– di Stefania Giordano
Dee Dee Penny, al secolo Kristen Gundred, è una ragazza mora dai tratti vagamente orientali, ha la spocchia tipica della timidona che è diventata qualcuno, una voce potente e cristallina, la passione sfrenata per il rossetto rosso e per i sonniferi.
Un giorno di tre anni fa ha preso tre amiche e le ha convinte che insieme potevano mettere su una band fichissima, subito dopo le ha portato in giro per Los Angeles a fare shopping. Quatte quatte sfornano due EP a distanza di pochi mesi, e senza quasi accorgersene queste tre madonnine di Los Angeles con la piega sempre perfetta (MALEDETTE!) un po’ preraffaellite un po’ lo-fi, diventano le regine dei club gggiusti della California.
In poco più di 24 mesi, questo (nell’ordine sbagliato) è quello che è successo loro:
– la Sub Pop (NIRVANA, hai presente?) si accorge che esistono e le assume a tempo indeterminato.
– coverizzano nemmeno troppo male la sempiterna There is a Light that Never goes out degli Smiths.
– anche i Vaselines, gruppo dal cui omonimo brano le Dum Dum hanno preso ispirazione per il nome della band, si accorgono di loro e se le scarrozzano in tour.
-Gottehrer (Blondie) e S.R. Wagner (Raveonnettes), insomma non proprio due scemi, producono il loro nuovo disco “Only in Dreams”.
-Dee Dee incontra Brandon Welchez dei Crocodiles, probabilmente in una foresta radioattiva o nella toilette per disabili di un museo. Cominciano a parlare di quanto sia difficile nascere in California, dell’idiosincrasia per la spiaggia e per la Caesar Salad, si scambiano la protezione solare 90, lui le compra un mazzo di sedani e in men che non si dica è amore folle. Si sposano.
Da qui nasce l’idea dei due lovers di partire in tour insieme, una sorta di viaggio di nozze itinerante. Due valigie, due chitarre e circa un trilione di date in Italia, tutte opportunamente distanziate, a novembre che fa fresco e non si suda. Un misto calibrato e appagante dei brani di entrambi i gruppi, riarrangiati con una chitarra acustica ed una elettrica, niente di eccessivo che il viaggio è lungo ed è meglio partire leggeri.
FIRE OF LOVE TOUR. Lei lo aveva avvisato: “Brandon, tu mi fai i cori che di voce sei deboluccio”. Dee Dee invece è una potenza, ha una voce pulita e un senso della misura assai elegante che non la fa mai strafare, sussurra il giusto, scalda tutti quelli che sono venuti per lei al Circolo degli Artisti, alcuni si sono seduti, rilassati in un’atmosfera calda e confidenziale, raccolta. A tratti sembriamo noi gli ospiti, abusivi nel loro salotto, spiarli in un momento di intimità creativa e spirituale. Ho idea che se anche fosse così comunque se ne fregherebbero, si scolano qualche bicchiere di vino rosso e sembrano contenti. Lui si è imbrillantato i capelli e somiglia tantissimo a Ricky Nelson dopo un mese di dieta del minestrone, la guarda innamorato e orgoglioso, ogni tanto sussurra un “CRAZI” al pubblico in segno di gratitudine. Lei è più tesa, pignolissima, si è tolta le calze a righe e ha optato per un Total Black da signorina perbene. Si concentra da morire sugli accordi, sale, scende, taglia e cuce e svirgola morbida sulla chitarra, lo vedi subito che dietro l’aura della it girl c’è un manovale della musica che ha fatto una gavetta tosta e che non si è fermata mai.
Chiudono quest’oretta di ballate deliziose con una long version DA BRIVIDO della già pazzesca Sleep Forever dei Crocodiles e se ne vanno timidi salutando appena, mi sa che corrono in albergo a sfondarsi di tonnarelli cacio e pepe, mano nella mano, belli, innamorati e talentuosi.
Lo so, vi sembrano odiosi descritti cosi, e forse lo sono, ma suvvia questi ragazzi lavorano sodo, è stato comunque un piacere contribuire alle spese della loro sacrosanta HONEYMOON.