L’intervista di oggi è a Corrado Grilli, al secolo Mecna, autore del viralissimo video “Final Cut Rap”.
1. Ciao Corrado, ci racconti chi sei?
Non sono nulla di che, come tanti amo la musica e mi hanno sempre eccitato le copertine dei dischi. Da qui è facile capire come possa piacermi fare musica e visualizzarla allo stesso momento. Prima dell’esame di Stato avevo una paura fottuta di decidere della mia vita, ma poi un giorno ho pensato tra me e me: “io uso power point per fare delle cazzatelle grafiche, perchè non imparare bene ad usare programmi di grafica e lanciarsi in questo mondo?”. Detto, fatto e mi piace un sacco. La musica poi è tutto, e scrivo di me sopra l’hiphop più jazzato, divertendomi un mondo.
2. Perché Mecna?
Perchè si. (Qui cade un pò la definizione “e risposte succose”)
3. Dove finisce il graphic designer e inizia il rapper?
Non mi piace definirmi rapper, anche se è quello che effettivamente sono, ma odio che mi si dica “yo” oppure “fratello” oppure “zio” oppure “ah, fabri fibra”. La linea che separa la mia professione dalla mia passione non esiste, sono entrambe a tempo pieno. Durante le ore lavorative, oltre a lavorare (LOL), cerco ispirazione sia musicale che grafica, quindi diciamo che mi faccio investire da diversi impulsi e questo trova il climax quando mi trovo a dover disegnare una copertina di un disco. A volte però il graphic designer si mangia il tempo prezioso del rapper e il rapper ne risente anche nell’ispirazione, ma ci sto lavorando su con successo.
4. A cosa ti ispiri quando produci?
L’ispirazione è un processo di assimilazione lungo, e lo faccio quando non me ne accorgo, ascoltando il più possibile rap, soul, guardando un telefilm, leggendo il giornale, girando in strada. La sera poi mi chiudo nella stanza, alzo il beat e canto senza parole che abbiano un senso, penso come mi piacerebbe che una strofa iniziasse su questa musica. E poi sostituisco i pensieri con delle parole effettive, e da lì parte tutta la strofa, e poi tutto il pezzo. Di solito non penso prima all’argomento, mi lascio trasportare dalle parole che mi vengono, dai concetti che creano e questa è una cosa fantastica perché a volte capita che quella frase in realtà può voler dire due o tre cose insieme.
5. Cos’è Blue-Nox?
Una cosa fighissima. Siamo io, Kiave, Ghemon, Negrè, Hyst, Impro, Rafè ed il boss Macro Marco che facciamo le cose “separatamente assieme”. Siamo amici prima di tutto, condividiamo le stesse idee e ci intrippiamo con la stessa musica, suoniamo insieme e riversiamo tutto su un blog (www.blue-nox.com). Il blog è nato con la nascita del collettivo ed ha lo scopo di prendere l’attenzione delle persone con la bellezza: bella musica, graphic design, cinema e moda. E’ tutto quello che ci capita di trovare in giro, collezionato lì, a disposizione. Non parliamo solo di rap, perché il nostro background sfoga nel rap, ma inizia dalla profondità del soul, jazz e rock. Stiamo anche cercando di portare in giro uno showcase Blue- Nox ma è difficile per gli organizzatori chiamare 8 persone, di solito è più conveniente fare una gara di free style (ride con gusto).
6. Qualcosa su cui vorresti lavorare e un artista con cui ti piacerebbe collaborare?
Mi piacerebbe lavorare a quello a cui sto per lavorare, il mio primo vero album. Dopo l’EP “Le valigie per restare” (freedownload su www.mecnamusic.com) ho capito che forse sono pronto per un discorso più maturo e più corposo. Vorrei lavorare con chi ascolto ogni mattina in autobus, gente che sta a Los Angeles, in Olanda, persone che amano quello che amo io. Se dovessi fare un nome, ti direi che vorrei scrivere una strofa su un beat di Black Milk con featuring di Blu e magari un ritornello di Phonte, fattibile no?
7. Abbiamo finito. Saluta i lettori nella tua lingua preferita e consigliaci un brano.
Ciao lettori, ascoltate le mie cose su soundcloud.com/mecna e scaricatevi “Le valigie per restare” su www.mecnamusic.com se no di che cazzo abbiamo parlato fino a mò? Vi consiglio di rilassarvi e di ascoltare “Mirror” di Pete Philly. Cia’
Intervista a cura di Federica Russo.