Chiara Castello e Kole Laca sono i 2Pigeons, due piccioni con un progetto quantomai ambizioso: fare elettronica, cantarci sopra, mescolare le tastiere, la loop station, il Kaos pad e i synth, e limitare allo stretto necessario l’uso del pc. I loro live sono spettacoli deliranti più simili a musical teatrali, durante i quali impersonano “l’equipaggio di una navicella sovietica dispersa nello spazio”. A suon di divise color sabbia, stelle scarlatte, colletti stretti e rossetto rosso, stanno scaldando i palchi di tutta Italia, spesso in apertura al Teatro Degli Orrori, portando in giro un modo diverso e nuovo di fare elettronica, pieno di fantasie retrò e avanguardie sperimentali, riuscendo sempre a prendersi pochissimo sul serio. Retronica è il nome del loro secondo album, uscito a febbraio, a quasi 3 anni di distanza da Land. Le 11 tracce cantate dalla voce inconfondibile, composita e multiforme di Chiara, vedono la partecipazione di Pierpaolo Capovilla, Roy Paci e Giovanni Giulino dei Marta sui Tubi. DLSO li ha incontrati per voi in occasione del loro live allo Spartaco di Roma, il 15 marzo, e proprio con Chiara, una ragazza dolce, minuta e con un bellissimo viso, è cominciata questa chiacchierata.
Ciao Chiara! Allora, raccontami un po’… in quante copie è uscito “Retronica“?
Ciao! Beh, per ora sono uscite 1000 copie, solo in versione cd..e speriamo che ci sia bisogno di una ristampa!
Sai, in giro per Roma mi è capitato di vedere questi annunci: sul disegno di un orecchio si offrivano lezioni di musica elettronica… cosa ne pensi?
Mi incuriosisce molto! Sarebbe bello poter fare una telefonatina a quel numero! Quando si parla di musica elettronica non esiste una vera e propria scuola, dopo le prime sperimentazioni degli anni 70 non conosco nessun tipo di insegnamento didattico sotto questo profilo. Noi ci siamo formati in maniera molto classica, per poi adottare strumentazioni elettroniche e sperimentare per fatti nostri. Se dovessi dare io una lezione di questo tipo mi concentrerei molto sull’aspetto vocale, sull’uso della loop station, dei campionatori e di tutta una serie di effetti che in Italia ha un utilizzo molto limitato..sarebbe interessante!
Rispetto a Retronica, qual è stato il complimento più bello che vi è stato fatto, quello che vi ha fatto sentire “capiti”?
Noi veniamo spesso criticati, perché non siamo molto “collocabili”, e in Italia questo può essere problematico. Ieri invece mi è capitato di fare un’intervista per una radio di Torino, e la persona che avevo di fronte ha apprezzato le sfumature di genere, e l’utilizzo della mia voce proprio come strumento, ho avuto la sensazione di essergli “arrivata”.
Come hai fatto capire ai tuoi genitori quello che stavi facendo esattamente?
Io sono figlia di due genitori laureati, che hanno seguito un percorso classico, un tipo di studi che ti da anche una certa sicurezza..ho provato a studiare, facevo design, ma poi mi sono resa conto che non era quella la mia strada. A quel punto anche loro si sono resi conto che non inseguivo un sogno infantile ma facevo sul serio, quindi ho continuato con la musica, acquisendo però una solida base tecnica. Questo è servito molto a farglielo accettare.
—Kole viene a sedersi accanto a noi, è altissimo e dal vivo ha una faccia super simpatica—
Ciao Kole! Raccontami un po’ di “Turtulleshe“, questa canzone popolare albanese che avete riadattato.
Io sono albanese, anche se vivo in Italia da vent’anni. Turtulleshe è una canzone d’amore, e fa parte della tradizione di Scutari, mia città natale. Mi piaceva l’idea di contemporaneizzare questa canzone dalla nascita incerta, renderla attuale, suonarla con i miei strumenti e portarla con me sul palco.
Consigliaci un film e un gruppo della tua terra.
C’è un film molto bello, degli anni 70, si chiama “Cifti i Lumtur”, “La coppia felice”. Si svolge a Scutari ed è una storia un po’ shakespeariana, la versione comunista di Romeo e Giulietta. Come gruppo posso parlarvi della Fanfara,una banda di ottoni che mescola influenze mediterranee, balcaniche e zingare.
Poster che avevate in cameretta da ragazzini?
K. Quand’ero ragazzino io, in Albania, qualsiasi cosa arrivasse dal mondo occidentale andava benissimo, te lo facevi andare bene insomma..avevo un poster di Prince!
C. Ah, io squadra opposta, Michael Jackson!
Se poteste scambiarvi le vite per un giorno, cosa fareste l’uno nei panni dell’altro?
K. Io mi farei la sua ragazza!
C. Ah bastardo! E io mi farei la sua ex!!!!
In quale band del passato vi piacerebbe suonare?
C. Io nei beatles! Alla batteria, sarei Ringo Starr.
K. E io nei Doors, voliamo bassi.
Dove prendete gli abiti pazzeschi che indossate nei live?
K. Ce li ha fatti su misura un’artista padovana molto brava che si chiama Claudia Fabris..
C. Kole, dille dell’ abito che non hai avuto ancora il coraggio di indossare!! Un costume dorato, col mantello lungo… sobrio!!
Ok amici, vi farò una domanda stupida e siete obbligati a rispondere. Il nome del gruppo ha qualcosa a che vedere col celebre proverbio della fava?
C. Hahahah! Certo!!! La fava è il nostro fonico! Ma soprattutto l’elemento fava è “la matta”, possiamo inventarci sempre nuove stupidaggini e usare la fava come paracadute. E se succede qualcosa, è sempre colpa della fava. Siamo stati molto previdenti, no?!
Siete furbissimi! Vi ringrazio tanto ragazzi, a presto!
Ciao!!