Rock and roll a tutta forza, che più esplosivo non si può. Tutto succede ai più alti volumi. Esagerazione e ritmo sono le parole d’ordine e loro arrivano dalla Palermo underground e sono i Waines. Sto è il titolo del loro nuovo album – che almeno dal titolo sembra un volume II del precedente, Stu, del 2009. E invece no. Sto, prodotto in Sicilia dagli stessi Waines e mixato da Mario J. McNulty, giovane produttore di New York (che ha collaborato in passato con David Bowie, Nine Inch Nails, Lou Reed e tanti altri) è un prodotto completamente nuovo che, a partire dai testi, non diresti nemmeno che sono italiani.
Grande grinta, amplificatori a duemila e distorsioni elettriche che ti mandano fuori da ogni mondo. Sto è un continuo scambio di ritmi velocissimi e interruzioni finali, un “rumore” sonoro continuo in pieno stile rock, dove l’importante è esagerare. Turn it on è la track d’apertura del disco: ruvida e distorta come non mai. Una presentazione degna dei Waines. Il loro sound, sempre potente, ha la capacità di modellarsi, mantenendo alti i volumi. Afrix, ad esempio, al contrario del brano di apertura è più ruvida e decisamente affascinante come pezzo. Keep it Fast è decisamente uno dei pezzi di più difficile ascolto, anche se risulta la più matura, distorta e ritmata, a tal punto che non riesci a trattenerti mentre la ascolti. Chiude l’album un brano intitolato 1876™ Reprise, energica e ipnotica, forte e distorta che non ti lascia il tempo di respirare.
Bhe mettetevi le cuffie alle orecchie e alzate i volumi, se avete la fortuna di beccarli in live (le date del tour sono già online) ancora meglio.
I Waines sono: Fabio Rizzo (slide guitar, vox), Roberto Cammarata (groove guitar, bg vox), Ferdinando Piccoli (drums, bg vox).
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