Se Bob Dylan diceva che la risposta soffia nel vento, queste Songs to the Wind di Tiziano Sgarbi, in arte Bob Corn, sono un tentativo di risposta ai vuoti a cui giorno dopo giorno andiamo incontro e basta scorrere i titoli della tracklist e ascoltare i sette brani dell’album per rendersi conto di questa possibile chiave di lettura. Language and luggage, Lost in the mirror o This moment we borrow non sono soltanto canzoni con titoli che vanno dritti al punto, ma sono piccoli souvenir costruiti attorno alla chitarra ed alla voce di Tiziano e che pian piano s’intrecciano con accenni di tromba, di fisarmonica o di qualche riff di chitarra in primo piano.
Quello di Bob Corn è un folk contaminato da sprazzi di noise e psichedelia (Play For Me) e da tanti scenari rubati ai viaggi che hanno ispirato il disco, come quelli che sembra di scorgere ascoltando Tell me how.
L’intimismo di questo Songs To The Wind è pregno di emotività e soprattutto denso, non scontato né tantomeno banale, d’altronde è lo stesso autore che ricorda: this record is for all those who are not happy just to have as they need to give.