Seconda parte del nostro speciale dedicato alla label Stones Throw ed in questo caso, alla sua affiliata Leaving Records. Curata dal losangelino Matthew David McQueen -meglio conosciuto grazie alle sue uscite discografiche su Plug e Brainfeeder con lo pseudonimo di MatthewDavid– l’etichetta ha rappresentato fin dall’inizio l’anima più sperimentale della scena statunitense che si muove tra hip hop ed elettronica, dando inoltre una connotazione fortemente neo-hippie e new age alla sua estetica. Una commistione questa che rende ancora più fresco ed interessante il suo catalogo. Abbiamo avuto la possibilità di rivolgere alcune domande a Matthew, e questo è il breve resoconto:
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Ci vorresti raccontare come l´etichetta è stata fondata e come è iniziata la partnership con la Stones Throw?
La Leaving Records è stata fondata dalla visual artist Jesselisa Moretti e da me tra il 2007 ed il 2008 come progetto artistico con l´intento di sperimentare e pubblicare musica di artisti ancora sconosciuti provenienti dalle molte scene di Los Angeles. La Stones Throw è talmente in sintonia con noi che la nostra collaborazione è iniziata nel 2012 come se si fosse instaurata una sorta attrazione magnetica.
Quali sono stati i punti di riferimento musicali ed artistici che vi hanno ispirato durante la creazione della label?
Dublab! Ed ancora il punk, il noise e la do-it-yourself cassette culture. Dal punto di vista visuale, a quei tempi Jesse è stata influenzata da tantissime fonti, è una bravissima tipografa ed artista multimediale con un solido background nelle tecniche di stampa, collage, pittura etc. ed è a lei ed alla sua visione che dobbiamo la creazione della nostra estetica.
La tua etichetta -assieme ad altre naturalmente- ha per certi versi reso di nuovo accettabile un genere musicale come la new age, ridicolizzato fino a pochi anni fa ma ora visto con rinnovato rispetto da un´intera nuova generazione di ascoltatori. Cosa pensi a riguardo?
La musica ha un importante funzione unificatrice tra tutti gli esseri umani! La new age è tornata ad essere interessante grazie al rinnovato interesse verso un certo tipo di underground, verso l´arte e filosofie ad esso legate e grazie alla riscoperta di testimonianze auto-prodotte e finora rimaste inedite provenienti da un certo periodo e finora rimaste nascoste. Inoltre “Peace & Bliss & Ecstacy is HIP”. È meraviglioso quando la musica ti porta in uno stato di beatitudine.
C’è un altro aspetto, la Leaving sembra coprire un area musicale più sperimentale di quanto non già faccia la Stones Throw. Collaborate o scambiate idee quando si tratta di dare alle stampe materiale che potrebbe essere compatibile o meno con quanto da loro solitamente rilasciato?
La Stones Throw, Peanut Butter Wolf ed il management generale dell´etichetta supportano e rispettano completamente le mie scelte sperimentali, avventurose e non legate ad un genere specifico ed in generale la filosofia che sta dietro alla Leaving Records.
La tua label è anche una delle principali responsabili del rinascimento della musicassetta come medium per portare sul mercato nuova musica. Ci puoi dire qualcosa a proposito della tua scelta?
Essendo stati ispirati e vivendo all´interno della cultura della musica sperimentale dell´autoproduzione, ma anche dalla cultura dei mixtapes hip hop, abbiamo sempre sperimentato con quel tipo di formato e tutto ciò che riusciamo a realizzare usandolo a casa, in un garage o come progetto artistico è sempre e comunque un estensione creativa di noi stessi.
Più in generale, ci puoi rivelare quali sono, dal punto di vista delle vendite, le uscite di maggior successo dell´etichetta?
“All In One Peace” di Laraaji, ed altre.
Se tu dovessi scegliere le uscite più importanti per Leaving, quali dischi indicheresti?
“Standthis” di Dak, “Tragedy” di Julia Holter, “Anthology” di Knx. e “All In One Peace” di Laraaji.
Sembra che tu ti affidi ad un certo numero di artisti che costituiscono le fondamenta del roster Leaving, sto pensando in questo caso a Ras G e Dakim. Che tipo di rapporto hai con loro?
Personalmente vengo da un profondo background nell´hip hop sperimentale e questi due artisti in particolare sono stati i primi ad offrire supporto ed amicizia nella scena di L.A., abbracciando la sperimentazione all´interno della scena legata all´hip hop, il beat making e l´elettronica. Sono onnicomprensivi e con la mente rivolta al futuro, esseri umani creativi continuamente proiettati in avanti.
Ci puoi raccontare qualcosa riguardo l´album “Flutes, Echoes, It’s All Happening!” di Carlos Niño and Friends, una delle vostre più recenti uscite?
Carlos è un mentore ed una leggenda. Lo conosco da tanti anni ed anche se a distanza, mi sento sempre come uno studente sotto la sua ala protettiva.
Mi piacerebbe sapere qualcosa riguardo al tuo ultimo album “Trust the Guide and Glide”?
Ci sarebbe molto da raccontare. È un disco profondo e meditativo che ha a che fare con la possibilità di trovare se stessi e vivere la propria vita secondo ciò che detta il cuore. La sua realizzazione è durata anni ed è cominciata con i miei esperimenti con lo stile di vita, la filosofia e la musica new age, quando questa mi ha aiutato ad uscire fuori da un periodo buio della mia vita, tanto tempo fa.
Come ascoltatore, quali sono i dischi o gli artisti che più trovi eccitanti al momento?
Wow! Deantoni Parks, Seiho, Cakedog e come sempre Dakim! E Devonwho!
Ci puoi rivelare cosa bolle in pentola per il resto del 2016? Ci sono nuovi artisti che si aggiungeranno al vostro roster?
Ce n’è un sacco in arrivo… Alcune artiste con le quali sto lavorando al momento: VHVL, $3.33 e Sudan Moon
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