Di questi tempi, lo scorso anno mi imbattevo casualmente in una pagina bandcamp, che solo in un secondo momento avrei capito appartenere ad una giovanissima band di ragazzi torinesi: i Fox’ound (o foxhound, se preferite). Da poco maggiorenni, avevano pubblicato un EP dal titolo Ethnic aesthetic che lasciava già intravedere ottime qualità.
Nei mesi successivi li avremmo intervistati al telefono (e sul blog), e poi coinvolti nella prima compilation di sola musica indipendente italiana di Fusoradio. Proprio in una di queste occasioni, ci accennarono ad una scena torinese in fase di (ri)fioritura. E fecero un paio di nomi.
Ho continuato a cercare e seguire link e rimandi, e oggi posso dire con certezza che Torino è pronta a fare il grande salto. E a testimonianza vi vorrei proporre una carrellata di gruppi, tutti secondo me in qualche modo influenzati o quantomeno interessati al lavoro dei DID di Guido Savini (di cui su DLSO si è parlato anche di recente), e più in generale da quel movimento che parte da una rilettura della new wave in chiave elettronica o più indie.
Di ognuna ho cercato di consigliare almeno un brano rappresentativo. Eccole a voi.
1) Joybeat: i primi in cui mi sono imbattuto, e quelli che forse hanno il “singolo” più accattivante (L.U.C.Y.) – e ditemi se nel loro suono non c’è qualcosa degli XTC, tanto per dirne una. [Pagina FB / Soundcloud]
2) Lumen: i più “elektro” di tutti, quelli che più sembrano figli dei DID e del bisogno di andare oltre la new wave senza dimenticare le origini. Se penso alla Torino magica, sicuramente è qualcosa di molto simile a questo il suono che mi viene in mente oggi. [Pagina FB / Bandcamp]
3) The Hollyhocks: sicuramente i più british di tutti (e non è un caso se il sito ufficiale è proprio sotto un dominio britannico), quelli in cui è più limpida e riconoscibile anche la lezione del brit pop anni ’90 – ma che cercano anche di superarla, evidentemente. [Pagina FB / Sito ufficiale]
A place to hide by noisestudioTO
4) Perfect Pop: al secolo Lorenzo Albera, questo ragazzo ha sinora pubblicato una sola canzone. E tanto basta – ascoltare per credere – per suscitare delle aspettative. Scoperto dall’amico Enver, devo dire che se forse si discosta leggermente dai precedenti, pure mantiene forte il legame con gli anni ’80 (ok, forse abbiamo scavalcato la staccionata del postpunk e anche quella del dreampop/shoegaze…ma non è la bellezza che conta?) [Pagina bandcamp / Tumblr]
In bocca al lupo a questi ragazzi, speriamo bene!