Nel centralissimo Quirinetta di Roma è nato BASE, un nuovo appuntamento a cadenza mensile in cui la musica live incontra il clubbing in modo trasversale e contaminato. Si parte il 5 novembre con l’attesissimo concerto dei BadBadNotGood (unica data italiana), per continuare poi a dicembre con Cakes Da Killa e a gennaio con Mala. Pian piano verranno poi svelati gli altri ospiti che renderanno BASE un evento immancabile lungo tutta la stagione.
Per approfondire il concept della serata abbiamo rivolto alcune domande a Mamo Giovenco, principale artefice di BASE e di tutto ciò che anima il Quirinetta. In più, vi facciamo ascoltare un podcast a tema, curato e realizzato dalla crew di BASE.
Come nasce l’idea dell’appuntamento BASE e qual è il suo concept?
BASE nasce come voglia di vestire il nostro concept di clubbing.
Da anni tiriamo su strutture e locali, promuoviamo concerti e organizziamo serate in discoteca, così abbiamo pensato di unire tutti questi elementi. Vogliamo portare il nostro concept al pubblico e stimolare l’interesse, la voglia che porta le persone a partecipare spontaneamente. Per farlo serve il giusto mix di offerta artistica, comunicazione, buon bere e un posto super cool, quindi il nostro Quirinetta.
In che modo viene operata la scelta degli artisti ospiti?
Possibilmente prime assolute italiane, artisti mai visti a Roma o super attesi, dalle band ai DJ. Gli ospiti dei primi tre appuntamenti mensili BADBADNOTGOOD, CAKES DA KILLA E MALA, sono artisti provenienti da scene diverse: jazz indie di improvvisazione, hip hop e dubstep. Scelti con un senso, come se fosse un festival che dura una stagione.
Perché iniziare proprio con i BadBadNotGood?
Perché rappresentano l’attesa (quella del 5 novembre è l’unica data italiana) e la contaminazione, elementi chiave del concept di BASE.
Come si colloca – temporalmente e concettualmente – BASE all’interno della programmazione del Quirinetta?
È come se fosse un best of: una rassegna che dura una stagione e che serata dopo serata prende senso. Sarà una volta al mese, proprio perché cerchiamo con attenzione gli artisti da invitare. È un po’ come se fosse una serata per un “noi” molto allargato, ma non troppo, perché ricordate che per entrare bisogna iscriversi.
Dopo un biennio di attività del Quirinetta, quali sono a tuo parere i punti di forza del locale e quali le debolezze a cui si sta ovviando?
Forse non è il caso che sia io a raccontare la bellezza del sistema Quirinetta e della sua offerta, l’oste dirà sempre che il vino è buono. Ci basta che il pubblico ci segue sempre di più. Per anni andare ai concerti o a ballare a Roma ha significato spostarsi verso fuori, il pubblico non è abituato a godersi il centro della città in cui vive o ad andare a ballare a pochi passi dalla Fontana di Trevi, per esempio. Una delle nostre missioni è proprio quella di riportare vita nel centro di Roma, dove c’è parcheggio e dove la ZTL la sera non c’è (cosa che i romani spesso non immaginano neanche).