Son Of The Dust è un buon album. Non si può non partire da una considerazione del genere per descrivere il disco dei Movie Star Junkies. La commistione di blues e chitarre dal sapore british rende i dieci brani presenti nel nuovo episodio della loro carriera, iniziata nel 2006 in quel di Torino, piacevoli ed accattivanti.
La titletrack ad esempio potrebbe essere cantata benissimo da un Damon Albarn in stile The Bad, The Good & The Queen, The Damage is Done invece ricorda le scorribande etilico-musicali di Pete Doherty. Un album dal gusto vintage ed internazionale che ben si configura nel panorama musicale italiano, un disco che a tratti ricorda gli …A Toys Orchestra, ma che conserva una sua originalità. Può capitare persino che durante il sincopato ritmo della traccia di chiusura (How It All Began) venga la voglia di riascoltare l’album per intero, tanto di cappello perché è cosa rara ormai.