Oggi il Cheap Industry Staff vi racconta il lavoro di Ryan Spring Dooley, street artist americano arrivato in Italia per amore del Rinascimento e rimastoci per amore del caos…
Per saperne di più: Flickr – Vimeo
Sul tuo sito ufficiale c’è una breve storia, la storia di un risveglio. Cosa sono conscio e subconscio per te? In che misura sono entrambi riconoscibili nella tua arte? (Vali)
Un sacco delle cose che faccio succedono perché lascio che accadano. Penso che questa si configuri come un’applicazione conscia del subconscio. Ci sforziamo tantissimo di controllarci, per poter comunicare.
Nei tuoi video, disegno e fotografia e musica e montaggio si fondono insieme, a formare una nuova arte, che diventa poesia. Qual è la cosa che ti piace più fare? (Vali)
Mi piace il movimento.
Continuando a parlare dei piccoli corti che crei, quello che salta subito agli occhi è la tua predisposizione musicale (qui penso c’entri la genetica visto che tua madre danzava e si occupava di musica) mi incuriosisce capire da dove vengono i racconti che metti in scena, a volte sembrano aneddoti, a volte sogni dopo una sbronza… (Rossella)
Mi sento molto strano, l’altro giorno ripensavo a mia madre che ballava a piedi scalzi e cantava sul tavolo di un ristorante di lusso, sotto gli occhi di parenti nervosi. Era la notte prima del funerale di mia nonna, e c’erano un sacco d’amore e confusione nell’aria, che dovevano venir fuori in qualche modo. La mia bisnonna, la madre di sua madre, era una cantastorie. Non una di quelle che ci fanno conoscere a scuola, ma una cantastorie che poteva risollevarti con i suoi ricordi e le sue metafore. Alcuni di noi hanno un sacco d’amore e frustrazione dentro, che in qualche modo viene urlato fuori, o che fuoriesce comunque. Penso che la dimensione dei video mi dia la possibilità di raccontare con linearità e corpo, come se fosse la mia voce da molto vicino, come se fossimo amanti (o al limite potessimo esserlo). Credo che questo genere di affinità sia una bella cosa; come condividere lo stesso interesse per ciò che sarebbe potuto essere del tuo passato, e anche del passato di tua madre. Viene fuori proprio semplicemente.
Quando eri piccolo, cosa rispondevi alla domanda “che vuoi fare da grande?” Essere un artista è tutto quello che hai sempre voluto essere? Ti senti un predestinato? (Laura)
Mia madre, ancora una volta, mi dava dei forti incoraggiamenti, ed a volte pensa di aver creato un mostro, perché non è una vita semplice. E’ più difficile aver accesso a certi tipi di comfort o altri tipi di condivisione e sicurezza, che alcune persone lavorano duramente per ottenere. Su questo vorrei lavorare di più, almeno per avere un idea di che tipo di vita un essere umano sano potrebbe avere. Ho passato un sacco di anni concentrato sull’arte e ho allontanato molte persone ed esperienze, perciò io non sono il prescelto, in realtà sono piuttosto confuso e affascinato da queste cose bizzarre che faccio. A volte mi fermo a riflettere su ciò che sto facendo e mi scompiscio dalle risate: rischio la galera a cavallo di una bici con un minifrigo pieno di vernici e un manico di scopa, al solo scopo di poter disegnare merda su dei muri che forse nessuno noterà, ma cazzo è divertente. Ho iniziato a farlo come un’abitudine, e magari dipingevo su tela la notte successiva. Una volta ero preso a disegnare dinosauri per strada, e questa ragazza di cui io ero innamorato mi chiese se veramente credessi in tutte quelle stronzate e non penso che avessi una risposta, ma cazzo lo stavo facendo di continuo, questa è la cosa!
Pensando alla street art la prima cosa che mi viene in mente è la forza del gesto, la riappropriazione dello spazio: l’artista che reclama con la propria arte un pezzo di città. Invece nel tuo lavoro la prima sensazione che si ha è la volontà di rispondere ad una necessità di comunicazione, che sceglie quasi per caso la città come supporto. Come è iniziata la tua avventura da street artist? (Rossella)
Penso che sia sempre meglio farle, le cose. Mi piace la community della street art perché ci sono un sacco di belle persone che fanno cose insieme. Credo di aver cominciato a fare pezzi per strada a Parigi nel 2001, volevo disegnare i piedi delle persone in metro, e poi attaccare i disegni a terra nelle stazioni e lasciare che la gente camminasse sui suoi stessi piedi. Forse ero annoiato, o ossessionato, ma io penso che descrivesse perfettamente l’elemento sociale prevalente di Parigi: persone che camminano sui loro stessi piedi. Non sapevo neanche si trattasse di street art, ma mi faceva stare bene.
