Si chiamano Stardog e arrivano da una metropoli qualunque (Milano e dintorni), dove accede tutto quello che accede in qualsiasi altra città del mondo: ci sono le fabbriche, le gallerie d’arte, certi negozi, i locali etc etc.
Loro sono: Manuel Lieta (voce, pianoforte, stylophone, chitarra 12 corde, glockenspiel, diamonica), Simone Limardo (Basso), Alberto Culot (sintetizzatori, pianoforte, fisarmonica, glockenspiel), Alberto Pirovano (Chitarrista esterno, seconde voci, bouzouki, mandolino elettrico), Andrea Dicò (Batteria, percussioni), Isaia Invernizzi (Chitarra elettrica, cori, giocattoli sonori).
Oltre le nevi di Piazza Vetra è il loro album uscito per l’etichetta Frequenze Records.
L’eclettismo è la regola. Le sonorità sono eccentriche. I toni sono psicopatici. Il tutto è accompagnato dalla voce di Manuel che ti manda fuori da ogni spazio temporale, su nuove illusioni, come in certi film francesi. “Oltre le nevi di Piazza Vetra” è un album comunicativo, caratterizzato da una sonorità poco scontata. I testi a tratti risultano difficili e parlano di un amore che, cinicamente, è assoluto. È un innamoramento istantaneo. Accade. Ogni traccia è una storia. “Canzone del dove” è una follia reale, uno spazio a sé stante. “Il Metodo” è la consapevolezza, che si confonde col surreale (della vita). C’è poi “Tridimensionale”, una ninna nanna suburbana e malinconica, come quando qualcuno si addormenta nelle stazioni delle metro diventate desertiche durante la notte; una domanda che non richiede necessariamente una risposta certa. “Come cani” invece è un viaggio, forse infinito. “L’avventura” chiude il disco e come un’ avventura è forte, esagerata e complicata.
È difficile descrivere gli Stardog. Molto più facile ascoltarli.
- Quale Estate?
- Canzone del Dove
- Gli Addii Di Anita
- Il Metodo
- Sai, Carmelo
- Brindisi
- Tridimensionale
- “Ninna Nanna”
- Il Lamento di Bardamu
- Come Cani
- L’Avventura