Un mese fa hai fatto capolino nel dream pop di Armaud: senza sporgerti troppo, hai velocemente sbirciato nel suo mondo, come se per filtro avessi dell’ovatta, dello zucchero filato appiccicato alle ciglia.
Adesso puoi guardare meglio, leggere tutto e metterti comodo.
Benvenuto nel disco di Armaud.
Him
Come altri brani del disco questo brano all’inizio era una ballata voce e chitarra sui rapporti virtuali e sulla loro difficoltà, insieme lo abbiamo arrangiato con un mood molto scuro e onirico. Poi abbiamo deciso di aprire il disco così; tanto per sgombrare il campo dagli equivoci.
Patterns
“Patterns” è nato mentre stavamo registrando una prima stesura di alcuni brani in sala. Poi lo abbiamo arrangiato con calma fino ad arrivare alla versione definitiva. Parla dell’abitudinarietà come trappola ma anche come sicurezza. Viviamo dentro certi schemi e non è facile uscirne, ecco perché ci sono questi due accordi ripetuti ossessivamente, cambiano tonalità e di intensità, sembra che si evolva ma in realtà rimaniamo bloccati lì.
Ablaze
Questo è un brano che mentre usciva fuori ci siamo talmente tanto emozionati da avere quasi paura di portarlo a termine, avevamo paura di rovinarlo. Nasce da un sogno e l’atmosfera è sospesa ed eterea ma con questo kickdrum in quattro ossessivo sotto che ci riporta a terra, nel ritornello poi ci sono accordi strani e storti che tutt’ora non abbiamo capito come sono usciti fuori. Vi è mai capitato di essere rapiti con lo sguardo da una fiammella che si muove nel buio? Di essere quasi ipnotizzati? Ipnotico forse è proprio l’aggettivo adatto :)
Spoiler
Arpeggi, intrecci, un testo disperato che affronta il momento in cui si prende coscienza della fine di un rapporto e un finale che supera la rassegnazione aprendo su uno strumentale che ogni volta dal vivo ci emoziona tantissimo.
Common prayer
Il pezzo ritmicamente più complesso del disco, forse quello che risente di più del nostro flirt con il jazz, ha un mood nordico e sospeso.
Bk
Una ballata talmente soffice da essere quasi impercettibile, va sussurrata anche con gli strumenti, difficilissima da rendere live, l’abbiamo registrata in presa diretta, non è stato facile.
How to erase a Plot
Una specie di blues, molto scuro. Se avesse una fotografia sarebbe alla David Lynch. Questo brano (come Ablaze) è nato di inverno ad Amsterdam, non si poteva stare in giro per il freddo e ci siamo chiusi in casa a suonare. Il giro iniziale ci ha rapito fin dall’inizio, ha qualcosa di sexy e perverso che lo rende “speciale”.
Lullaby
Farsi una ninna nanna da soli, alto dosaggio di malinconia e pioggia. Non aveva bisogno di grandi arrangiamenti essendo perfetta così con voce e chitarra, quindi ci siamo sbizzarriti con i suoni, usando un microfono vecchissimo che gracchiava, mandando la voce nell’amplificatore per chitarra dentro un corridoio a casa di Matteo Portelli (che ci ha registrato il disco). Abbiamo giocato con i suoni insomma, lì dove gli arrangiamenti scarni ce lo permettevano.
Song for lovers
Un brano scuro come la pece, minore e ossessivo. Non sono certo degli amanti allegri quelli del testo, ma almeno dimenticano i loro problemi per un tempo limitato, in un esplosione distorta dal retrogusto noise per poi tornare all’inizio, a scaldarsi alla luce della luna.
May
Un altro brano che era perfetto così come era nato, voce e chitarra acustica. Senza fronzoli e orpelli. Presa diretta, qualche take di riscaldamento e via, abbiamo lasciato tutti i sospiri, le incertezze e le pause perché alla fine è questo che siamo. Dolcemente imperfetti.