Domenica è uscito in free download Canyon, disco di esordio degli STRi, duo fanese che fa della freschezza e dell’elettricità dei punti di forza. Venerdì 3 febbraio c’è stato il release party, al Bardàn, posticino nel cuore della città adriatica sempre molto attento a quel che di nuovo c’è in giro. Io c’ero e con Alberto e Nicola ci siamo fatti una chiacchierata nel gelo di una notte che di lì a poche ore avrebbe portato una tormenta di neve. Ecco, grosso modo, cosa ne è uscito, tra visioni colorate e strati di elettricità.
Da dove viene STRi?
Nicola: – Tutto merito suo
Alberto: – Sì, in pratica all’inizio STRi ero solo io e facevo uno one man band show. In pratica usavo la loop station, gli effetti della chitarra e ci mettevo anche la voce. Poi facevo dei loop e ci suonavo sopra. Tutto nasceva da una continua improvvisazione e il risultato era un crescere, non c’erano tanti stacchi, era semplicemente stratificato. Poi è arrivata l’esigenza di ampliare e diversificare le tracce, quindi ho chiesto in giro, perchè mi serviva dell’elettronica. Ho chiesto a lui al bar, per caso. E lui mi ha detto che faceva proprio questo, che stava studiando Ableton…
Nicola: – Sì, a El Paso, da Iaio. Lui suonava prima di Bologna Violenta quella sera.
Alberto: – Eh, esatto. Da lì abbiam deciso di provare, prima rifacendo i pezzi che già facevo da solo. Ci siam trovati molto bene, quindi abbiamo iniziato a creare pezzi nostri, oltre ai miei vecchi, provando in continuazione. Alla fine abbiamo deciso di fare questo cd, che racchiude 8 tracce.
Nicola: – Alla fine del progetto iniziale c’è ben poco…
Alberto: – Sì, esatto. Il disco è nato da Settembre a Dicembre, tutto autoprodotto.
Nicola: – Lavorando 7-8 ore al giorno, da lunedì a venerdì. Ci siam presi l’impegno fisso… E adesso tra due giorni esce, in free download. E siam molto gasati!
Bene! Andiamo dritti sul comunicato stampa che parla di Trainspotting. Perchè? Io ci vedo molti più colori, tanto Super8…
Nicola: – Ma quella è più una scelta dell’ufficio stampa…
Alberto: – Guarda è una cosa molto comune, che ci han detto più o meno tutti, che la nostra musica viene vista molto adatta alle colonne sonore, accostata a qualcosa di visivo, molto adatta a delle scene cinematografiche,…
Nicola: – Ma effettivamente lui (riferito ad Alberto) non lo capisce ma lo sa. Quando ci mettiamo davanti al computer lui ripete in continuazione che vede i colori, vede le forme, le cose,…
Alberto:- Sì, è vero! Poi il riferimento a Trainspotting potrebbe starci nel momento in cui io amo le sonorità anni ’90 e questo penso che emerga inconsciamente. Comunque il riferimento alle scene di cinema è più casuale che cercato.
Sì, per esempio Wimbo. Ha una tensione drammatica molto forte. C’è un susseguirsi di immagini illuminatissime…
Nicola: – Sì! sembra il Re Leone, vero? In effetti la luce è un filo conduttore.
Alberto: – Sì, è una figata! Ne abbiam parlato anche noi. La luce e i colori hanno un ruolo dominante.
Ma è un effetto che colpisce l’ascoltatore o c’è una ricerca da parte vostra?
Nicola: – La nostra ricerca è emotiva, non studiata per evocare qualcosa. Non partiamo con l’idea di crare pezzi di determinati colori. è una ricerca emotiva.
Alberto: – Non è fatto apposta. Cerchiamo tensioni musicali, accordi molto positivi e quindi finiscono per essere molto colorati. Poi non sappiamo mai dove andremo a finire, perchè magari io parto con un’idea che mi porto da casa. Poi lui (Nicola) ha le sue idee, la sua immginazione. è un costruire continuo, mai programmato.
Nicola: – La concezione è quella di creare un racconto, uno svolgersi…
E cose volete raccontare?
Alberto: – Eh. Bene o male come ci sentiamo, lo star bene, la serenità,… Poi ci son cose anche nostalgiche, per esempio Coeur Cache che è nata molto tempo fa ed è più nostalgica. Adesso, per esempio Conifere o Summerize son molto positive,… Ci ha preso la mano questo ottimismo, questa serenità…
Nicola: – Sì, in effetti le nostre vite stanno andando bene e ne siamo felici ma anche consapevoli… Che culo!
Quindi c’è una capacità da parte della vostra musica di raccontare di cui non avete il controllo? Una sorta di talento pittorico…
Alberto: – Sì. Bè, io dipingo da quando ho 3 anni, ho fatto la Scuola d’Arte. Qundi emerge anche se non voglio!
Stasera? Complicato?
Nicola: – Difficilissimo! Un posto minuscolo, senza impianto… Fare musica elettronica così è davvero difficile. Però ci piaceva farlo qui. Ora andremo a Rimini, a Modena, forse a Pesaro…
Alberto: – Sì, per il resto ancora il tour è ancora in fase di programmazione.
Come nasce il nome STRi?
Alberto: – Dalla Scuola d’Arte di Urbino, appunto. Non stavo mai a sentire, disegnavo scritte senza senso e le stampavo anche sulle magliette. Una di queste era STRi ed è diventato il mio soprannome.
Nicola: – Sì, poi io non ho voluto assolutamente cambiare nome al progetto, non aveva senso, era un continuo di un progetto. Che ora sta prendedo quasi la forma di un collettivo, nel senso che chiunque si unirà sarà benvoluto.
Alberto: – Esatto. Nel disco siam solo noi. Però per esempio adesso c’è una nostra amica che ci ha chiesto di occuparsi del video di Ranma, per esempio, che uscirà a Marzo. E siam molto contenti, anche perchè così diamo un visual al progetto.
Da quali realtà venite, musicalmente?
Nicola: – Io faccio parte di Electrofuckers, facciamo musica elettronica. Poi veniamo entrambi da due gruppi locali
Alberto: – Sì, entrambi veniamo dal rock, sostanzialmente.
Bene, l’ultima domandina…. Musica nell’autoradio?
Alberto: – Tanta elettronica. Tecno, trance, chillwave,…
Nicola: – Io ho le compilation che mi fa la mia ragazza, che è una dj irlandese e quindi mi posso fidare.
Che dire? Canyon è in streaming e in free download. Voglia di un po’ di colori?
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