Ritorna la rubrica di DLSO dedicata alle etichette discografiche che più amiamo. La possibilità di parlare con l’iniziatore di una delle più belle avventure musicali che siano mai state intraprese negli Stati Uniti ci ha dato l’occasione, più unica che rara, per riattivarla. La label Stones Throw infatti vanta un catalogo che include nomi stellari quali J Dilla e Madlib -in alcune delle sue innumerevoli incarnazioni. Quasimoto, Madvillain e Yesterdays New Quintet su tutte- ed ancora Aloe Blacc, Mayer Hawthorne, Dãm-Funk, Karriem Riggins e tantissimi altri. Il meglio del meglio dell´hip hop underground ma anche del soul e del funk, negli ultimi venti anni ha trovato casa sotto la sigla ST. Con il suo deus ex machina, il produttore e dj Peanut Butter Wolf, abbiamo voluto ripercorrerne brevemente la storia, farci raccontare qualcosa del suo presente e dei suoi programmi per il futuro.
Un grazie a Dariush e Stefano per l’aiuto.
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Immaginiamo tu abbia già risposto a questa domanda centinaia di volte comunque, vorresti raccontare ai nostri lettori come è stata fondata la tua label?
A questo punto della mia carriera penso di aver già risposto centinaia di volte ad ogni possibile domanda. C´è di buono che alcune persone le trovano ancora interessati. Ho fondato la Stones Throw nel 1996 a San Mateo in California, che si trova pressapoco a quindici minuti di auto da San Francisco. Lavoravo presso un distributore di dischi ed ero impressionato dal quantità di piccole labels che avevano sede a New York e che pubblicavano i miei dischi hip hop preferiti e cominciai a chiedermi perché nessuno faceva lo stesso nella Bay Area di San Francisco. Conoscevo un sacco di rappers di talento che non avevano le risorse per dare alle stampe la loro musica, per cui la cosa mi sembrava sensata. Inoltre, pochi anni prima mi ero laureato in Economia e così mi dissi che era arrivato finalmente il momento di mettere in pratica quello che avevo imparato.
Ci puoi rivelare quali sono, dal punto di vista delle vendite, i dischi della label che hanno avuto maggior successo?
Mi vengono in mente Aloe Blacc, Madvillain, e “Donuts”.
Quand’è che hai iniziato a privilegiare la pubblicazione di dischi che consideravi interessanti rispetto a ciò che aveva un potenziale di vendita più grande, in altre parole preferendo la qualità alla quantità, e quand’è hai capito che la tua label si poteva permettere questo tipo di strategia, o non-strategia se preferisci?
Penso che ci siano tantissime labels indipendenti che hanno questo tipo di mentalità. Specialmente quando l’etichetta è gestita da un collezionista di dischi. Ma è proprio lo scegliere un nuovo artista ed il lavorarci assieme nella progettazione e produzione di un nuovo album che mi dà più soddisfazione. La fase della promozione è invece la cosa più complicata. Idealmente, mi piacerebbe che fosse il pubblico stesso a cercare ed a scoprire le releases senza che debba essere io a spingerle ma, come si sa bene, è sempre più difficile conquistare l`attenzione del pubblico dal momento che viene attirato verso tantissime direzioni diverse. Da fan della nuova musica me ne accorgo io stesso, diventa sempre più difficile ricordarsi di chi si ascolta quando c`è cosi tanta offerta là fuori. Ad ogni modo, la mia strategia è stata sempre quella di preferire cose che fossero interessanti rispetto ad altre che avrebbero potuto vendere bene ma che trovavo noiose. Ne ho rifiutati tanti di dischi che in seguito hanno avuto successo ma non ne rimpiango neanche uno.
Se tu dovessi scegliere le highlights della tua label, dagli inizi fino ad oggi, in termini di influenza per l’hip hop e la sua storia in generale, quali sceglieresti?
Cerco di non rispondere più a questa domanda. Penso che in Spotify o Apple Music ci sia una playlist intitolata “Stones Throw 101” che parla a nome mio. Ho anche realizzato da poco un mix per Stüssy ed ho scelto appositamente brani dal nostro catalogo che persino i fans della label potrebbero non conoscere.
