L’ultra-pop all’italiana è l’unica cosa che riesce a squarciare la monotonia delle mie giornate e oggi a pranzo, nelle mie cuffie, ospito i Dadamatto che dal 4 novembre hanno alzato il sipario sul divertente Anema e core, un album ironico e dissacratorio, dalle amabili ed intelligenti sonorità popolari. Armonici, acuti. Poi stronzi e satirici. E sembrano aprire la finestra sul frastuono metropolitano, sulla Eighties-generation, sui supporti a nastro magnetico, i sintetizzatori, la nuova onda, l’uomo alienato del Piccione di Süskind. Abbiam finito per perdere, non ha più alcun senso vincere, siam morti da troppi anni ormai, ma lo sappiamo solo noi, dicono i Dadamatto che con la Infecta Suoni & Affini/Face Like a Frog redigono un lavoro dall’acustica raffinata (il basso distorto e il mixaggio di Scilla e Cariddi prendono a pugni in faccia il sottoscritto), dai testi stupefacenti ed eleganti (Il cantico delle creature per un bolognese insonne come me è una preghiera da conoscere a memoria), dalle cadenze ingegnose e graffianti de Il netturbino, in cui la batteria e l’arpeggio di chitarra ti ricordano che sei in ritardo per andare a lavorare. Ma è sull’assurda e allucinogena Canzone 3d (mettere il repeat e trovare il bandolo) che gli chiedo di rimanere nelle mie cuffie fino a sera. A muovermi dentro, quel meccanismo emotivo per cui le canzoni febbricitanti e leggere mi fanno gongolare.
Ascolta: Dadamatto – Il cantico delle creature
(mp3) » Dadamatto – William Shakespeare