Mechanics, l’album d’esordio di Jolly Mare, al secolo Fabrizio Martina, viene definito dal suo autore come un viaggio concettuale fra meccaniche del groove e le dinamiche dell’amore. Ci siamo fatti raccontare il disco traccia dopo traccia.
HUN
Mentre lavoravo al disco ho perso per strada tre persone molto importanti. In questa canzone c’è tutto quello che avrei voluto dirgli, e tutti i rimpianti.
HUNGRY ANGRY
Lui e lei che non si capiscono tanto bene, parlano l’inglese e confondono il termine “arrapato” con “incazzato”. Un po’ disco ed un po’ metal.
HOTEL RIVIERA
Una storia d’amore finisce in un albergo qualsiasi sulla riviera romagnola. Sul comodino la polvere, sul lavandino la cenere.
TEMPER
Il ritmo a briglie sciolte fra nuvole di sentimenti contrastanti. Il pezzo che meglio rappresenta il concetto di “Mechanics”.
BROKEN CEILINGS
Cercarsi senza riuscire a prendersi mai, se non è meccanica questa. Il testo l’ha scritto Patrick Crazy Bitch in a Cave che l’ha poi cantata.
BURNOUT
Andare fuori strada è normale, può succedere a tutti. È successo anche a me, qualche anno fa. Non è stato facile ma poi si è sistemato tutto fortunatamente.
UNIVERSE OF GEOMETRY
Meccaniche celesti secondo QuietDust. C’è vita nello spazio? Voglio perdermi viaggiando di stella in stella, in un universo fatto di matematica e geometrie.
STEAM ENGINE
La potenza e l’ignoranza di una macchina a vapore, di una locomotiva al galoppo. Ogni tanto fa bene spegnere il cervello.
YOU NOT HERE
Come sopra, cercarsi senza trovarsi.
WANT YOU BAD
Passione e mistero a Los Angeles. Le parole e la voce sono di Camille dei De La Montagne.
UNIVERSE OF GEOMETRY (REPRISE)
Sigla conclusiva, passano in rassegna gli attori come in una grande messa in scena. Sorrisi, fiori, inchino, sipario.
Continua a leggere lo speciale su Jolly Mare in occasione dell’uscita di Mechanics.