Noi ragazzi di Dancelike siamo gente curiosa e se abbiamo la possibilità di fare qualcosa di interessante, non ci tiriamo indietro.
Se vi trovaste a Milano per qualche giorno, andate pure a sfrenarvi al Plastic, ma poi fate anche un salto alla mostra su Michel Comte in Triennale. E’ il modo ideale di trascorrere una deliziosa domenica pomeriggio, trattenendosi a chiacchierare fino a tardi nei giardini del museo.
”Crescendo fotografico” è il titolo della retrospettiva curata da Walter Keller aperta al pubblico fino al 3 luglio 2011. è una raccolta di 87 immagini e 20 collage, questi ultimi realizzati con i provini fotografici di vari rullini che raccontano la lunga strada percorsa dalle immagini prima di presentarsi nella loro forma definitiva.
Le fotografie selezionate non seguono un fil rouge tematico o cronologico, vogliono semplicemente sintetizzare la bellezza del lavoro di Comte e la trasversalità della sua arte, poichè era capace di realizzare meravigliosi ritratti umani con la stessa profondità con cui guardava ai paesaggi di nuvole nel cielo, passando attraverso l’infernale macchina della moda che fagocifera tutto.
I suoi tratti distintivi sono sempre stati l’uso sapiente del bianco e nero, che a tratti comunica una certa forza cinematografica a tratti suggerisce l’intimità di una camera da letto, la ricerca incessante di soggetti, donne soprattutto, capaci di penetrare lo spettatore con uno sguardo o con un gesto fuori dal comune per la loro normalità, e la passione per i corpi senza veli, statuari,a volte meno, ma sempre carichi di una vitalità pulsante.
Note le sue campagne pubblicitarie per marchi che vanno da Armani a Ferrari, da Swatch a Lancome, mostrando una duttilità espressiva degna di pochi. Per la moda ha fotografato non solo le modelle, ma anche gli stilisti, ha raccontato passerelle e backstage con la stessa disinvoltura, catturando dettagli che ad occhi altrui sarebbero sfuggiti. Vi capiterà di riconoscere i suoi scatti su qualche rivista (ha lavorato per Vogue America e per Vanity Fair) per la facilità con cui infila sigarette fumate a metà tra le labbra delle sue modelle, per certe pose leggere e dinamiche, per i colori estivi, per i nudi puliti e spensierati, per le smorfie posticce eppure naturali.
Pensare che ha iniziato realizzando uno shooting per Chloè ed è finito a ritrarre Silvester Stallone a torso scoperto con due petali di rosa a nascondergli le palpebre e Demi Moore in atteggiamento mascolino ed espressione da autotrasportatore incazzato.
Vorrei tanto incontrarlo per strada, magari mi farà una foto in cui sembro Demi Moore.
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http://www.michelcomte.org/
http://www.triennaledesignmuseum.it/