Kyle è una band nata dalle canzoni da cameretta di Michele Alessi (già in Captain Quentin, Vinsent, Maisie, Distape), e all’interno della quale, di fianco a Michele, si avvicendano una serie di ottimi musicisti impegnati in alcuni tra i più importanti gruppi calabresi (Brunori SAS, Camera 237).
A dicembre è uscito il primo Lp di Kyle: “This is water” – pubblicato dalla Overdrive Records.
Abbiamo chiesto a Michele di raccontarcelo, canzone per canzone. A voi:
LAST DAYS: Generazioni a confronto. Due personaggi di Infinite Jest di Wallace, padre e figlio, in tutto il loro essere surreali. Un leggero sentore di Fine. Marimba, ukulele e tastierine a inizio album, potrebbero far sembrare “This is Water” quello che non è, ovvero un disco allegro.
EMPTY FRAGMENT: Una corona, un re che non è un re, e un’eredità pesante da lasciare: un mondo grigio e vuoto. La consapevolezza di appartenere ad un frammento temporale per niente invidiabile. Ma è tutto relativo, si sa, anche l’utopica ricetta finale. Basso tuba, flicorno, violini e andatura da banda di seconda mano.
HOW TO FIX A WRONG NIGHT: Immagino non sia carino dire quale sia il mio pezzo preferito del disco, quindi non lo farò. Qui la forma potrebbe ingannare ma la sostanza deve molto al quotidiano, considerazioni spicciole insomma. . e non c’è di mezzo nemmeno una risposta! Farfise in loop e ritmi da ballo di gruppo, con tanto di clap libero.
DOGGY BAG: La doggy bag è il contenitore nel quale si mette la roba avanzata al ristorante, per portarla, appunto, al proprio cane. Ma è giusto una metafora, soprattutto se dentro ci sta un cuore in regalo. Tutto quello che accade ci consuma, ma è giusto così.. altrimenti sai che noia. La ballatona del disco con rhodes e violoncello a farla da padroni.
BOOKS: Un’ode ai libri, un guinness di citazioni, una marmellata di rimandi. Volutamente forzati ma per nulla espliciti, nel pezzo più veloce dell’intero album. Batteria e organo incalzanti, chili di groove dal contrabbasso e chitarre affilate. O ballate adesso o ciao.
CLANDESTINE SONG: Ovvero il cosiddetto “naufragio di Natale” di una quindicina di anni fa. Si stenta, si affonda e si viene anche dimenticati. L’acqua in questo caso uccide. Sognavo di usare un quartetto d’archi vero da quando avevo 15 anni, ed è successo.. un bel precedente. Nota di merito alla slide che tutto lega.
COWBOY MEMORIES: Certe cose non si dimenticano, soprattutto se accadono quando hai dieci anni e sembrano venire da un film western. Periodi bui, sud. Il pezzo strano del disco, la voce di un amico ad accompagnarmi, e sua maestà la marimba. Mandolino a mo’ di banjo e slide giocattolo giusto per non smentire il titolo.
WELCOME MARK: Un dialogo ipotetico, surreale ma verosimile tra due personaggi. Uno si chiama Mark, l’altro Vic e se ne sono andati per volontà loro, a pochi mesi uno dall’altro. Si discute, si interpreta, ci si sfotte. Ballata per chitarre e violoncello con ritmica spazzolata per non disturbare lo scambio di battute tra i due.
THIS IS WATER: Ancora Wallace. Ancora l’Acqua. Dichiarazioni d’amore, storielle che sono lezioni di vita e altre cose per le quali questa canzone meritava di essere la titletrack. Poi c’è il quartetto di flauti traversi che ti prende e ti porta in amazzonia e nemmeno sai come ci sei arrivato. Vagavo per i campi del Tennessee. .
GREEN SEA: Un viaggio per chiudere non è male. Qualcuno va via, qualcuno rimane. La canzone più delicata del disco e anche, forse, la più datata. Messa in chiusura per i saluti e i titoli di coda. Crescendo di piatti, marimba, xilofono, e chitarre per una piccola, dedicata, sinfonia casalinga.
Kyle sarà in giro per l’Italia la prossima settimana, vi consigliamo di andare a vedere uno di questi live:
giovedì 23 febbraio ▪ MORGANA, Benevento
venerdì 24 febbraio ▪ MusicaSigillata @ CAFFE’ RUBIK, Bologna
sabato 25 febbraio ▪ FESTINALENTE, Aversa CE
domenica 26 febbraio ▪ LE MURA, Roma
venerdì 23 marzo ▪ BANSHEE, Lamezia Terme
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