Ciao a tutti: chi vi parla è l’IndiePatico.
Qualcuno di voi mi avrà sentito su Fusoradio durante la scorsa stagione, altri mi conosceranno per il blog de Gli IndiePatici. I più immagino non sappiano chi io sia. Ve lo spiegherò con un post. Ah, sappiate che continuerò a scriverne per tutta la stagione, e poi chissà – tutto dipenderà dalla volontà degli Amici di DLSO di continuare a ospitarmi qui su. Basta convenevoli: veniamo a noi.
Gianluca Plomitallo è un ragazzo di Capua (Caserta). Anzi, Gianluca è un professore (precario) di inglese e spagnolo, che è nato a Capua ma ora vive a Milano. E ha una passione smodata per la musica. Credo che di lui si possa dire tranquillamente che è una di quelle persone, di quelle menti che senza internet probabilmente il 99% di noi non avrebbero mai potuto incrociare.
Sappiamo tutti quanto sia stata importante per la musica la nascita di tutti i siti su cui chiunque può appoggiare musica. Autoprodotta, da autodidatti, spesso registrata in casa. E’ proprio questo il caso. Un caso fortunato.
Gianluca su internet è noto come The Huge. Che poi sta per enorme, immenso. Come la sua produzione. Sul suo Bandcamp infatti ha riversato il risultato di oltre 15 anni di creazioni-produzioni-registrazioni. Tutto Do It Yourself. E riunite in una serie di album, intervallati da EP. Cercando di presentare un lavoro ogni 6 mesi (speriamo per molto tempo ancora!).
Belli, originali e vari i 3 album: The Colossus Killed The Giant, che contiene canzoni scritte tra il 2006 e il 2010 (ben 33!); Support The Shout, una raccoltadi pezzi scritti tra il ’97 e il 2011 (14, per lo più delicati, stile ballad, con cui si è fatto notare – vedi recensione su Italian Embassy); e Landescape (che contiene altre canzoni scritte tra il ’95 e il 2003, che in questo caso vanno a comporre un concept, prodotto da I Dischi de L’Amico immaginario, etichetta di Rivoli (Torino) curata per l’appunto dal despota immaginario Giasone e dai suoi due ragazzi di bottega: Maurizio e Cristiano dei Perturbazione).
Splendidi gli ultimi 2 EP (spieghiamo: lui li autodefinisce EP, ma parliamo di raccolte di 11 e 8 brani): Please Call This Love, Volume 1 e Volume 2.
Un suono che mi ha conquistato, e che – come mi ha raccontato lo stesso Gianluca – è frutto di campionamenti al Mac, tastiere MIDI, registrazioni della voce che si protraggono per giorni e giorni, finché non è soddisfatto. Spaziando dal funky a un qualcosa che si rifà al glitch e alla chillwave, senza rinnegare la matrice anni ’70, che sembra pescare dal soul. E poi episodi più Pop, immancabilmente. E che alla fine rimanda delle atmosfere sognanti e davvero fuori dal tempo.
Il tutto riprodotto anche dal vivo: con un ipod per le basi e un piano (perché la maggior parte dei pazzi nascono proprio al piano).
The Huge non si fa mancare nulla – tranne lauti guadagni, verrebbe da dire (visto che rilascia sempre tutto in free download e non ha contratti in essere). Vanta anche una serie di featuring e collaborazioni: da quella con gli Spiritual Compromise ai Kill the Vocalist (progetto in cui fa della deephouse con l’amico Deep88 – e di cui consiglio questo video del brano Italo82), e poi The GrOOming e The Disappearing One.
Che dire: si vede che il ragazzo con la (sua) musica ci sta bene. Che col suo modo di produrre si diverte e riesce ad arrivare (vedere alla voce collaborazioni per conferma). E ci mette a disposizione delle piccole perle. A noi scovarle e godercele.
Qui sotto c’è un player: visto che devo scegliere, io vi propongo Please Call This Love vol. 1, ma vi invito caldamente ad ascoltare tutto quello che c’è sul suo Bandcamp.
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