoperto la vena solista di John Frusciante e da lì la musica pop folk e tutti i rami della musica chitarra e voce che mi hanno portato a conoscere artisti come Elliot Smith, i Fleet Foxes arrivando poi a Bon Iver e a tutti i contemporanei.
Come nasce Wrongonyou e da cosa ti lasci ispirare per comporre la tua musica?
Wrongonyou è un po’ come la mia rinascita da un brutto periodo… dopo essere stato in America per un tour con un altro gruppo, lavoravo e studiavo ma poi tornato da quest’esperienza ho avuto un blackout, non mi andava di far più nulla, non avevo più stimoli. Ho lasciato tutto e da un giorno all’altro ho preso la chitarra e ho iniziato a comporre. È nato tutto in modo naturale come uno sfogo personale. È un progetto solista anche perché non avevo più voglia di compromessi, ma avevo bisogno di buttare tutto me stesso dentro qualcosa, quindi Wrongonyou è tutto quello che mi gira per la testa trasformato in musica. Mi lascio ispirare da qualsiasi cosa, da come mi sento, non per forza dalla musica, magari vedo una foglia e inizio a canticchiare e a creare una melodia, è anche e soprattutto un approccio visivo e immaginario.
Mi elenchi 5 brani che ti rappresentano? Porti qualcosa di questi brani nella tua musica?
La risposta della seconda domanda è no. Mentre i brani sono Angeless di Elliot Smith, The Funeral di Band of Horses, Carvel di John Frusciante, Beth/res di Bon Iver e …va be’ la domanda è difficile però una canzone che sto ascoltando di continuo da due mesi a questa parte è My oh my dei Punch Brothers.
E di tutti questi non porti nulla in quello che fai? Per esempio nella tua musica troviamo moltissimo John Frusciante solista.
Si, ma più che a livello artistico è un approccio alla musica che può essere nel minimalismo che porto nei live chitarra e voce, come Frusciante quando sta in giro chitarra e voce è così. Mi ispiro più al comportamento e all’attitudine.
Il progetto nasce come solista e adesso siete in tre: come è nato l’incontro con gli altri due membri del gruppo?
È la prima volta che condivido questo progetto con qualcuno, avere Emanuele (al basso) e Franz (alla batteria) è stato bello perché il progetto continua come tale ma con idee esterne che vengono incanalate all’interno, seguendo quei binari senza stravolgerli ma restando intima e aggiungendo valori a Wrongonyou. La band di Wrongonyou nasce con Arezzo Wave Love Festival, proprio perché davo a questo evento d’idea di festival e come tale sentivo di dovermi presentare con una band, e non come chitarra e voce. E quindi ho detto proviamo a fare chitarra e batteria, allora ho chiamato Franz e abbiamo fatto le prime prove e da li abbiamo sentito la necessità di aggiungere un basso. Dunque alla prova successiva Franz ha chiamato il nostro bassista Emanuele, ed è stato impressionante come sono entrati subito nel mood del progetto. È stato bello creare questa omogeneità e partecipare con questa formazione ad Arezzo Wave, superando le selezioni e arrivando alla vittoria. Quindi la cosa bella è che questo trio sia nato inizialmente per questo evento, poi si è mantenuto e ha aiutato il progetto Wrongonyou a riscuotere più successo, permettendoci di partecipare quest’estate a molti festival in Italia, anche da headliner nonostante non fossimo famosi ci hanno dato fiducia e questa è una cosa che mi ha molto stupito! Anche il fatto di esibirsi solo chitarra e voce oppure suonare con la band dipendono molto dalla situazione in cui dobbiamo esibirci, la cosa bella è che si riesce a mantenere in ogni caso la mentalità e la sensibilità di Wrongonyou allo stesso tempo con la band e con solo chitarra e voce. Entrambi hanno portato qualcosa di assolutamente positivo.
Parliamo del tour. Come risponde il pubblico e che differenza trovi suonando da solista e con la band?
Si c’è stato un bel tour ad agosto, una cinquantina di date suddivise tra concerti chitarra e voce e con la band. Quando sto con la band si crea una situazione più divertente, la gente partecipa, batte le mani anche incitata da Franz ed Emanuele. Quando mi esibisco chitarra e voce si crea un silenzio che non è da dare assolutamente per scontato, una situazione di rispetto e attenzione. Anche io la vivo in due modi molto diversi, quando sto con la band magari devo stare concentrato anche sul tempo della batteria, mentre chitarra e voce mi apro del tutto, diciamo che mi sento più libero anche a livello emozionale.
È azzardato dire che quando suoni da solo esprimi di più il lato artistico mentre quando suoni con la band più il lato da musicista?
Si è decisamente così, quando sono solo mi emoziono molto di più anche perché sono concentrato solo su me stesso, posso scegliere se fare un pezzo chitarra e voce, se fermarmi e ricominciare. Con la band sto attento ai tempi della batteria, del basso, se siamo intonati… quindi diventa più professionale anche nel momento in cui devi rispettare pause, stacchetti e intro.
È proprio con questa formazione che stai registrando il tuo primo disco?
Si, già c’era l’idea di un arrangiamento con gli strumenti, quello che sto cercando per il disco è: non fare il classico disco da trio chitarra batteria basso e voce ma è far suonare gli strumenti di legno come fossero strumenti elettronici. Ad esempio la batteria in alcuni brani come “Rodeo” diventa quasi un pad elettronico molto meccanico per il modo in cui viene suonata oppure in “Killer” c’è una drum machine.
Quindi restando proprio sull’argomento “sound” di Wrongonyou, possiamo dire che c’è stato un grande cambiamento dagli esordi ad ora, il passaggio da uno stile più elettrofolk a folk/ambient/soul, come è arrivato?
Il cambiamento c’è stato non per necessità ma per gusto artistico, ad esempio un anno e mezzo fa nei primi live utilizzavo molto la drum machine e a volte mi sembrava noiosa allora mi sono detto “chitarra e voce mi piace, mi emoziona”, nella situazione festival “tiriamo su una band” e “lasciamo l’impronta elettronica suonata”. Quindi non è il classico folk quattro quarti e tamburoni, quelli ci sono comunque, ma hanno una personalità elettronica suonata in modo acustico. La ricerca è in un sound folk, suonato quasi in modo elettronico con un po’ di soul e po’ di ambient.