Le domande secche di oggi sono rivolte ad un gruppo di ragazzi da tenere d’occhio: “L’Officina Della Camomilla”.
Buonasera, stiamo ascoltando la Donatella Rettore divina. E noi siamo l’Officina Della Camomilla. Dunque. Gummo, tastiera giocattolo, Keglevich fragolata, De Gregori, un mazzo di stelle di zucchero filato viola, un pozzo, Cindy lauper, il luna park fantasma, una rissa al parco giochi, baci baci baci baci nei supermercati sperduti e tanti ragazzini stonati coloratissimi. ci piace giocare a pallavolo con i palloncini. i gatti sulle margherite, la maglietta dei joy division.i cadaveri urbani e le ciocche blu.
non ci piace la carta igienica al contrario, i bulli davanti al mc donald.
Il nome è nato dal caos dei frullati. parlando da solo ad alta voce in bicicletta mischiando violentemente i pensieri infiniti, le cose, le case, le aiuole. un attacco per le insegne al neon. ed è così. è nato dalla fusione tra due pensieri. avevo visto un’insegna di un ristorante che si chiamava Officine di Bacco. Lo rubai. In quel periodo stavo vedendo quotidianamente un film perché mi ero innamorato dell’attrice Gabriela Belisario che interpretava la protagonista Camilla.
E questi due nomi, Camilla ed Officine Di Bacco, continuavano a toccarsi nei miei pensieri. Mischiandoli all’infinito, non so come, non so perché, Camilla è diventata Camomilla ed è uscito fuori L’Officina Della Camomilla. Tra l’altro odio la camomilla. Però mi piacciono tanto le bustine e gli impacchi per curare l’occhio del gatto mio.
Le musiche, le parole, sono istantanee. Almeno per quanto riguarda le registrazioni, effettuate con il prestigioso garageband del machintosh. Poi penso sempre. Sempre. E il Romanticismo del cazzo incombe eternamente e piomba. La fotografia. Gli spiazzi. Le zone ferme. Le paludi. I reparti di alcolici del supermarket egiziano. Il “dolor” che fa le capriole sul marciapiede e ride con i denti rotti.
Poi quando parliamo siamo in continuazione a scrivere testi, fra, pipo e l’anna cantano testi sconosciuti per strada che poi diventano canzoni.
Io penso che la musica alla fine non sia altro che aria… vibrazioni che volano da una bocca a un orecchio..
e quindi la domanda non è tanto quale magia ha mantenuto il canto…ma quale odio metropolitano potrà
fermarlo?
Molto materiale, l’invasione di tutti i relitti e i cadaveri urbani di milano, proporre dei liveset con
una sezione vagamente ritmica e magari insegnare a tutti come tagliare una gola.
Ciao ragazzi ratti lerci di margherite, siate fottutamente depressi e fottutamente colorati, ascoltate i Joy Division con i pacchetti di caramelle in bocca. Vi consigliamo Adius di Piero Ciampi e subito dopo Scuola Furano con Chocolate Glazed.
Camomilla Power. Ciao Camomilli.