Parlando del tuo ruolo di A&R dell’etichetta, cosa cerchi in un MC o un produttore quando si tratta di trovare nuovi talenti? I classici demos sono ancora un buon modo per attirare la tua attenzione?
I demos sono sempre importanti, anche se mi vengono dati nei formati più diversi. I CD sono ok perché li posso ascoltare in auto, ma quando sono in giro per lavoro e me ne vengono dati tanti mi trovo a dover liberarmene di una parte, non li porto tutti a casa. Per qualche strano motivo un sacco di gente mi spedisce o mi dà personalmente demos su cassetta, ma non li ascolto veramente perché non voglio essere obbligato a farmi un idea dei vari brani premendo in continuazione il tasto fast forward. Alcuni mi danno i loro demos in vinile, il che è davvero figo. Ma il mio metodo di ricerca preferito oggigiorno è attraverso i link di Soundcloud.
Se tu dovessi menzionare una qualità che secondo te tutti gli artisti Stones Throw hanno in comune, quale potrebbe essere?
Che fanno tutti musica che piace a Chris Manak (vero nome di Peanut Butter Wolf ndr.).
Il tuo set di dodici ore per Boiler Room, specialmente quando è il saggio Dam-Funk a prendere la parola, riesce a trasmettere un vero senso di pace e di gioia. Vorremmo chiederti, quanto è importante per te, dal punto di vista umano, il rapporto con gli artisti della label?
Beh, Dam è uno degli artisti della label con i quali sono in contatto quotidiano, via sms. Siamo in continuo scambio. Più in generale comunque, amo tutti i miei artisti. Sono i miei migliori amici, da Vex Ruffin a Mild High Club, e poi Mayer Hawthorne, J Rocc, MNDSGN, KNX, KTO, Egyptian Lover, Jonti, etc. Sono veramente grato di avere la possibilità di essere in relazione con loro perché da un punto di vista creativo ammiro veramente molto tutti coloro che metto sotto contratto, ed inoltre scopro spesso di avere in comune con loro anche lo stesso senso dell´umorismo ed il gusto musicale.
Ammiriamo molto la tua scelta di pubblicare alcuni dei lavori di Gary Wilson. Dobbiamo veramente chiedertelo, come è lui nella vita reale?
Muoio dalle risate immaginandomi come Gary si comporti nella vita reale. è incredibile. Una grande persona, umile e geniale al tempo stesso. È uno degli artisti che ammiro di più tra tutti quelli con i quali ho lavorato durante la mia carriera.
Come ascoltatore, quali sono i dischi che ti piacciono di più al momento?
Trovo che il nuovo album di Mild High Club sia molto eccitante, e anche quello di Frankie Reyes merita di essere ascoltato.
Ci puoi raccontare qualcosa a proposito delle novità dell´etichetta per il resto del 2016? Ci sono nuovi artisti che verrano aggiunti al vostro roster?
C`è il nuovo album di Karriem Riggins, che secondo me è riuscito molto bene. Sono molto grato per il fatto che un artista del suo calibro, uno che collabora con artisti di livello molto più alto di noi, come Kanye, Common o Paul McCartney, trovi ancora interesse nel lavorare con Stones Throw! E sicuramente si, ci sono nuovi artisti con cui siamo in trattative ma preferisco aspettare che i contratti siano firmati prima di farne i nomi pubblicamente.
L’ultima domanda: si ha l’impressione che tu stia vincendo la sfida contro internet, o perlomeno che tu riesca a restare al passo con i tempi senza distorcere la filosofia originaria dell´etichetta. Nonostante questo, c`e qualcosa che ti fa paura quando pensi al futuro della Stones Throw?
La mia paura più grande è che io finisca per perdere interesse nella musica moderna e che non riesca più a trovare artisti che mi piacciono, ma per il momento non c’è ancora il pericolo che questo succeda. Sto trovando musica perfino migliore di quanto abbia mai trovato, e sono felice per questo.
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