Lorella ci invia una nuova ricetta accompagnata da una sorpresina.
Cupcosi del pianeta di cioccolato
Mia nipote Stella, di quattro anni, è ciò che si può definire una chocoholic. Una teppista chocoholic. Così pazza del cioccolato che già dalla tenera età di 1 anno, si agitava ogni qualvolta riusciva ad avere accesso ad un quadratino di fondente. La si vedeva spalancare gli occhi ed aprire e chiudere le manine piena di gioia, e diciamocelo, tale reazione da parte di una un-enne è preoccupante. Ora come ora il cioccolato le viene somministrato in dosi limitate, ma la sottoscritta ha dovuto finire di produrre cupcosi alla vaniglia perché a Stella non piace “la parte bianca” e si mangia solo il frosting cioccolatoso. Figlia di buona madre (mia sorella ndr).
Oggi l’ho avuta ospite a casa, abbiamo giocato con le marionette e Kylie Minogue, le ho letto le filastrocche di Giovannino Perdigiorno e abbiamo mangiato questi:
ingredienti:
2 vasetti di budino al cioccolato alpro soya o similare
latte di soia q.b.
1/3 cup olio di semi
1 cup farina bianca, di cui 3 cucchiai di fecola
¾ cup zucchero bianco
mezza bustina di lievito vanigliato
1 fiala di estratto di vaniglia
1/3 cup cacao amaro
cioccolato fondente per fondue
codette
come sempre, se non siete forniti della measuring cup usate una grossa tazza da caffè americano, andrà benissimo.
Intanto, scaldate il forno a 180 gradi e preparate gli stampi per muffin foderandoli coi pirottini appositi.
Vuotate i vasetti di budino in una measuring cup, aggiungete latte fino a raggiungere 1 cup di liquido. Mischiate bene, aggiungete l’olio e la vaniglia, battete fino ad ottenere una crema più o meno omogenea. Dopodiché aggiungete lo zucchero, setacciate sul liquido tutte le altre polveri e amalgamate il tutto fino a che non avrete davanti una cremona che profuma di ciobar ed implora perché vi ficchiate dentro le dita.
Ignorate il richiamo e versate il composto nei pirottini, riempiendo questi per ¾. Infornate e cuocete per 18-20 minuti, l’odore di ciobar riempirà la casa e vi spingerà a scottarvi il palato con queste morbidezze, ma no, resistete.
Sciogliete a bagnomaria il cioccolato fondente, e ricoprite i cupcosi. Spargete casualmente le codette colorate, e fate asciugare per un paio d’ore.
Una volta asciutto, siete liberissimi di ingozzarvi.
Mentre li mangiavamo abbiamo trovato la forza di recitare a memoria “il paese di cioccolato”:
Giovannino Perdigiorno, viaggiando in accelerato,
arrivò senza sospetto nel paese di cioccolato.
Di cioccolato le strade, le case, le vetture, le piante,
foglia per foglia, i fiori invece, pure.
Di cioccolato i monti: gli alpinisti li scalavano,
ma non fino in cima, perché se la mangiavano.
Di cioccolato i banchi della scuola e s’intende,
che i ragazzi ci studiavano magnifiche merende.
Insomma, per farla corta, in quel paese raro
era dolce perfino il cioccolato amaro.
Giovannino, dopo un mese di fondente sopraffino, pensò:
“Se resto ancora divento un cioccolatino…
Magari divento un uovo con dentro la sorpresa…
Signori me ne vado, senza offesa”.
Per chi ha passato l’infanzia sotto una roccia qua c’è tutto su Gianni Rodari, e buona merenda, io vado a farmi un’altra pera di Waybuloo, dato che ha lo stesso effetto dell’eroina.
Ahhhh. Yogo.
Per partecipare, inviate la vostra ricetta ed un’ironica introduzione a questo indirizzo: ilcomitatosaichefa@gmail.com