Questo settembre per noi di DLSO significa un solo disco, per quanto riguarda le produzioni italiane. Stiamo parlando ovviamente di The Nature. Dopo avervelo presentato, vi proponiamo il track by track più lo streaming della title track.
1) ACT I – The Nature
Questa è la traccia di apertura della prima parte del disco, la stessa che abbiamo utilizzato per il teaser. Il tema principale verrà ripreso anche in Don’t Let Me Down e ACT II – Behind The Nature.
2) Fake
Fake è la prima vera traccia dell’album, un brano che inizia con un synth saturo che riporta agli anni ’90. È dance ma, a nostro modo, è anche rock. Abbiamo cercato, infatti, di rendere il brano il meno elettronico possibile. Il metodo di missaggio che abbiamo utilizzato si ripropone per tutta la prima parte del disco. Il messaggio del brano? Tutto quello che vediamo e sentiamo è finto, la verità va cercata dentro di noi.
3) Human Feelings
Questo è il primo vero singolo di The Nature, uno dei nostri brani preferiti. La melodia principale, suonata con archi sintetici, è stata composta inizialmente su chitarra da Max. La linea di basso ci ha visti impegnati per molto tempo, lavorando su numerose variazioni attorno allo stesso giro armonico. Abbiamo cercato di inserire in quei 4 minuti e 20 tutto il mood di Casa del Mirto. Il significato del testo è ambiguo, così da permettere ad ogni ascoltatore di associare l’immagine che preferisce. Noi, naturalmente, di immagine abbiamo associato la nostra, e non la sveleremo ;)
4) Child
Cantata dagli Holidays, è il primo featuring che compare nel disco. È anche la prima collaborazione tra Mashhh! Records e i nostri amici della Keep It Yours di Roma.
Inizialmente il brano era missato diversamente, ma volendolo inserire nella prima parte dell’album, ho dovuto renderlo più affine alle sonorità di The Nature. Ne è uscito un sound ipnotico. Ho lavorato molto sui feedback e sui delay della voce per rendere il suono magico e caldo, cercando di ricreare il movimento alternato delle onde del mare.
5) Expose Yourself
Con Expose Yourself si iniziano a dare i primi messaggi positivi, rivolti a chi è chiuso nel proprio guscio e non ha nemmeno il coraggio di guardare fuori dalla finestra. E’ in quest’ottica che va letta la struttura del brano: verso la metà il sound cambia e diventa più solare, un po’ tropical, un po’ balearic, per poi ripartire con l’ultimo schiaffo di sidechain accompagnato dai cori.
6) Ultimatum
Sicuramente con Ultimatum ho messo in evidenza la mia passione per i Beloved. Mentre nel brano precedente si parlava al singolo, qui si parla alla folla. Se il primo non aveva il coraggio di visitare il cortile di casa, la seconda ha paura di esplorare il mondo di cui è parte. Forse la speranza in qualcosa di buono è stata schiacciata dalle “giacche grigie”, giacche che non contengono uomini ma automi senza cuore. Fight for your rights!
7) Good Boy
In questa traccia abbiamo fatto convivere un synth acido con un arrangiamento da ballad. Il mix doveva dare l’idea di un sound confuso, come colpito da “disastri” inaspettati. L’immagine che avevamo in testa era quella dell’interno di un ciclone: provate ad ascoltarla con le cuffie e capirete di cosa sto parlando. Abbiamo deciso di chiudere la traccia quando, proprio all’ultimo, per gioco, abbiamo aggiunto la chitarra acustica. Credo sia inutile spiegare il senso di Good Boy, lo si coglie anche senza cercare di carpire ciò che canto.
8) Don’t Let Me Down
In questa traccia canta assieme a me Marco Orrico dei Camera 237. Il mix viene ripreso dal pezzo precedente, rendendo così Don’t Let Me Down (ultima traccia della prima parte) la chioma della cometa Good Boy.
Il brano è rivolto a mia nonna Adriana, l’unica in famiglia a essersi dedicata alla musica. Mi ha sempre appoggiato in ciò che facevo, così, con questo brano, ho voluto ringraziarla. Anche se non la vedo da troppo tempo (vive fuori Roma) lei è nel mio cuore e continua a darmi una spinta quando mi serve.
9) ACT II – Behind The Nature
Seconda intro del doppio album, che rivisita il tema principale. In The Nature si è scavato dentro di noi, con BTN si diventa osservatori e si scopre il mondo che ci circonda.
