– dalla rubrica “Indiegnados”, La Sera di Parma, sabato 29 ottobre
Sull’evento facebook c’è scritto ore 22, sul flier che una volta si chiamava volantino azzardano 22.30, a farci la tara inizierà alle 23, ti dici entrando col timore di essere in ritardo a un concerto che se va bene inizia a mezzanotte col supporter, quasi l’una di notte con l’headliner perché vige la pessima abitudine di andare tardi a vedere e ascoltare la musica dal vivo, come se ci fossero cose migliori da farsi dopo cena e non si pensasse né al sonno esiguo prima di un eventuale lavoro del giorno dopo, né alla stanchezza di ore e stress del giorno appena trascorso. Si potrà invertire la tendenza? Non so, certo l’attesa estenuante della prima nota è uno dei mali di una scena vista troppe volte, con l’impero dei deejay che fanno il doppio del pubblico che paga biglietto e (troppo) spesso una tessera per guardare i live, standosene poi per delle mezze ore fuori a fumare e chiacchierare senza partecipare suo malgrado, due antropologie diverse tra chi entra e chi esce nella stessa venue. Così certi locali capofila -come il Circolo degli Artisti di Roma- paiono orientati addirittura ad abbattere i costi e la presenza della musica dal vivo sul palco per passare direttamente alla fase 2 della consolle: come una Sacher non conosciuta, l’asticella si sposta sempre più in basso perché evidentemente così vanno le cose, così devono andare.
– Enrico Enver Veronese