Quest’oggi vi parliamo di un bel progetto editoriale, e bello leggetelo come la-cosa-migliore-che-potesse-capitarvi.
Magari qualcuno lo conosce già, ma a noi piace conversare di cose deliziose ed è per questo che selezioniamo dal marasma di amene idee in circolazione quelle che ci piacerebbe condividere con voi.
L’oggetto in questione è un magazine, di cui basterebbe indicare il nome per sintetizzare appieno fini e mezzi espressivi: Toilet Paper, il provocatorio giornale nato nel 2010 dall’estro artistico di Maurizio Cattelan, che non ha bisogno di presentazioni, e di Pier Paolo Ferrari, fotografo preso in prestito dal mondo della moda e della pubblicità.
Pubblicato dalla Deste Foundation for Contemporary Art di Atene, un’istituzione no-profit fondata da collezionisti e curatori d’arte del luogo e votata all’organizzazione di esibizioni e mostre internazionali, oltre che al supporto dei progetti editoriali più innovativi, ma anche col sostengo della fondazione Nicola Trussardi, è un magazine quasi del tutto privo di testi e appare perciò più come una raccolta di fotografie che come una vera e propria rivista da leggere.
In realtà le parole sono magistralmente sostituite dalle immagini, a conferma del primato delle seconde sulle prime.
Nessuna didascalia esplicativa, nessuna spiegazione, nessuna scrittura autocelebrativa: Toilet Paper vuole solo sorprendere visivamente lo spettatore, ribaltato dalla posizione di semplice lettore a quella di vero e proprio testimone di uno spettacolo per gli occhi. Le immagini sono vivide come non mai, forti come un pugno sul naso o una coltellata nella pancia, sia per l’esplosione di colori che le contraddistingue che per il contenuto esplicito e crudele. Sono tavole irriverenti e provocatorie, che destano una reazione senza se e senza ma: è una raccolta di piccole opere d’arte partorite dal genio incontrollato di Cattelan, che sembra sbeffeggiare in questo modo i patinati cataloghi delle gallerie e le riviste più costose, spesso intente a prendersi troppo sul serio invece che a celebrare la bellezza autentica delle cose di cui essi stessi parlano.
Ma i due curatori del magazine puntano sulle immagini anche per esprimere significati troppo spesso abusati a parole e fatui nei fatti: dall’amore al sesso, dalla droga alla corruzione morale in società, un sacco di temi politicamente scomodi diventano oggetto di un concettualismo a tratti inquietante e scabroso, quasi un incubo vissuto ad occhi spalancati, ma sopraelevato ad espressione artistica e quindi degno di ammirazione. Diventa tutto un raffinato e potente mezzo di costruzione di senso, che mette a nudo il vuoto angosciate e quotidiano delle figure che ci bombardano ogni giorno. La lunga esperienza di advertising and fashion photographer di Ferrari conferisce, infine, a volti ed oggetti un taglio artefatto ed affettato che prende in giro la moda stessa, dimostrando come anche una zampa di gallina, vetrinizzata nel modo giusto, possa essere spacciata per un pezzo da esposizione.
Dopo aver sfogliato le pagine di Permanent Food e di Charley, i due precedenti prodotti editoriali di Cattelan che hanno incontrato infinita fortuna, vediamo come evolverà Toilet Paper, di cui si attende l’uscita del prossimo numero.
Nel frattempo, sfamate i vostri occhi attraverso la versione online. Unico avvertimento: attenti a non innamorarvene, perchè reperire una copia del magazine è come trovare un quadrifoglio in un campo di calcio.
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