La tinta del cielo che avviluppa i tetti di questa città rispecchia lo stato d’animo del sottoscritto. Almeno, oggi è così; finalmente. Trovo seccante quando umore e meteo sono incongruenti. Grigio. E quest’oggi ho degli ospiti per pranzo, i Cosmetic, che dalle alture romagnole vengono a farmi visita nelle nuove cuffie che ho comprato, dritti dentro la mia testa. Tra poco più di una settimana il loro nuovissimo album Conquiste sarà cosa di tutti, prima che il tour promozionale li porti su e giù per lo Stivale, da Milano a Monopoli con annessa fermata nella Capitale.
Il lavoro dei cosmetici, in uscita per La Tempesta, possiede una coerenza ed un’omogeneità inappuntabili che gli conferiscono quaranta minuti di puro agonismo, senza cali di tensione. Ed attenzione. L’amalgama noise-pop dell’overture Lenta conquista, condita di fuzz, di riverberini bellini bellini ed edulcorata dalla melodia della voce [il testo è geniale], apre le cancellate verso un disco dalla scorza underground che spazia dalla neopsichedelia (mettere il repeat sull’interludio Andreini e sulla portentosa ed ariosa Colonne d’errore, con la sua batteria piccina e le sue massicce chitarre abrasive), al post-grunge (le bellissime Melly e Scisma crepitano nelle cuffie con autorevolezza), passando dal’indie-pop (le melodiose Prima o poi e Lo spavento attenuano l’impetuosità dell’insieme). E mi rimbrotta il sound del basso distorto, che a mio sindacabile giudizio fa il bello e il bellissimo tempo di questo disco. Come se ce l’avesse con me. Per un amico mi tira a sé con forza e e mi racconta una storia turbante che mi sembra di aver vissuto milioni di volte: i distacchi sono cose dure da digerire. Bellissima. Ci sono i Yo La Tengo in questo bosco sonoro e le straripanti idee di un quartetto che corre a cento all’ora.