Foto di Chiara Esposito |
L’intervista di oggi vuole essere un portafortuna per una band nuova di zecca, “L’orso”.
1) Ciao ragazzi, presentatevi ai nostri lettori
Ciao lettori di Dancelikeshaquilleoneal,
noi siamo L’orso.
L’orso ha tre teste. Mattia, Tommaso, Christian.
Suoniamo insieme da novembre e in un modo o nell’altro tutti viviamo a Milano. Chi poi è venuto dalla provincia e chi da un’altra città. O chi invece ne è autoctono. E le città, a modo loro, sono la base delle nostre canzoni e dei nostri testi, che sono e saranno sempre in italiano.
2) Come mai avete scelto il nome “L’orso”?
Inizialmente eravamo molto indecisi su quale nome usare. Cercavamo una parola neutra, un nome comune, possibilmente corto e di facile memorizzazione. E da qui è uscita fuori la parola “orso” (con la “o” minuscola), capace, da sé, di ricreare un certo immaginario nel quale ci rispecchiamo.
Ma è anche un modo per utilizzare i copricapo da orso di Mattia con una motivazione valida.
3) Ci descrivete il processo che porta alla creazione di una vostra canzone?
La nascita dei nostri primi brani, quelli contenuti nell’ep, ha origine comune.
Mattia prepara un provino del brano, testo-chitarra. I testi generalmente sono una rielaborazione dei suoi scritti, quelli del suo blog, o delle sue moleskine macchiate.
Internet ci aiuta a tagliare i tempi e i chilometri e in breve tempo finiamo a suonarci sopra o nel salotto di Tommaso, o nella sua cantina. Possibilmente, comunque, in una proprietà di Tommaso. Che è lui l’architetto, che poi centra poco.
E da lì i pezzi prendono forma velocemente che, grazieadio, parliamo la stessa lingua musicale. O almeno solo dialetti diversi. E che sia Christian, che sia Mattia, che sia Tommaso, il pezzo cresce, e da figlio diventa adolescente problematico.
4) Quando potremo ascoltare / comprare il vostro primo ep?
L’ep, in questo momento, è nelle mani di Andrea Suriani (My Awesome Mixtape) ed è in fase di post-produzione all’Alpha Depth. di Bologna.
Sarà ultimato entro la fine di gennaio e, con molta probabilità, lo renderemo fruibile e scaricabile liberamente dai nostri siti da febbraio.
Per il futuro vogliamo suonare in tutti i salotti possibili. O in tutti i giardini, o garage. Comunque nelle case, unplugged.
5) Canali recita “quale magia fa sì che ancora si canti?”. Voi come rispondete
Rispondiamo nel medesimo modo di Canali:
“Per farsi coraggio”.
6) Cosa state ascoltando maggiormente in questo periodo?
Tommaso: Wayne Shorter, “Speak no evil”, regalo di mio zio che cerca sempre di convertirmi al jazz. I Deadly Syndrome. E sto riascoltando i La’s, che bisogna sempre ricordarsi da dove veniamo.
Christian: Black Keys “Brothers”, new same old blues. Kula Shaker. E Caribou poichè son stati coverizzati da Owen Pallett.
Mattia: sempre e comunque i Belle and Sebastian. Four Tet. E poi sto rispolverando dei cd di rap italiano della mia prima adolescenza, come “60Hz” di Dj Shocca e “950” di Fritz Da Cat dove trovi della poesia autentica.
L’orso: Beirut perchè lo coverizziamo, Bright Eyes perchè lo plagiamo, Bon Iver perchè lo amiamo.
7) Abbiamo finito. Salutate i lettori nella vostra lingua preferita e consigliateci un brano
Christian: Blind Willie Johnson – Dark was the night…
Tommaso: The Kills – M.E.X.I.C.O. e zio Enrico.
Mattia: JJ – Still (poiché c’è il campione di Still Dre e il loro mixtape è un colpo di genio)
Che poi sono tre abbracci in dialetti diversi.
L’orso.