Il 10 marzo 1920 a Ville d’Avray nasce Boris Vian…
Musicista, scrittore,giornalista , politico,regista autore : in una semplice parola un vero artista.
Personaggio definito leggendario , eterno ragazzo creativo , mai tranquillo davanti al fuoco dell’arte che lo attraversava giorno e soprattutto notte ; amante delle donne nella loro vera essenza era figlio della corrente decadente senza però eccedere nei peccati lussuriosi che essa ne comportava , un controsenso forse definirlo “Decadente” senza peccato ( problemi di cuore) , ma il suo spirito d’approccio recitava quello.
Ingegnere di formazione , scrive ben 10 romanzi , quelli che fecero più successo furono firmati sotto pseudonimo Americano (Vernon Sullivan) quasi a voler render conto di una barriera globale che all’epoca era ben presente fra Europa e America , infatti diventa anche giornalista di successo nel corso della sua vita proprio in America senza mai averci messo piede.
Jazzista capace di rivoluzionare la scena musicale politica di quel periodo , infatti portò due artisti di colore del calibro di Miles Davis e Duke Ellington proprio a Parigi a suonare per la prima volta , questo suo amore per il Jazz lo accompagna nel corso della sua carriera letterari , diventa giornalista del settore e questa musica ne influenza anche isuoi romanzi .
“Sono solo le due cose che contano: l’amore, in tutte le sue forme,con belle ragazze,e la musica di New Orleans di Duke Ellington . Tutto il resto è da buttar via perchè è brutto”
Molti artisti , specialmente cantautori Italiani hanno ripreso alcune sue canzoni , da citare Luigi Tenco , Ivano Fossati e per ultimo proprio Vasco Brondi nel suo primo album con il nome “Le Luci Della Centrale Elettrica”.
Considerato in patria un precursore scomodo proprio grazie a questa apertura nei confronti del nuovo continente , veniva snobbato dalla sinistra francese anche perchè di chiare origini anarchiche .
Muore per arresto cardiaco a Parigi il 23 Giugno del 1959 , una morte come detto in precedenza dovuta alla sua debolezza cardiaca , un cuore insomma che ha dato troppo al mondo dell’arte per essere ricordato.