Nel corso della 15esima puntata de Gli IndiePatici, andata in onda su Fusoradio lo scorso Giovedì 15 dicembre (vi ricordo che trovate tutti i player in questo post-contenitore) è intervenuto Aimone Romizi, voce dei Fast Animals and Slow Kids, band umbra che ha da poco pubblicato il primo LP dal titolo Cavalli.
A seguire la trascrizione della nostra chiacchierata. Per chi preferisse il file audio, potete ascoltare tutto a questo link, a partire dal minuto 11 circa.
Indiepatico: Benvenuto! Vado subito con la prima domanda: so che siete in giro con gli The Zen Circus, e che vi capita di iniziare a suonare magari anche tra i mugugni, salvo conquistare gli spettatori nel corso dell’esibizione…ci racconti com’è?
Aimone: Intanto ciao! sì, è un periodo fantastico questo, i concerti stanno andando bene…l’inizio può essere difficile anche per la tendenza a non cagarsi la band di apertura, e invece con noi succede che la tendenza cambia durante il live…all’inizio applausi di circostanza, alla fine convinti. E lo vediamo anche attraverso la vendita dei cd al banchetto, dopo il live. Poi gli Zen ci trattano da veri amici, ci aiutano in tutto…
Tra l’altro gli Zen hanno investito direttamente su di voi già a partire dal disco, che vede alla produzione artistica proprio Andrea Appino…
…è tutta la famiglia ad aver investito, perché il disco è uscito per Iceforeveryone che è l’etichetta di tutti e 3 gli Zen, non solo Andrea ma anche Ufo e Karim. E poi c’è la produzione tecnica di Giulio Ragno Favero.
La caratteristica principale della vostra band è probabilmente quella di aver investito tantissimo sul live più che sulle nuove tecnologie e strumenti di promozione. Avete girato tutta l’Italia per un anno, a partire dalla vittoria all’Italia Wave nel 2010…ci sono anche esperienze particolari, che so, l’andare in Sicilia in macchina e sacco a pelo…
Sì, forse abbiamo un approccio da vecchia guardia, il Do It Yourself inteso come il suonare in giro come iene, ovunque sia possibile. Noi siamo davvero tranquilli, non pretendiamo chissà cosa, siamo semplicemente felici di suonare.
Nel registrare il disco con Appino e Giulio Ragno Favero [membro fondatore di One Dimensional Man e Il Teatro degli Orrori – ndr] vi siete sentiti crescere, avete notato dei cambiamenti anche nel vostro suono?
Sì, naturale…tra l’altro abituati come siamo agli studi piccoli, ci siamo ritrovati al Sam World Recording Studio di Lari [in provincia di Pisa, ndr] con due persone che sapevano esattamente come sfruttare al massimo un amplificatore e come far uscire il suono perfetto da una chitarra o che ne so…comunque è inevitabile un miglioramento, anche perché abbiamo cercato di carpire tutto il possibile da loro. Ed è un miglioramento anche dal punto di vista dei suoni, partendo dal presupposto che volevamo uscire dallo studio con dei suoni che fossero riproducibili il più fedelmente possibile dal vivo.
Penso che molti vi abbiano visto dal vivo…beh, per gli altri sappiate che un’altra caratteristica dei FASK è quella di avere una grande presenza sul palco, e quella di Aimone in particolare è quasi teatrale…
…mi diverto tanto in realtà…
…sì, si vede anche da fuori, l’ho visto coi miei occhi all’Italian Party di Umbertide. Ti volevo chiedere quanto incidesse il fatto di cantare in italiano, quanto aiutasse il rapporto col pubblico.
Sicuramente incide, anche il fatto che possano cantare le canzoni secondo me è una delle cose che li rende partecipi del concerto. Non è detto che l’italiano ti avvicini necessariamente al pubblico. Piuttosto, l’importante è far trasparire quello che senti mentre suoni: noi siamo felici, suonare ci nobilita. Sono convinto che anche cantando in inglese, con un approccio di questo tipo si riuscirebbe a conquistare il pubblico. Mi è venuta così la risposta [ride, ndr]…
…ti è venuta bene, tranquillo…ma levami un’altra curiosità: in “Lei” ad un certo punto dici che “la banalità di un testo d’amore è solo paragonabile a quella di un testo politico”…considerando che togliendo di mezzo i testi politici e le canzoni d’amore, della musica italiana resta pochino, mi spieghi questa tua visione?
E’ proprio un’impostazione sbagliata secondo me: scrivi di te stesso, di un albero, di cogliere i fiori su un prato…non c’è solo amore e politica! peraltro tutti pensano che Lei sia un testo contro le canzoni d’amore: no, è un pezzo contro le canzoni d’amore fatte a cazzo. E’ contro chi crede che si debba scrivere d’amore o di politica per essere cantautore. Piuttosto io credo si debba parlare di quello che si sente, e non sentirsi costretti a rivolgersi a quelle due tematiche. Noi crediamo che sia importante parlare di cose che ci succedono intorno, di come ci sentiamo, di debolezze personali o rapporti difficoltosi anche con gli amici…
…penso che il migliore esempio sia proprio Nervi [altro pezzo dell’album, ndr]…
…esatto! il principio è proprio questo: c’è tanto di cui parlare, e invece sembra che molti artisti debbano incanalarsi su vie prestabilite…ma parliamo di nervi, del motivo per cui siamo incazzati tutti i giorni!
Un’ultima su una scelta divertente che avete fatto: so che il libretto di Cavalli è un vero libretto da colorare, con tanti di pastelli nella confezione…
[ride, ndr] sì, è vero. Abbiamo pensato che i dischi siano cose da collezionisti e da collezionare, oggetti belli. E quando ero piccolo il colorare era un gesto che mi rendeva felice. Abbiamo pensato: perché non far colorare il disco? Tra l’altro abbiamo chiesto anche di sponsorizzarci alla Giotto e alla Carioca, ma non c’è stato niente da fare…
Ringraziando davvero di cuore il sempre simpaticissimo e stimolante Aimone, vi consigliamo assolutamente di andare a vedere i Fast Animals and Slow Kids in giro per l’Italia. E se siete a Roma, non perdetevi la serata del 12 gennaio al Circolo degli Artisti!
Questo è un esempio di quello che potreste trovarvi di fronte: