Mettiamo le cose in chiaro da subito: non vi racconterò il nuovo album dei Sadside Project. Voi lo chiedereste a un ubriacone se quel vino che state per comprare è buono?
Eh sì, perché di questi ragazzi (miei concittadini) ho avuto la fortuna di ascoltare i primissimi pezzi. E di vedere gli enormi passi avanti, fatti in un tempo brevissimo. Fino a chiedere loro un brano per la compilation di Fusoradio (brano che peraltro era stato composto per Dance Like Già Sai #3).
A marzo scorso hanno dato alle stampe il secondo album, Fairy Tales. Secondo album, ma primo “lavoro maturo” – come mi avevano già raccontato qualche tempo fa. O meglio, il primo nato e cresciuto come un album. Il loro esordio – The only two candles I own – era infatti una specie di compendio di tutto quello che avevano scritto e suonato, quando ancora non erano consapevoli. E’ di consapevolezza che si parla, qui.
Quella che deriva da un’esperienza come quella che hanno vissuto negli ultimi mesi: aprire due concerti dei Verdena (a Firenze, il 18 marzo; e a Roma, il 29 aprile) ed essere inseriti nell’edizione deluxe del Dvd speciale preparato dalla band bergamasca, uscito il 20 settembre scorso, dal titolo WOW.
Di tutto questo si parla con la stessa band: ecco a voi la breve chiacchierata fatta con Gianluca Danaro, chitarra e voce (almeno in partenza…). E un regalo da parte dalla band:
Beh, iniziamo dalle basi: presentaci questo nuovo album: perché Fairy Tales? che disco è? cosa significa per voi?
Fairy Tales è un disco a cui noi teniamo molto, è il risultato di tutto quello che abbiamo ascoltato, fatto, suonato e visto in questi ultimi tempi. E’ il primo disco che non registriamo in un garage sotto un parcheggio ma in uno studio e fa strano, le fairy tales sono le tipiche favole a carattere folkloristico, sone le fiabe…ci piaceva l’idea che questo disco avesse qualcosa da raccontare, che fosse una storia insomma.
Cos’è cambiato rispetto alla lavorazione del primo album? E in cosa credi siate migliorati come band?
Sicuramente registrare in uno studio come il Larione 10 di Firenze (oltre che allo Snakes Studio di Roma, ndr) è stata un esperienza molto bella e ha fatto sì che si notassero differenze in positivo rispetto alle nostre piccole produzioni precedenti, specialmente dal punto di vista dei suoni. Inoltre abbiamo inserito nell’album molti pezzi acustici, e anche diversi strumenti (mandolino, synth, violino..), cosa che non era mai accaduta prima,perchè diciamo eravamo sempre rimasti sulla linea di “chitarra e batteria punto” (la band nasce proprio come duo chitarra-batteria – a quest’ultima c’è da sempre Domenico Migliaccio, ndr). Credo che non si finisca mai di crescere in campo musicale, sia io che Domenico ascoltiamo e ascolteremo ancora un sacco di musica,e penso sia importantissimo per evolversi nella composizione prendere spunti a trecentosessanta gradi.
Negli ultimi mesi avete aperto concerti ai Verdena di fronte a migliaia di persone, e in seguito siete stati inseriti nella “deluxe edition” del loro WOW. Due percorsi musicali molto diversi che si sono incontrati. Ci racconti il punto di vista dei Sadside Project? Com’è andata?
Sì, abbiamo suonato nel tour di WOW con i Verdena a Roma e a Firenze ed stato molto positivo, per un sacco di motivi. E’ una band che ho sempre seguito e mi è sempre piaciuta, considero WOW un gran bel disco e sono davvero felice di aver condiviso il palco con musicisti umili, dotati e disponibili come loro. (Riprende a raccontare solo dopo mie ripetute insistenze, ndr) Sicuramente è stato emozionante suonare davanti a tutta quella gente – l’Atlantico di Roma contiene quasi 3000 persone -, e noi abbiamo sempre ringraziato tutti i santi possibili quando ci trovavamo a suonare davanti ad un centinaio di persone, quindi si puo immaginare quanto possa essere bello cantare per migliaia di ragazzi e ragazze: è una sensazione unica. E poi abbiamo avuto la fortuna di girare in tour con Roberta (che ha suonato il basso anche in sede di registrazione di alcuni brani di Fairy Tales, ndr) che sul piano personale si è dimostrata davvero una bella scoperta.
Restando in tema: la carriera dei Verdena sembrerebbe dimostrare che in Italia non si debba per forza essere pop per raggiungere certe platee…vi siete mai interrogati su cosa piaccia alla gente? nell’album vi siete posti in maniera differente rispetto al passato o piuttosto avete puntato all’originalità delle soluzioni musicali?
Mah, in realtà penso che i Verdena abbiano una forte componente pop e penso che anche nel nostro disco si senta molto “pop”. Ascolto molta musica melodica/folk/pop (e cosi via) e quindi penso sia normale che il nostro sound ne risenta. Non credo che nessuno componga ponendosi l’interrogativo “che cosa piace alla gente?”, a meno che non si tratti di fenomeni prettamente commerciale nati e studiati appunto per piacere alle masse. Quindi in effetti no, non ce lo siamo mai chiesto.
Ringrazio Gianluca e lo saluto con un abbraccio. I Sadside Project invece vi mandano un abbraccio a modo loro:
I Need To Take a Pause From Myself by Sadside Project
(a questo link potete vedere il video ufficiale del brano, a cura degli amici de Il Polimorfo)
A noi non resta che consigliarvi di iscrivervi alla loro pagina Facebook, se non l’aveste già fatto. Ed ascoltarli suonare dal vivo non appena si presentasse l’occasione, ovviamente!