Anna Maria Saviano, dalla serie “Je n’en connais pas la fin” acrilico, carboncini e pastelli su carta, 13×17 cm ca., 2011. |
Fabiano Farina è nato e vive a Salerno. Studia economia e ha diversi interessi, tra cui la musica e la politica. Ha pubblicato “La Svolta”, “Reverse” e “Sussidiario del socialismo per le nuove generazioni”.
Gli abbiamo chiesto di poter pubblicare un suo scritto che fa parte di un racconto che parla di musica.
Il resto, lo trovate qui.
Un giorno potresti sentire alla televisione una canzone e non sapere di chi è. Però ti piace un casino. Magari tuo padre è un musicista e sa di cosa sta parlando. Io sono stato abbastanza fortunato, ho un padre che in gioventù ha acquistato parecchi vinili.
Una pubblicità di una macchina con una canzone di sottofondo fantastica, ve lo giuro. Stavo nel salone con mio padre e gli chiesi di chi era quella canzone così bella. Lui mi disse: “Di David Bowie, ma non mi ricordo il titolo preciso”.
Così mi consigliò di prendere da un cassetto un vinile, il Best di David Bowie, e vedere tra quei titoli. Era certamente in quella playlist la canzone che volevo. Presi il vinile, con la faccia di Bowie in primo piano, tutta blu e grigia, e andai al computer e la cercai su YouTube.
La prima del disco non era quella che cercavo. Era parecchio lenta, con dei bei violini. Bah, mi dissi, andiamo avanti. La seconda neanche. Che palle quel pianoforte! (ero ancora nella fase di contestazione a quello strumento così bello).
La terza era la sigla di una trasmissione che mi piaceva, “Meteore”. Che sfizio, pensai. A poco a poco quel cantante che sembrava un frocio stava per piacermi.
Comunque sia, continuai la mia ricerca. Non era neanche la quarta, la quinta, la sesta. La numero sei era un bel blues, e per un appassionato di Led Zeppelin suonava un tantino inferiore. Però che groove!
La settima e l’ottava erano una totale delusione. Passai al “side two” del vinile. Le ascoltai tutte su YouTube fino alla settima/lato2. La trovai finalmente. Era “Heroes”, che pezzo fantastico.
Molti anni dopo scoprii che era stata registrata apposta per un film, “Noi ragazzi dello zoo di Berlino”. Inutile dirvi che, nonostante le tematiche del film mi interessassero parecchio, lo vidi solo perché c’era quella canzone. E quella scena fantastica di loro che corrono sul grattacielo della Mercedes…
Quel giorno, davanti a YouTube, mentre mio padre era sdraiato a vedere le altre pubblicità in televisione, pensai che se “Heroes” fosse stata la prima di quel Best of oggi non conoscerei David Bowie, il Duca Bianco. Uno dei miei miti, ambiguità sessuale a parte.
E ciò lo pensai esattamente quando decisi di scaricare anche l’ottava del lato2, l’ultima di quel cd. Quella che non era “Heroes”.