Esce oggi il nuovo e atteso disco degli Afterhours. Non essendo proprio la nostra cup of tea e non volendo proporvi una “classica” recensione riprendiamo—col suo permesso—l’esperimento fatto da Dietnam, sul suo sito. Queste, per farla breve, sono le sue impressioni a caldo, dopo un solo ascolto, di Padania.
Metamorfosi: un po’ un ciodo (per i non veronesi: un po’ pesantina) all’inizio, poi entrano quelle che sembrano chitarre passate dall’effetto “FINE DI MONDO” e GODO. Voce un po’ fastidiosa, ma è pur sempre la voce di Agnelli, quindi la si ama. Promossa, molto promossa.
Terra di nessuno: ma queste chitarre dove cazzo erano nell’ultimo disco? Due minuti e venti di cazzo duro. Non vedo l’ora di sentirla dal vivo. Due canzoni, due promozioni.
La tempesta è in arrivo: questa la conoscete già tutti, no? Mi piaceva un mese fa ma senza farmi impazzire, mi piace ora. Sarà ancora colpa di tutte queste chitarre? Oh, comunque il batterista degli Afterhours era, è e sempre sarà uno dei peggiori di sempre.
Costruire per distruggere: le voci all’inizio mi ricordano qualcosa di Germi o i brani più strani di HPDB. Prette fa la cosa che gli riesce meglio: un tempo dritto e regolare, memore di “Voglio una pelle splendida”. Melodia bella bella bella bella. Sarà bellissimo fare parte della gente senza appartenere a niente mai. No no no no. Però manca un ritornello con cui strapparsi le mutande. O forse il ritornello è “sarà bellissimo fare parte della gente…”. Bella canzone, ma cazzo, un ritornello più efficace non m’avrebbe fatto schifo.
Fosforo e blu: evviva le chitarre. L’ho già detto? Sarà il ritorno di Xabier. Siamo dalle parti di Dea per le urla, dalle parti dei pezzi più assurdi dei primi due dischi. Ci sta. Non mi piace però. Dea invece mi piaceva molto. Cioè, in alcuni momenti mi ricorda i RHCP, e non è una cosa positiva.
Padania: è stupenda. Punto. Capolavoro. Però secondo me hanno scazzato il mix quando entrano le chitarrone la prima volta. I piatti (il charly?) della batteria scompaiono da un secondo all’altro. Se è una scelta voluta (di mix o proprio di esecuzione) fa cagare. E infatti quando rientrano tali chitarre non fa così.
Ci sarà una bella luce: melodia a cazzo, chitarre ipnotiche. Mi fa cagare. La prima parte, intendo. Due melodie poi che si sovrappongono. Sai che cazzo me ne frega della forma di snobismo nel tuo modo di fallire? È come il ghigno sulla faccia di un barbone a cui vuoi spaccare il cuore. Boh. E poi cambia ancora. Sembrano molte canzoni in una. La prima fa cagare, la seconda no, la terza un po’ no e un po’ sì, perchè torna alla prima. Insomma, mi son spiegato, no? Del resto, se sapessi recensire dischi scriverei su Rockit o DLSO, mica nel mio blog.
Messaggio promozionale numero 1: parlano della merda che c’è in tv e del fatto che hanno spento la tv ed sono usciti all’aria e nel sole o qualcosa del genere. Un po’ come quando Fiorello si cancella da twitter perchè è una droga e la Hunziker lo segue a ruota. Però la canzone spacca la merda quando si apre. Non dirò nulla sulle chitarre. Sto disco è chitarrechitarrechitarre.
Spreca una vita: è bella tirata come piace a me, ma la melodia non mi piace. E per me le melodie sono tutto.
Nostro anche se ci fa male: potrebbe essere una ballatona. Speriamo. Non è certo “Non è per sempre” o “Voglio una pelle splendida”, ma erano altri anni, eravamo più giovani. Questa potrebbe essere, per i nuovi fan, quello che per noi vecchi rincoglioniti son state le canzoni citate. Piace molto.
Giù nei tuoi occhi: questa non mi piace. Vi basta, come recensione?
Messaggio promozionale numero 2: bah.
Io so chi sono: inizia male. Non mi prende neanche quando cambia all’improvviso. Per ora posso dire che la prima parte del disco è molto più bella della seconda. MOLTISSIMO più bella. Però nella seconda parte c’è “Nostro anche se ci fa male”. Magari questa potrebbe crescere con gli ascolti e magari dal vivo sarà stupenda. Però qui, per ora, non mi piace. E il coro di bambini… No.
Iceberg: vorrei fosse la cover dei Perturbazione. Invece non lo è. Un minuto di archi. Sigur Ros chi? Ma anche un po’ Titanic. Contenti loro.
La terra promessa si scioglie di colpo: dai che chiudono in bellezza, con questo piano e questa ballatona. Sembra che in alcuni punti Agnelli stecchi volutamente. Volutamente o no, non è così piacevole da sentire. Ma probabilmente è la mia ignoranza musicale a non farmi distinguere tra arte e stecca. Sono pure mezzo sordo, quindi ho la giustificazione dei miei genitori. Però il brano mi piace.
Conclusione:
disco promosso abbondantemente.
Molto più bello de “I milanesi…”, però alcuni brani fanno veramente cagare.
Fortunatamente ci sono anche alcuni capolavori.