Guardando alcuni dei tuoi lavori, come Dance , mi è venuto in mente Mark Chagall, per il modo che hanno i tuoi personaggi di vivere lo spazio e per il ritmo con cui si alternano pieni e vuoti. I tuoi corpi giganti dominano le pareti, offrendo piccoli spettacoli magici che però ci arrivano con la semplicità di scene di vita quotidiana. Cosa sono in realtà le cose che ispirano la tua arte? (Rossella)
Mi piacerebbe mischiare la gioia e la confusione di determinate esperienze, come in una canzone che ti fa dipingere, o un dipinto che ti fa cantare. Ci sono molte incongruenze e regole strane nella vita, che la fanno assomigliare ad un circo. Mi piace Marc Chagall, ha un bel groove, mi piace ascoltare le cose provando a renderle reali, mi piace lo stile e la qualità espressiva della linea e mi piace la sensazione di smarrimento che ti dà l’essere lì e dover far sì che le cose accadano.
Little Italy from ryan Dooley on Vimeo.
ENGLISH TEXT:
Today Cheap Industry’s team introduces you to Ryan Spring Dooley’s work. Ryan is an American street artist who came to Italy because of his love for the Renaissance and remained here for his love for Chaos…
More about Ryan: Flickr – Vimeo
On your official website, there is a short story, a story about awakening. What does Consciousnesses and Subconsciousness means for you? In which part, both of them, are recognizable in your pieces of art? (Vali)
I make a lot of things by letting them happen. I think this becomes a conscious application of Subconsciousness. We try very hard to control ourselves in order to communicate.
In your videos drawing, painting, photography, music and editing blend together, becoming poetry, a new kind of art. What do you like most? (Vali)
I like movement.
Keep talking about your videos. Beside your musical knowledge (that you might have inherited from your mother, a contemporary dancer) I’d like to know: where do your stories come from? Sometimes it seems like something really happened, sometimes they are like an hangover dream. Is there a story behind? Is there anything you’d like to tell about it? (Rossella)
I get pretty weird, the other day I thought of my mother when she danced barefoot and sang on the table of a fancy restaurant full of nervous relatives. It was the night before my grandmother’s funeral and there was a lot of love and confusion that had to come out somehow. My great grandmother, her mother’s mother, was a storyteller. A storyteller not like we know in institution but a storyteller that could heal you with her memories and metaphors. Some people have a lot of love and frustration that somehow screams out or leaks out in any way available. I think the video dimension gives me the possibility to tell with line and narration as if it was my voice from really close, like we were lovers or at least could be. I think a good story is this type of affinity, like sharing the same fascination with what you could make of your past, your mother’s mother’s past too, it just keeps coming like a simple machine.
When you were a kid, what did you answer to the question “what you’d like to as a grown-up?” Is “to be an artist” all you ever wanted? Do you feel elected? (Laura)
My Mother again was heavy on the suggestions and sometimes thinks she created a monster because it is not an easy life. It is more difficult to access certain types of comforts or other types of sharing and security that some people really work hard for. This is something I would like to work harder at, at least have an idea of what type of life a well rounded human could have. I have spent many years working on art and have pushed a lot of people and experiences away, so I am not the chosen one, I am actually very confused and fascinated by this bizarre amount of pushing I do, sometimes I look at what I am doing and laugh my ass off, I was risking jail riding a bike with a beer cooler full of paint and a broomstick so I could draw shit on some walls where maybe nobody really notices, but damn was that fun, I started doing it all the time and then maybe painting on canvas all night after. Once I got into drawing dinosaurs on the street and this girl I fell in love with asked me if I really believed in all this shit and I don’t think I had an answer but damn I was always doing it, that’s the thing!
I think it’s always best just to do stuff, I like the Street Art community because a lot of great people are doing stuff together. I think I started doing stuff on the street in Paris around 2001, I would draw peoples feet in the subway and then tape the drawings on the ground in the metro stops and have them walk on their own feet, maybe I was bored or obsessed but I think it perfectly describes the prevailing social element of Paris; people walking on their own feet. I don’t even know if that’s Street Art and I feel pretty good.
Looking at some of your works, as Dance, they reminded us of Marc Chagall, your characters look like his, in the way they live in the space and in the balance between empty and filled space. Your giant bodies are magical but simple, as in daily life. Where did your inspiration come from? (Rossella)
I would like to mix the joy and confusion of certain experiences like a song that makes you paint or a painting that makes you dance. There are so many strange inconsistencies and bizarre rules in life that makes it seem a circus I like Marc Chagall, he’s got a great groove, I like listening to things and trying to make them real, I like style and the expressive qualities of line and I like the confusion of just being there and having to make something happen.