50 anni fa veniva prosciolto dall’accusa di oscenità il romanzo di DH Lawrence “L’Amante di Lady Chatterley”.
Quell’evento venne accolto come il segnale più evidente della maturazione dei tempi, ormai prossima era infatti la rivoluzione culturale e sessuale che caratterizzò gli anni 60.
Scritto in Toscana in tre successive stesure tra il 1925 e il 1928 e pubblicato per la prima volta a Firenze, l’opera venne immediatamente tacciata di oscenità a causa dei riferimenti espliciti di carattere sessuale ed al fatto che in essa veniva descritta una relazione tra una donna borghese, sposata con un uomo paraplegico, ed un uomo appartenente alla classe lavoratrice. Il romanzo venne perciò messo al bando in tutta Europa e specialmente nell’Inghilterra del tempo ancora dominata dalla morale vittoriana, tanto che sarà pubblicato in Gran Bretagna solo nel 1960.Il romanzo ha scosso nel profondo non solo la sensibilità di generazioni di lettori del ventesimo secolo, ma anche i pregiudizi sul piacere femminile e sulla virilità.Ad attirare la disapprovazione dei benpensanti non fu la semplice descrizione degli amori della protagonista: Lady Chatterley è il simbolo di un risveglio culturale e sociale che pervade l’Europa negli anni Venti, ed è un risveglio che non riguarda limitatamente l’universo femminile. Lady Chatterley, eroina ribelle e rivoluzionaria suo malgrado, forse a causa delle sue esperienze giovanili che la rendono inadeguata alla vita rigorosa di una lady è spinta ad opporsi sia alle convenzioni imposte dalla sua posizione sociale sia al potere maschile. Lo squallore di un distretto industriale del nord dell’Inghilterra è la molla decisiva che le fa comprendere l’avvilimento della sua esistenza e cercare una vita migliore fino a portare alle estreme conseguenze la sua storia d’amore e la sua rivolta contro la società.La narrazione è ispirata al tradimento della moglie di Lawrence. La vicenda, infatti, narra di una nobildonna, Lady Chatterley, che, sposata ad un uomo di nobile origine ritornato paralizzato dalla Prima Guerra mondiale, si trova a dover assistere suo marito in una tenuta immersa nelle nebbiose Midlands inglesi, e lo tradisce con un guardiacaccia; la vera storia è stata narrata nel romanzo di Alberto Bevilacqua, Attraverso il tuo corpo. Anni dopo l’uscita del romanzo si sarebbe scoperto che il personaggio del sanguigno Mellors era stato ispirato da un certo Angelo Ravagli, vigoroso capitano dei Bersaglieri.
E’ Richard Newbury a raccontare come si è arrivati alla pubblicazione il 2 novembre 1960:
Il libro era già stato trovato osceno e proibito in Inghilterra nel 1928. Tuttavia, nell’agosto 1960 la Penguin, che stava pubblicando l’opera completa di Lawrence per commemorare il 30° anniversario della sua morte, pubblicò un’edizione economica da 200 mila copie dell’Amante di Lady Chatterley, sfidando il nuovo Obscene Publications Act del 1959. Questa legge definiva «osceno» un libro che «tende a corrompere o a depravare», a meno che «non sia giustificato dal bene pubblico nell’interesse della scienza, della letteratura, dell’arte o dell’apprendimento, o di altri oggetti di interesse generale».
Con 36 periti – scrittori, accademici, uomini di Chiesa, critici, giornalisti e politici – come testimoni della difesa insieme a comunicazioni scritte provenienti da tutta l’élite letteraria, questa fu veramente una cause célèbre. Fu anche una battaglia tra il maggiore avvocato del governo, Mervyn Griffith-Jones, che chiese ai giurati se avrebbero permesso alle loro mogli e ai loro servitori di leggere il libro, e, per la Penguin, Gerald Gardner, che fu poi Lord Cancelliere per i laburisti e che insistette perché non ci fossero tre donne nella giuria, sperando che i membri maschi della giuria non si sarebbero sentiti obbligati «a proteggere le donne».
Di fatto furono le giurie, e non il Parlamento o gli avvocati, a riformare la legge creando nuovi precedenti giuridici attraverso la loro interpretazione dello spirito del tempo. Il giudice assegnò alla giuria il compito quasi impossibile di decidere che cosa significassero «oscenità», «tendenza», «depravazione» e «corruzione» nel 1960, e se il libro dovesse essere pubblicato per «il bene pubblico». Decidendo per l’assoluzione dall’accusa di oscenità, la giuria fece quello che doveva: applicò la morale vigente negli Anni 60 e non l’opinione dei parlamentari che approvando la legge del 1959 avevano cercato di negare al pubblico ciò che essi sarebbero stati sorpresi a fare con lo scandalo Profumo del 1963.