10) The Nature
Cosa ci porta a uscire allo scoperto? La sensazione che la natura ci salverà, nonostante tutto quello che le abbiamo fatto. Da qui in poi il metodo di missaggio cambia, i suoni diventano più distinti e colorati. Forse la speranza non è del tutto persa. World is fun. Non avete idea di quanti strumenti ritmici abbiamo usato in questo brano. Inoltre è la prima volta in cui suono il flauto traverso (solo due note però!). Le sonorità diventano più french, quasi un ritorno al primissimo Casa del Mirto.
11) Just Promise
È il primo dei due brani scritti assieme a Freddy Ruppert (Former Ghosts). Un giorno all’alba siamo andati a prenderlo all’aeroporto di Verona per poi trasferirci in una baita in montagna. La stessa sera “Just Promise” era finita. Freddy, a parte la voce stupendamente profonda, è un talento. Sappiamo che sta registrando il terzo disco, probabilmente faremo uscire qualche suo singolo su 7 pollici. Promesso!
12) Sorry
Sorry è il brano più complesso di tutto il disco, diviso in 4 parti. Si inizia con una lunga intro che ha per protagonista un flauto traverso in continuo panning (il flauto va sempre nella direzione opposta rispetto al campanaccio).
Si arriva poi alla parte downbeat, in cui ci si rende conto di quello che sta accadendo fuori dalle mura di casa (nulla di rassicurante), per poi riprendere la sezione iniziale. Dopo un continuo aggiungersi di strati sonori, si chiude con una serie di rullate di batteria e ritmiche sincopate, che fanno da supporto alla frase “fix your world”. C’è anche qualche messaggio subliminale, trovatelo!
13) Bulls
In seguito al remix che ho fatto agli Hot Sex & High Finance, Dylan Jones decide di ricambiare mettendo le sue rime in un nostro brano. È stato divertente lavorare a questa traccia. Il suono di snare principale è quello del rullante del mio progetto precedente Death by Pleasure, in cui suonavo la batteria mentre Mirko Marconi “suonava la voce e faceva cantare la chitarra”. Gli altri suoni percussivi sono stati campionati dalle bande ritmiche americane, che a differenza delle nostre, spaccano i c.;-)
14) Spaceman
Come potevano mancare gli alieni in questo disco? La maggior parte dei suoni presenti in Spaceman, sono stati creati dal nostro ex chitarrista (Mirko Marconi) tramite la sua pedaliera, anche l’organetto che si sente nel ritornello. Chissà se un giorno l’uomo dello spazio troverà un posto in cui fermarsi; speriamo per lui non sia il nostro pianeta. Nel frattempo, come nel brano The Nature, noi continuiamo a studiare il flauto traverso.;-)
15) Shout Into The Night
Secondo brano scritto con Former Ghosts. Dovevamo assolutamente fare una traccia così con lui. Appena l’ha sentita si è messo a scrivere il testo, di getto. Dopo poche ore il brano era finito. Ricordo che continuavo a chiedergli di suonare qualcosa, alla sua maniera. Mi ha accontentato, chiudendo il pezzo con un assolo di synth.
Naturalmente sono subito andato a curiosare tra i plug-in che aveva inserito in cerca dei suoi segreti; con grande stupore vi posso dire che ha solo usato i cori di Logic, senza nessun plug. Volume a chiodo. Non c’è tecnica, solo magia!
16) Snap Yr Cookies
Ogni sabato mattina, per una assurda tradizione, mando una mail a un gruppo che ascoltavo negli anni ’90, un po’ per ringraziare, un po’ per sperare in qualche collaborazione. È così che siamo arrivati ai Cornershop che, con la stessa passione di chi inizia a fare musica, ci hanno garantito il loro featuring. In cambio noi abbiamo remixato il loro brano “Non-Stop Radio”. Spero non si sia offeso per i sitar che ho messo alla fine! Inizialmente la base era diversa, ma dopo aver sentito la traccia di voce, abbiamo rifatto tutto cercando di valorizzarla il più possibile. Questo è il risultato e ogni vota che riascoltiamo la traccia ci diciamo: “ma vi rendete conto di chi la canta?”. Ancora non lo abbiamo realizzato :)
17) The End
Un finale un po’ pessimista, ma ci voleva. Tutto sta cambiando, tutto se ne è andato, tutti stanno cambiando, tutto è stato fatto.
Per un testo del genere non potevamo che mettere delle stonature di synth qua e là, perchè nulla è perfetto ed ora, anche l’orecchio, è abituato all’imperfezione. Discorso che non vale per chi ascolta musica in scatola, ovviamente…