A chi non suona familiare il nome, potrebbe sembrare il protagonista di un telefilm anni ’70, magari la versione italiana di Fonzie in onda su Tele Padania. In verità, lui è uno dei pionieri della musica elettronica del nostro Paese, esponente di pregio di quella fase New Wave di inizio anni ’80 che ha prodotto numerosi successi da esportazione. Dopo aver cavalcato l’onda fortunata del genere, ha collaborato con la super etichetta olandese Clone, quella di Alden Tyrell, Duplex e Legowelt per intenderci, ritagliandosi un pezzetto importante nel panorama musicale europeo.
Dopo l’intervista a Gary Numan uscita lunedì, abbiamo deciso che volevamo proprio rovinarci. In occasione del tanto atteso evento di domani sera al Tunnel, che vedrà un pubblico riscaldato dall’energia di Gary e dal suo collaboratore più fedele Ade Fenton, Fred Ventura sale sul palco per togliere il manto di polvere depositato dal tempo sulla sua band State of Art, con cui suonerà i pezzi del nuovo disco At work, e per presentare lo speciale cofanetto New Wave Italiana 1980/1986 contenente 35 tracce selezionate in esclusiva tra i successi più noti di quest’ epoca prolifica di belle cose.
Gli abbiamo fatto una piccola intervista per sapere direttamente da lui le ragioni di questo ritorno in scena e ci ha impacchettato una playlist in esclusiva per capire in che direzione si orientano attualmente i suoi gusti. Ecco a voi il risultato.
1) Ciao Federico. Questa sarà un’intervista breve perché abbiamo a cuore il tuo tempo libero. Comincia a raccontarci la tua storia di musicista, raccontala a chi gli anni ’80 non li ha vissuti.
La storia è lunga, meglio sintetizzare al massimo, tutto ha inizio sul finire del ’76, dopo aver letto i primi articoli sul punk rock inglese su Ciao 2001, il settimanale rock italiano più popolare a quei tempi. Da quel momento in poi si sono innescate una serie di micce, punk rock, post-punk , new wave, synth pop, italo disco, hip hop, house, techno, trip hop, tutta una serie di piccole o grandi rivoluzioni sonore che ho avuto la fortuna di vivere con occhi ed orecchie ben aperti. La mia carriera solista in area disco è iniziata nel 1983, combattuto tra l’essere credibile e l’essere popolare, credo di essere riuscito ad unire le due cose in modo egregio anche se per qualcuno ero troppo commerciale e per alcuni il contrario.
2) Qual è la canzone più rappresentativa dell’italo disco secondo te? E quale l’immagine più iconica?
Il mio brano preferito è IC Love Affair dei Gaznevada, per l’immagine preferisco soprassedere, credo che fosse il punto debole di tutto il movimento.
3) New Wave Italiana 1980/1986 è la doppia raccolta di tracce con la quale intendi ripercorrere il meglio del genere in voga in quel periodo. Com’è nato questo progetto ? Vuole essere un tributo nostalgico alla gioventù che ha scoperto il sintetizzatore o una celebrazione di epoche migliori per la musica italiana ?
La compilation è il ritratto più esaustivo possibile sulla scena post-punk italiana ed è il tentativo di mettere in luce tutto ciò di buono che venne prodotto in quegli anni “entusiasmanti”, purtroppo manca qualche band all’appello per per mancanza di spazio, in futuro potrebbero esserci un secondo volume e magari la versione in vinile con alcune tracce differenti.
4) Come hai ritrovato gli altri membri del tuo primo gruppo State of Art ? M’immagino una reunion in un garage freddo e polveroso, non dirmi che è avvenuta per telefono.
Fortunatamente non ci siamo mai persi di vista, per oltre trent’anni ci siamo frequentati senza mai pensare ad una reunion, il fatto che alcuni nastri con i nostri demo fossero sopravvissuti alle intemperie ci ha motivati a rimetterci in gioco, mollto piacevole e divertente.
5) Segui l’attuale scena underground italiana ? Indicaci il primo della classe e consigliaci un suo brano.
Seguo in modo discontinuo la scena italiana, non mi ritrovo soprattutto nella produzione delle band italiane, suonano quasi sempre poco a fuoco e troppo impegnate a rimanere credibili, a tutti i costi. Hanno paura di essere troppo commerciali, peccato non capire che funzionare a volte può essere un merito….come dance producers rispetto molto Marco Passarani e Sandiego.
Di seguito la playlist, col nostro amico Alexander Robotnick alla posizione # 6:
01) GAZNEVADA: I.C. LOVE AFFAIR (ITALIAN RECORDS) 1983
02) ‘LECTRIC WORKERS: ROBOT IS SYSTEMATIC (DISCO MAGIC) 1982
03) KLEIN & M.B.O.: DIRTY TALK (ZANZA) 1982
04) CASCO: CYBERNETIC LOVE (HOUSE OF MUSIC) 1983
05) KANO: ANOTHER LIFE (FULL TIME) 1983
06) ALEXANDER ROBOTNICK: PROBLEMS D’AMOUR (FUZZDANCE) 1983
07) FUTURE STATE: FUTURE STATE (EYES) 1983
08) EASY GOING: FEAR (BANANA) 1979
09) PETER RICHARD: WALKING IN THE NEON (GOOD VIBES) 1985
10) STYLOO: PRETTY FACE (DISCO MAGIC) 1983
Facebook event: https://www.facebook.com/events/355297731156276/
opening: 22:00
inizio sonorizzazione ed evento speciale in apertura di serata: si consiglia di arrivare presto
10 euro in lista fino alle 00.00
13 euro in lista fino alle 01.00
15 euro altrimenti
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