– foto di Fabrizio Bisegna
Qualcuno ha detto che il successo di una serata viene decretato dalle condizioni in cui verte la toilette del locale dopo l’una di notte. Dopo aver fatto 20 minuti di coda e aver raggiunto l’anelata tazza, a niente sono valsi gli oltre 5 anni di campeggio da me perpetrati. Inutili anche i copriwater, invenzione geniale, affettuoso regalo di mia madre che ben conosce la mia incontinenza. Lo schifo era immenso, prepotente. Lo schifo esondava.
La scorsa puntata de La Tua Fottuta Musica Alternativa ha fatto letteralmente IL BOTTO.
Artisti: 5, di cui vi abbiamo già parlato.
Palchi: 2.
Presenze: più di 700, ma chi può dirlo, a un certo punto nessuno più era in grado di far di conto.
Pogo: molto, nonostante la dicitura anni 90.
Baci: più di 2800. Tutti si amavano. Grandi e piccini, calvi e capelloni, nani e ballerine.
Bagni: distrutti.
Tra i musicisti che anche questo mese hanno scaldato i palchi del Circolo degli Artisti, spicca quello di Gionata Mirai, già chitarrista del Teatro degli Orrori e leader dei Super Elastic Bubble Plastic. “Allusioni” è il nome del suo disco da solista, un arpeggio mancino e strumentale di chitarra a 12 corde lungo 25 minuti. Non avrei mai pensato che un’ esecuzione priva di parole riuscisse a tenermi incollata alle note per tutto questo tempo, ma invece è stato cosi. E no, non c’entra niente il fatto che Gionata somigli assai a Vincent Cassel, molto più bello e molto più giovane. Questo è quello che mi ha raccontato prima del live.
1) Dunque, arrivi dritto da Mantova. Quando sei arrivato fin qui e cosa hai ascoltato durante il viaggio?
Sono arrivato ieri. Intervista nel pomeriggio, cena e un giro per Roma. In macchina abbiamo ascoltato “Low Level Owl volume 1” , degli Appleseed Cast.. un gruppo americano di qualche anno fa. Emo, vecchia scuola!
Viaggiare da solo è un’esperienza nuova per me, strana ma bellissima allo stesso tempo. Quello che capita in viaggio capita soltanto a me, è mio, non devo metabolizzarlo con nessun altro, posso goderne solo io. Vado in camerino dopo aver suonato e le sensazioni che sento sono molto più intime, iniziano e finiscono soltanto con me.
Forse è una coincidenza o forse no… il primo pezzo è nato proprio in tempo reale, guardando sul web quello che stava succedendo dall’altra parte del mondo, il resto del disco parte sempre da li’ ma va altrove. “Allusioni” ha una radice nella sensazione che noi essere umani possiamo fare i grossi quanto vogliamo su questo pianeta, ma appena la Terra muove il culo due secondi torniamo ad essere quello che siamo, esseri infinitesimali che possono essere spazzati via in un attimo. E non c’è bisogno di andare in Giappone, lo abbiamo visto anche recentemente in Italia, quando gli elementi naturali si rivoltano e danno origine ai disastri ambientali, noi stessi paghiamo le conseguenze dell’incuria umana. L’uomo è incapace di costruire qualcosa che duri più di una mezz’ora, così come è incapace di gestire la sua presenza sulla Terra.
4) Data questa grossa base di consapevolezza, maturità e disperazione, a quanti anni faresti ascoltare “Allusioni” a tuo figlio?
Non ho ancora un figlio, ma quando ce l’avrò mi piacerebbe che lo ascoltasse fin da quand’è ancora dentro il pancione. Ho fatto ascoltare l’album a bambini molto piccoli e hanno reagito veramente bene, mi piace pensare che vi abbiano riconosciuto la purezza… i bambini capiscono solo la purezza.
5)Rimanendo in tema familiare, come hanno reagito i tuoi genitori quando la tua musica è diventata un vero e proprio mestiere?
