I fiorentini Neuromantik hanno da poco pubblicato il loro primo album, And Chocking and Breathing, giunto dopo 5 anni di carriera, fin qui incentrata su un’intensa attività live.
Dopo aver ascoltato il disco, ho pensato di chiedere cosa ne pensasse ad un amico musicista, Riccardo Sabetti, voce e leader degli Spiral69, una delle migliori realtà new wave in circolazione e di cui da tempo nutriamo grande stima. Scoperto che le due band avevano condiviso il palco in passato, e che lo stesso Riccardo si era già interessato ai Neuromantik, gli ho proposto di scrivere qualche domanda da girare alla band. Cosa che ha accettato di fare per noi di DLSO.it. Ecco a voi il risultato:
Ciao ragazzi, entro subito nel vivo di quest’insolita intervista…come nascono i Neuromantik e perché?
Il come e il perché della nascita dei Neuromantik è identico al come e al perché di tantissime band. Riassumere in poche parole la storia e le evoluzioni della band sarebbe complesso, in quanto quello che siamo ora è il risultato di molteplici eventi. Ci sarebbero fin troppi aneddoti da raccontare…
Qual è il messaggio di “And Choking and Breathing”, e cosa vorreste suscitasse nell’ascoltatore? se vi chiedessi di invogliare a comprare il vostro album usando solo 3 parole, quali scegliereste?
L’album tratta temi diversi, non c’è un messaggio unico. Abbiamo ricercato una continuità più da un punto di vista sonoro che concettuale. Vorremmo che l’ ascoltatore andasse oltre i lati più orecchiabili dei brani e godesse delle ricerche sonore che sono la nostra ossessione.
Il musicista deve invogliare all’ascolto del proprio lavoro esclusivamente con la propria musica, le tre parole le lasciamo a chi sa usarle meglio di noi.
Ascoltando il vostro album, ritrovo influenze della wave/punk più oscura, ma anche il pop dei Duran Duran o dei Depeche Mode..ci sono altre band che vi hanno ispirato e in cosa?
Le nostre radici le hai già individuate, ma ormai la Wave l’abbiamo interiorizzata. In questo ultimo periodo i nostri ascolti spaziano tra i generi e di conseguenza questo si ripercuote sulla nostra musica. Per esempio stiamo ascoltando tanto alternative americano, senza però tralasciare la tanta elettronica che ascoltiamo e abbiamo sempre ascoltato, dall’Ambient alla Dub Step, passando per la Drum’n’bass.
Credete che l’amore ci salverà tutti o che sia un’illusione dei pochi romantici sognatori rimasti?
Partendo dal presupposto che ognuno di noi quattro possiede, a suo modo, un lato romantico, l’amore più che salvare, logora.
Quali sono 3 motivi per cui sconsigliereste la carriera del musicista in Italia (ma anche nel resto del mondo forse…) in questo momento storico?
Non esistono motivi per non intraprendere la carriera di musicisti. Se si hanno idee, stimoli, voglia di comunicare e tanta, tanta pazienza non c’è ragione che tenga per non spingere una persona a esprimersi. Per quanto riguarda noi, nonostante periodi negativi o di stallo, mai ci è passato per la testa di abbandonare il nostro progetto, i nostri obiettivi. Non riusciamo a trovare tre motivi per cui sconsigliare la carriera di musicista.
…e oggi c’è secondo voi una valida scena musicale italiana, qualche band realmente esportabile?
La scena musicale italiana necessita di un rinnovamento: dovrebbe aprirsi alle scene internazionali e non rimanere fossilizzata su dei preconcetti, in quanto la musica è un linguaggio universale. Per quanto riguarda la nostra esperienza, negli ultimi anni abbiamo assistito all’uscita di alcune valide band esportabili, specie nella scena indipendente.
Io ho avuto la fortuna di condividere il palco con voi, quindi lo so. Ma cosa si deve aspettare uno spettatore che si trovasse ad assistere per la prima volta ad un vostro concerto?
Sarebbe più divertente chiederlo a qualcuno che ci abbia già visto live. Per cui potresti rispondere tu, Riccardo. Fondamentalmente cerchiamo sempre di portare sul palco la grinta, ma anche le sensazioni legate a ciò che vogliamo esprimere. Nostro obiettivo è sempre quello di riuscire a colpire lo spettatore, poi ogni live possiede una sua identità. Partiamo sempre dalla concezione che dal vivo una band debba essere più veloce e più potente che su un disco.
Che cosa c’è in programma per i Neuromantik da qui a breve?
Il 25 novembre uscirà il nostro primo lavoro “And Choking And Breathing”, con il quale speriamo di intraprendere un’intensa attività live.
Naturalmente in questo periodo siamo tutt’altro che fermi, stiamo lavorando su tonnellate di nuove idee e di nuovo materiale.
Come chiamereste il seguito di “and Choking and Breathing”?
Ogni disco nasce fondamentalmente da esperienze e sensazioni legate ad un particolare momento. Quindi un album possiede una sua storia a sé stante, non necessariamente il nostro prossimo lavoro avrà qualcosa a che vedere con “And Choking And Breathing”.
Ora come ora il seguito ideale sarebbe probabilmente “Fuma meno!”.
Ringraziando Riccardo (e consigliandovi di ascoltare anche gli Spiral69, se non li conoscete), vi consiglio vivamente di seguire i Neuromantik sulla loro pagina Facebook e informarvi sui prossimi live sul loro sito ufficiale. Nel frattempo, trovate lo streaming del disco su RS Italia, e una bella recensione su Stordisco.
Per concludere: questa è DIG, il primo singolo tratto da “And Chocking and Breathing”:
The Neuromantik – Dig