La Megaphone non è (solo) una piccola etichetta indipendente italiana.
Vero è che collegandosi al sito ufficiale tutto lascerebbe pensare che lo sia. Tra le pagine però ce n’è una, il Manifesto, che mi ha prima incuriosito, quindi convinto a mettermi in contatto con questi ragazzi.
Il perché ve lo spiegherà Fabio (Arnosti, anche noto come Arnoux), tra le righe delle sue risposte.
Megaphone si presenta come un “collettivo basato su un concetto idealistico di proprietà” e in cui non c’è un leader ma un’equa distribuzione dei ruoli…ti va di iniziare spiegandoci meglio entrambe le cose?
Megaphone nasce ufficialmente nel 2009 per dare slancio e propulsione a quattro gruppi amici fra loro, l’idea base era quella che unendo le forze, le diverse esperienze e competenze, avremmo potuto darci a vicenda man forte, qualcuno più saggio di noi dice: “uniti é una potenza”.
In Megaphone tutte le bands e gli artisti possiedono con la stessa percentuale l’etichetta, non esiste un boss, le idee di tutti vengono buttate al centro e discusse durante tavole rotonde gargantuesche, i ruoli vengono girati ai compari secondo il loro desiderio, disponibilità e inclinazione, chi la grafica, chi la comunicazione, chi i fornelli, il nostro tesoriere ad esempio é un noto asso del poker e truffatore.
Il vostro legame col territorio in cui vivete è molto forte. So che organizzate diversi eventi in Friuli (di cui uno a brevissimo), e sul sito avete scritto che “chi partecipa contribuisce al salvataggio del (culturalmente) arido Nord Est. Come vanno questi eventi? e più in generale, che risposta avete dai vostri conterranei? siete un po’ più ottimisti rispetto a quando avete scritto quelle parole o no?
Che il Friuli sia una terra dura é noto soprattutto a chi lo abita, qui una buona percentuale di persone, soprattutto nell’ambito del potere politico e culturale, é fermamente convinta che é meglio andare sul sicuro con la mediocrità, fanno finta di non vedere, o proprio non hanno mai visto. Con Megaphone siamo alla continua ricerca di spazi e persone da agganciare, le persone che amano la musica qui non mancano e sono il nostro motore, il problema, come quasi in tutta l’Italia, sono gli spazi (che i comuni sfruttano male), gli orari, la burocrazia.
La frase che leggi nel manifesto é un invito all’aggregazione, il vuoto qui c’é e si sente, Megaphone riempie quel vuoto di musica e rumore.
Venerdì abbiamo la prima edizione del nostro festival, Invasioni Robotiche, tutta la ballotta in un colpo solo, potete trovare tutte le info sul nostro sito.
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Come collettivo però siete anche aperti all’esterno. Ultimamente è iniziata una collaborazione con la Knifeville, etichetta di Maniago, un paesino vicino Pordenone, nata dall’esperienza di un’associazione culturale. Ci racconti com’è nata l’idea e cosa ha prodotto (e produrrà) il lavoro di gruppo?
La collaborazione tra Knifeville e Megaphone ha prodotto/produrrà il nuovo lavoro di Arnoux, che é in corso d’opera, una serie di tre EP di cui uno uscito da poco e altri due in arrivo nel prossimo futuro.
Il primo album di Arnoux è stato edito da Knifeville nel 2008, poco dopo é nato il collettivo Megaphone a cui Arnoux ha subito aderito, al momento dell’uscita del nuovo lavoro non é servito decidere, la collaborazione sembrava la via più appropriata, Megaphone ha curato la promozione, Knifeville la realizzazione fisica dell’opera e la parte grafica del tutto.
Siamo fermamente convinti che la collaborazione tra persone porti i risultati su un altro livello, le nostre porte sono sempre aperte.
Una domanda sulle band che fanno parte della Megaphone. The Storylines, Arnoux e gli amici Videodreams (solo per restare alle ultime ascoltate) a me sembrano differenti nello stile, ma molto vicine per quanto concerne l’atmosfera in cui trasportano l’ascoltatore…siete voi ad indirizzare le produzioni, seguendo tutto il percorso? o è una semplice questione di gusto?
In via assoluta le produzioni degli artisti Megaphone sono viste come la loro cosa più preziosa, il processo creativo viene lasciato libero dall’inizio alla fine e semmai supportato tecnologicamente e umanamente.
Un’ultima, quasi obbligata. La scelta del download digitale gratuito, su cui da queste parti siamo sempre d’accordissimo e che avete fatto sia per gli Arnoux che per The Storylines, è frutto del vostro diverso concetto di proprietà o di altre considerazioni?
Che il mercato discografico si sia mosso e sia cambiato radicalmente negli ultimi anni é una cosa evidente, anche per noi il download gratuito é una cosa buona, permette alla tua musica di girare vorticosamente nella rete e di essere ascoltata, potenzialmente, da migliaia di persone.
Noi come Megaphone siamo ancora molto legati all’opera fisica, cd, cassetta o vinile che sia, riteniamo che non ci sia niente di più bello che scartare un disco nuovo, toccarlo, annusarlo, metterlo nello stereo, alzare il volume dell’amplificatore e ascoltarlo seduti sul divano, per questo motivo realizziamo dischi in tiratura limitatissima, assemblati a mano, con un packaging curato ad hoc per ogni band, per quelli come noi che ancora amano i vecchi supporti in via di estinzione.
Con la raccomandazione di continuare a tenervi informati consultando la pagina Facebook, il sito ufficiale e il Bandcamp della Megaphone.