Loro mi hanno lasciato sempre molto libero di fare quello che volevo, mi hanno “appoggiato passivamente”, senza spingermi troppo ma nemmeno ostacolandomi. I miei sono divorziati e mio padre vive in Sardegna, quando passo a suonare laggiù lui cerca sempre di esserci . Mia madre invece ci ha messo un po’ ad accorgersi che ero DAVVERO un musicista, però è venuta a vedermi a Milano durante l’ultimo tour del Teatro degli Orrori, con tutta la famiglia. Mi ha fatto piacere, anche se lei non è esattamente una tipa da concerti rock!
6)Cosa ti spaventa di più come musicista?
L’ignoranza. La gente si trascina addosso problemi che con il tempo diventano enormi, e che si potrebbero tranquillamente evitare se si vivesse con un po più di consapevolezza. Accettare passivamente quello che ci circonda, Monti compreso, è una forma di ignoranza. Vorrei un’ Italia diversa da quella che abbiamo, perché so che abbiamo tutte le potenzialità per evolverci ma so anche che statisticamente è molto difficile che ciò accada. Ci sto lavorando per un’Italia diversa, io ci provo con la mia musica, ma il tempo del popolo italiano è ciclico, la gente si comporta sempre allo stesso modo. Ormai ho 34 anni, se fossi voluto andare via l’avrei fatto prima, ma non è detto che non mi stufi del tutto e vada via.
7) E se non fossi diventato DAVVERO un musicista?
Probabilmente avrei fatto il commesso in una ferramenta. Mi piacciono i piccoli oggetti utili, amo l’idea che ci sia qualcuno che si sbatte un casino per creare degli oggetti piccolissimi che poi ti risolvono problemi giganti!
8) Poster che avevi in cameretta da ragazzino?
Dunque… Frank Zappa… poi, un poster di un concerto di Patti Smith che ho visto nei primi anni 90 e che mi ha cambiato un po’ la vita, un poster di Lamù ed uno di Marilyn Monroe.
9) Nel disco l’unico strumento suonato è una chitarra a 12 corde, un aggeggio caro a molti del cantautorato italiano da De Andrè a Battisti… consigliaci un film del secolo scorso, dagli anni 50 in poi.
Ho visto un film molto bello recentemente, girato nel 77. Si chiama “Padre padrone”, dei fratelli Taviani e parla della Sardegna.
10) E se ti chiedessi di consigliarci un artista o una band imperdibile del panorama italiano in questo momento?
A parte il Teatro degli Orrori? Ahahahah! C’è un cantautore triestino molto figo, si chiama Toni Bruna… a lui non gliene frega niente di essere famoso, ma ha fatto un disco molto bello, ed è uno dei pochi che ascolto attualmente senza premere “skip”.
11) Rito scaramantico prima di salire sul palco?
Cerco un muro o qualunque superficie dura e la riempio di calci.
12) In chi o cosa vorresti reincarnarti?
In una pianta, cosi non mi sbatterei troppo per vivere!
13) Vuotaci le tasche, please.
Allora… c’è una chiavetta usb, un telefono… un tagliaunghie, a proposito di piccoli oggetti utili! Monete, poche, plettri e un biglietto con le indicazioni per raggiungere il locale.
14) Grazie mille, ci vediamo più tardi per il live!
Grazie a te, ciao!!
Qualche ora dopo, intorno al palchetto acustico, ho assistito ad un piccolo miracolo. Al centro c’era solo Gionata e le sue mani, e intorno la gente era rapita, raccolta, sembrava scaldarlo col fiato. Avrebbe potuto continuare a suonare per un’altra ora, nessuno avrebbe mosso un passo. Con quel carisma ci nasci, ma il coraggio si impara, è bello e ti nobilita. Un disco strumentale, di questi tempi poi, è una scelta coraggiosa, azzardata, per chi la compie, ma anche per chi la accoglie.
Il Teatro degli Orrori tornerà presto e questo è un fatto, io spero di continuare a vederlo anche in giro da solo, anche se somigliasse a Sloth dei Goonies sarebbe bellissimo e farebbe la sua porca figura.
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