Gli Appaloosa scelgono di seguire le orme dei Radiohead (e di molti altri artisti, ok) e pubblicano un album di soli remix del fortunato Savana, uscito nel 2009 per Urtovox. Lo avevano fatto anche i Linkin Park con quella epica kitchata quale era Reanimation, ricordate? Io purtroppo sì. Dio solo sa cosa mi abbia fatto riavvicinare al mondo dei remix dopo quella traumatica esperienza nei primi anni zero.
L’esperimento degli Appaloosa, per fortuna, ha avuto un esito molto più felice. I remixers rielaborano i pezzi di Savana, terzo album del quartetto livornese (ascoltate anche quello: non si può ascoltare un album di remix senza aver presente i pezzi originali, si gode solo a metà). Ogni pezzo ha suoni differenti, così da creare un collage di sonorità che spaziano dall’hip hop, alla house, dall’electro alla nu disco, fino ad arrivare a esperimenti più tirati (ma riusciti) di big beat e tribal techno.
Un membro della band, Simone Di Maggio aka DiMaggioBaseballTeam, riscrive Civilizzare, che seppur riempita di wobbling (suono che mi esce da ogni poro del corpo), risulta un piacevolissimo pezzo ambient ; Digi G’Alessio, nel remix di Minimo; strizza l’occhio agli amanti della dubstep melodica (poteva osare di più, visto a cosa ci ha abituati); ottima la versione di Genny remixata dagli Apes On Tapes, che riescono a invogliare alle danze coi bpm bassi e le chitarre elettriche mescolate a suoni 8 bit.
RMX Vol.1 è un regalo graditissimo degli Appaloosa, ed è un album che nella borsa dei dischi di un dj ci sta comodo e a proprio agio, magari a fianco di nomi ben più grossi . Attenti però: solo perché si è parlato di borsa dei dischi non significa che fuori dal dancefloor sia un ascolto forzato (come accade con quasi tutte le canoniche produzioni da club). L’esperimento di cambiare abito a Savana è perfettamente riuscito, che vogliate ballare o ascoltare non fa differenza: rimarreste appagate in ogni caso.