Mudimbi, il rapper originario di San Benedetto del Tronto è tra i nostri prefe perché è fuori da qualsiasi schema precostituito dell’hip hop italiano: non viene da una grande città, non sente nessuna urgenza di legarsi alle scene esistenti, il dissing gli entra da un orecchio e gli esce dall’altro e i social media li usa per parlare con la gente che gli scrive come se lo conoscessero da una vita. Michel ve lo ricorderete tutti per il botto che ha fatto con Supercalifrigida nel 2013, quando a pomparlo era stato addirittura Trapmuisc.net, dando a un pezzo completamente rappato in italiano grandissimo respiro internazionale. Dopo 4 anni, e contro ogni strategia di lancio basata sul “cogliere l’attimo”, Mudimbi è uscito col disco d’esordio. L’album mantiene il meticciato tra bass music e rap che lo ha contraddistinto dal primo giorno, con punte di contaminazione che toccano il reggae e la dancehall. Le produzioni sono affidate a Riva, Ceri, Ale Bavo, Filo Q, Jeeba e Zaghi e agli Ackeejuice Rockers.
Ma la vera forza del rapper sono le rime tra il cinico e il canzonatorio.
È l’amico con la battuta sempre pronta che vorresti avere tu. E invece ti tocca rimanere muto.
Ci siamo fatti raccontare da Michel la genesi del disco, traccia dopo traccia.
Se gli rubi qualche rima per rimorchiare, lo fai solo felice.
SCIMMIA
Non ho saputo cosa scrivere su questa produzione per parecchio. L’illuminazione è arrivata solo ascoltando e riascoltando la base, che era stupida e “pesante” al tempo stesso. Quindi mi sono chiesto dove avrei potuto collocarla… In discoteca! E che cosa c’è in discoteca? Gli alcolizzati! I drogati! La gente scimmiata!
SBA
Giravo a torno al tavolo del mio vecchio appartamento, con la base in loop e io che disperatamente provavo metriche farfugliando e piangendo dalla disperazione. Non riuscivo a capire di cosa avrei dovuto scrivere. Così facendo credo di essermi rotto i cogl**ni talmente tanto, che alla fine è stato automatico scrivere un testo che parlasse di rotture di cogl**ni.
RISATATÀ
Spagna, Rototom, cannoni a non finire, mare, passeggiate, musica reggae, broccolaggio di tipe, tenda, letargia, grosse risate e ad un certo punto mi giro verso l’amico che era lì con me e “Fratello, credo proprio che lo spirito di Bob Marley mi stia dicendo di scrivere una canzone per immortalare la presabbenaggine di questo luogo” e nello stesso identico momento la mia mente (o la canna che stavo fumando) partorisce un neologismo: risatatà.
GIOSTRE
Avevo “chiuso” l’album, tutte le tracce erano state scritte e selezionate. Poi arrivo questa, dal nulla. Questa è una delle tracce più ispirate dell’album, perché non la stavo cercando, e non credevo di averne bisogno. Eppure mi è arrivata, mi è entrata in testa, e non ho potuto fare a meno di scriverla.
EMPATIA
Tre anni fa scrissi la prima strofa, fidanzato con una ragazza. Due anni fa scrissi la seconda strofa, fidanzato con un’altra ragazza. Un anno fa entrammo in studio, e siccome le strofe erano troppo lunghe, tagliamo e ricucimmo, mischiando tutto. In più aggiungiamo una terza ragazza all’equazione (nel ritornello). Questo pezzo dovrebbe chiamarsi “Mudimbi è una grandissima troia”.
DONNE
Svaccato sul divano mentre Ceri produce questa base che, secondo lui, è dancehall. Inizio a farfugliare la metrica così come la sentite. Anche tema e parole erano più o meno le stesse. Fischio a Ceri “Fratello, sto per scriverti un testo che ci farà scopare sicuro!” Inizialmente doveva essere solo sensuale, però che palle! C’ho messo una spolverata di ironia, che non fa mai male.
TIPI DA CLUB
Un bel po’ di anni fa questo era un feat, ma dato che pensai io il tema da trattare e scrissi ritornello e una strofa così lunga che ce ne ricavavo due, decisi di includerla nel mio vecchio live. Riscosse davvero molto successo quindi, quando fu il momento di lavorare all’album, chiesi a chi mi aveva chiesto il feat all’epoca di poterla utilizzare su una nuova base, ed eccola qui!
TACHICARDIA
È uno dei testi più vecchi che ho scritto, più di 10 anni fa. Ma ho sempre pensato che con la produzione giusta avrebbe spezzato gambe a non finire. Poi ho conosciuto gli Akeejuice Rockers. Devo andare avanti?
CHI
Tra la prima e la seconda strofa sono passati quasi 3 anni. Sono cambiate molte cose nel frattempo, cioè, il sottoscritto è cambiato nel frattempo. Sono di indole pessimista, ma ho sempre creduto nell’amore, anzi, c’ho sempre sperato (come credo tutti del resto), ma non ho mai negato l’evidenza, cioè che spesso ci sbatti solo il muso e ti rompi tutti i denti davanti. Però non posso neanche negare l’altra evidenza, e cioè che sbagliando si impara, perché spesso solo attraversando ciò che non vuoi riesci a trovare quello che cerchi, anzi, chi.
AMNESIA
Appena sento la produzione dico “Ok, questa dev’essere una tematica bella fresh. Lui, lei.” Però c’ho sempre l’ansia del “Che palle! Non posso scrivere quello che mi aspetto di scrivere! Devo sorprendermi! Perché se non lo faccio io, non lo farà nessuno per me!” Quindi ho semplicemente virato sulla tematica “Lui, lei: quando si mandano a cagare.” Che poesia.
SCHIFO
Qui ho battuto il mio record personale di distanza temporale tra le strofe: tra la prima e le altre due sono passati tipo 8 anni. Sono andato in paranoia dura all’inizio, perché non riuscivo più a scrivere con la metrica della prima strofa e non potevo far a meno di pensare che non sono più quello di Mi fist. Dopo una serie di sedute dallo psicologo mi resi conto che forse era il caso di scrivere e non lagnarsi. Buttai giù tutto il disagio accumulato in questi 8 anni, e credo si senta. Il testo, da qui in poi si è scritto da solo.
TUTTO
Sono 4 parole in croce ma, credetemi, le ho dovute studiare non poco. Qui ho attinto a tutti i rave, le droghe psicotrope, i festival techno in giro per l’Europa, e il disagio che la mia vita si è messa nel bagaglio in questi anni. Se non hai fatto quello che ho fatto io, difficilmente riesci ad intripparti così, su questa base. Parola di Francesco Amadori.
Scopri le prime date del tour.
Le illustrazioni fighissime le ha curate quel genio di Maicol&Mirco ♥